Imperniata sulla Mariologia, la nuova serie accademica è diretta dal prof. Giovanni Palaia
Nel solco dei molti ricordi che affiorano in questi giorni segnati dalla scomparsa di Papa Francesco — un pontificato che ha fatto del dialogo e dell’apertura una cifra stilistica distintiva — emerge anche un progetto editoriale che porta in qualche modo la sua firma e il suo sostegno convinto: una collana accademica che intreccia Mariologia, antropologia, arte e cultura contemporanea, ponendo la figura di Maria al crocevia delle dimensioni spirituali, estetiche e civili dell’esperienza umana.
Un titolo che è un programma
La serie, intitolata Mariologia, Persona, Arte, Città, Cultura e Salute, è diretta dal professor Giovanni Emidio Palaia, docente di etica e teologia, membro della Pontificia Academia Mariana Internationalis e collaboratore della Pontificia Academia di Teologia.
“Il progetto – ha spiegato il prof. Palaia a EWTN – prende le mosse dalla visione di Papa Paolo VI, ormai santo, che indicò la via della bellezza, la via pulchritudinis, come un cammino accessibile a tutti, non riservato a pochi eletti”.

La bellezza come via teologica e civile
È a partire da questa eredità che la collana prende forma, accogliendo l’incoraggiamento di Papa Francesco e facendo propria l’idea di bellezza come linguaggio universale e via di incontro, capace di unire fede, cultura e impegno sociale. Il pontefice ha sostenuto con entusiasmo il progetto, riconoscendone la vocazione a coniugare rigore accademico e spiritualità vissuta, e apprezzandone il respiro corale, alimentato dal contributo di teologi, artisti, medici e scienziati.
“A questa benedizione papale – ha proseguito Palaia – si è aggiunto il sostegno del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, che ha riconosciuto nella collana un’importante iniziativa per la Chiesa e la società. Come Papa Francesco ha sottolineato, l’arte e gli artisti sono profeti della verità, capaci di cogliere e trasmettere l’essenza di ciò che è bello e vero”.
Un’opera corale per rispondere alla sete di verità
Il progetto editoriale si affianca all’iniziativa La Bellezza che accoglie, ideata dall’Osservatore di Strada con il sostegno dell’Osservatore Romano, che punta ad aprire gli spazi dell’arte e della bellezza a chi vive la fragilità, il dolore e le cicatrici dell’esistenza.
“Questa iniziativa – ha aggiunto il professor Palaia – è anche frutto di un continuo dialogo tra diverse figure accademiche e spirituali. Medici, teologi, storici dell’arte, filosofi, musicisti, linguisti e tanti altri esperti, tra cui professori di teologia e patristica, hanno contribuito alla realizzazione di questa collana, unendo le loro competenze per rispondere a una domanda fondamentale: Come può l’uomo, in tutte le sue dimensioni, accedere alla verità?“.
Un interrogativo, indicato da Giovanni Paolo II come essenziale, che guida ogni volume nella ricerca di una bellezza radicata nel vissuto umano, capace di attraversare il dolore e trasfigurarlo.
Vivere il Giubileo per attraversare la porta santa del cuore
Il primo volume della collana, Giubileo: immagini e segni (San Paolo Edizioni, 2025), è stato presentato lo scorso 8 aprile a Roma, presso l’Università LUMSA. Si tratta di un’opera collettiva di ampio respiro, che riunisce collaboratori del Santo Padre, esponenti della Curia romana e studiosi di rilievo. Il testo oltre a riflettere l’impronta magisteriale di Papa Francesco, valorizza in particolare il contributo dei vescovi di Roma al Giubileo.

Il volume si apre con le riflessioni intense di Edith Bruck, in un saggio dal titolo “La porta santa è il mio cuore”. Sopravvissuta ad Auschwitz, Dachau, Christianstadt e Bergen-Belsen, Bruck evoca le luci sperimentate nell’oscurità della Shoah, in un esercizio di memoria lucida e resistente all’oblio. La sua testimonianza orienta l’intero volume: il Giubileo come paradigma della vita cristiana, tempo di grazia e di gioia, occasione unica per riscoprire il perdono e la riconciliazione.
Una mariologia dialogante con le altre discipline
Le voci al femminile risuonano in tutta l’opera, intrecciandosi con la Mariologia e con la missione di Maria nel tempo presente, nella sua attualità profonda e permanente.
“In ogni volume, infatti, il cuore della Mariologia è integrato con altre discipline – spiega ancora il prof. Palaia –: la filosofia fenomenologica, che esplora il rapporto tra l’esperienza del bello e la trasformazione interiore dell’individuo o la letteratura che esprime in modo sublime l’idea di speranza”
Ecco quindi che il riferimento al Canto XXXIII del Paradiso di Dante Alighieri —dove Maria è invocata come “donna che unisce il cielo e la terra”—, nelle parole dell’accademico, diventa emblematico: poesia profetica e visione spirituale si fondono in una figura che continua a illuminare il cammino dell’uomo.
“Ma la bellezza, come concetto fenomenologico, non si ferma alla semplice estetica. Secondo Max Scheler e Edmund Husserl, la bellezza è una verità che penetra l’esperienza umana, trasformandola”.
Maria come volto trasfigurante del dolore
La riflessione si amplia: Maria è “bellezza che converte”, forza trasfigurante capace di rendere sopportabile il dolore, di aprire spiragli di redenzione nella sofferenza. Una bellezza che non si limita ad affascinare, ma opera un cambiamento profondo. È il caso del film La Passione di Cristo di Mel Gibson, citato come esempio della capacità di Maria di accogliere il dolore e redimerlo.
“Oltre alla mariologia, la collana affronta temi profondi legati alla salute, al benessere integrale e alla cura delle ferite, siano esse fisiche, psicologiche o spirituali”.
Bellezza che guarisce: arte, memoria e resilienza
L’arte, per Papa Paolo VI – spiega ancora il prof. Palaia – ha il potere di guarire l’anima: lo si vede nei grandi luoghi della cultura, dai Musei Vaticani alla Galleria degli Uffizi, ma anche nei progetti educativi e terapeutici, come quelli che coinvolgono ragazzi guariti da malattie oncologiche, nei quali “le cicatrici diventano simbolo di trasformazione”.
“La bellezza non cancella il dolore, ma lo trasforma, come il Cristo risorto trasfigura la sofferenza.”
Maria, in questo itinerario, resta presenza costante, madre che accompagna nella guarigione e nella speranza. La bellezza della vita non sta nella perfezione, ma nella resilienza, nella fede che ogni ferita può aprire uno spiraglio verso la luce.
Una risposta alla sete di senso
La collana Mariologia, Persona, Arte, Città, Cultura e Salute si propone così come molto più di un progetto editoriale.
“È una risposta a una domanda universale, una ricerca che, partendo dalla bellezza di Maria, esplora e tocca ogni aspetto dell’esperienza umana.”
Volume dopo volume, l’amore per Maria diventa chiave ermeneutica del reale, fonte di orientamento nei passaggi complessi dell’esistenza, invito a riscoprire la bellezza che salva e trasforma.