Alleluia! Non abbiate paura!
Durante i giorni dell’Ottava di Pasqua, la Chiesa si impegna a mantenere viva la fiamma della gioia che scalda i cuori grazie alla risurrezione di Cristo, anche quando possa esserci dolore o sofferenza. Quel dolore è stato redento! Che risuoni ancora forte l’Alleluia! Cristo è risorto! Alleluia!
La Liturgia della Parola continua a presentarci i fatti straordinari accaduti dopo la vittoria del Signore sulla morte e sul peccato, una vittoria senza la quale “vana sarebbe la nostra fede” (cfr. 1 Corinzi 15,14). Gesù continua ad apparire ai suoi discepoli per confermarli nella loro vocazione e prepararli alla missione che dovranno compiere.
Quei discepoli, che un tempo avevano abbandonato il Maestro, dimostrano ora di essere “altri uomini”, che in loro è nato, grazie al Signore, l’“uomo nuovo” (cfr. Ef 4, 20-24). Colmi di fiducia e forza interiore, continuano a testimoniare che quel cambiamento viene dal cielo e sta portando frutto nelle loro vite. Come nei giorni precedenti, la prima lettura dell’Ottava è tratta dagli Atti degli Apostoli (At 3, 11-26).
Giovedì dell’Ottava di Pasqua
Oggi, giovedì 24 aprile, celebriamo il quinto giorno dell’Ottava di Pasqua. La lettura del Vangelo è tratta nuovamente dal racconto di San Luca (Lc 24, 35-48), che narra ciò che accadde subito dopo il ritorno da Emmaus dei due discepoli che avevano incontrato Gesù lungo la strada.
Quando giunsero nel luogo dove si trovavano gli apostoli, raccontarono tutto ciò che era accaduto, e come avevano riconosciuto Gesù “nello spezzare il pane”. Improvvisamente, Gesù si presentò in mezzo a loro. E, nonostante li salutasse con la pace, tutti furono presi da paura. “Non temete, sono io”, disse loro il Signore. Gesù percepisce lo spavento e i dubbi che la sua apparizione ha suscitato, e li invita a fidarsi e a credere: “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io”. Eppure, i discepoli sembravano non riuscire a uscire dallo stupore, che iniziava però a cedere il posto alla gioia. “Avete qui qualcosa da mangiare?”, chiede Gesù per confermare che è lì in carne e ossa. Inoltre, con quella domanda, evoca la familiarità e la vicinanza di sempre, interrotta dal processo che lo aveva condannato a morte. Ora, gli amici sono di nuovo riuniti in comunità, in un incontro il cui centro è il Maestro, che torna alle Scritture per spiegare come tutte le profezie sul Messia si sono adempiute. E in quel momento si compie un altro miracolo: finalmente ai discepoli “si aprì la mente” e compresero il senso di ciò che era stato scritto secoli prima. Tuttavia, la storia non finisce lì, anzi, è solo all’inizio. Gesù annuncia che “nel suo nome si sarebbe predicato a tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme, il pentimento per il perdono dei peccati”.
Nelle sue Catechesi, San Cirillo di Gerusalemme (315-386), riferendosi al Battesimo come passaggio dalla morte alla vita, afferma:
«Cristo è stato veramente crocifisso, il suo corpo è stato realmente sepolto e realmente risorto; a noi, invece, è stato concesso, per grazia, che, imitando nella realtà di questi gesti ciò che lui ha sofferto, possiamo ottenere realmente la salvezza. Oh, amore sovrabbondante per gli uomini! Cristo ha ricevuto i chiodi nelle sue mani e nei suoi piedi immacolati, soffrendo grandi dolori, e a me, senza provare dolore né angoscia, è stata donata la salvezza mediante la comunione alle sue sofferenze».
Vangelo secondo San Luca (Lc 24, 35-48)
Quando i due discepoli fecero ritorno da Emmaus e giunsero al luogo dove erano riuniti gli apostoli, raccontarono ciò che era accaduto lungo il cammino e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane.
Mentre parlavano di queste cose, Gesù si presentò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi”. Essi, sconvolti e pieni di paura, pensavano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: “Non temete; sono io. Perché vi turbate? Perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io. Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. E, dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupiti, disse: “Avete qui qualcosa da mangiare?” Gli offrirono un pezzo di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: “Questo è ciò che vi dicevo quando ero ancora con voi: che doveva compiersi tutto ciò che è scritto su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”.
Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse: “Sta scritto che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato a tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme, la conversione e il perdono dei peccati. Di questo voi siete testimoni”.
Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.