L’inizio di un interregno papale porta con sé molti termini che potrebbero non essere familiari a molte persone, inclusi molti cattolici. Di seguito vengono presentate alcune delle parole e frasi chiave che saranno utilizzate durante l’interregno, in particolare durante il conclave per l’elezione del nuovo Papa.
Sede Apostolica o Santa Sede: Il cuore terreno della Chiesa è spesso chiamato Sede Apostolica o Santa Sede. Una “sede” è un seggio di autorità, dal latino sede, che significa “sedia”. Gesù disse che i farisei sedevano sulla cattedra di Mosè. I giudici siedono su un banco, simbolo dell’autorità dello Stato. I docenti occupano cattedre di autorità accademica. E nella Chiesa, i vescovi possiedono cattedre di autorità spirituale, motivo per cui le loro diocesi sono dette “sedi”. La diocesi di Roma è chiamata Sede Apostolica, o Santa Sede, fin dall’antichità, poiché è la sede dell’autorità dell’apostolo Pietro, che ha ricevuto da Cristo l’autorità sulle cose sacre. L’espressione si applica non solo al Papa, ma anche a coloro che, a Roma, lo assistono nel governo della Chiesa universale.
Camerlengo: Il camerlengo della Santa Chiesa Romana ha il compito fondamentale di organizzare il processo durante la vacanza della Sede Apostolica, ovvero l’interregno. È il camerlengo, assistito dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie e da altri ufficiali, a certificare il decesso del Papa. Durante il periodo di sede vacante, il camerlengo, assistito dal vice camerlengo, raccoglie relazioni dai vari dicasteri della Curia affinché il Collegio Cardinalizio possa gestire gli affari ordinari della Santa Sede fino all’elezione del nuovo Pontefice. Questo è necessario poiché, alla morte del Papa, quasi tutti i capi dicastero perdono il loro incarico, con eccezione del camerlengo, del penitenziere maggiore e dell’elemosiniere pontificio.
Cardinale: Come suggerisce l’etimologia del nome — cardo, in latino “cerniera” — i cardinali sono tra i consiglieri più vicini al Papa e hanno la grande responsabilità di eleggere il Vescovo di Roma, cioè il Papa, durante il conclave. Il titolo ecclesiastico di cardinale è attestato fin dal 315 d.C., al tempo di Papa Silvestro I. Oggi questi titoli, che un tempo indicavano incarichi effettivi nel clero romano, sono considerati “onorifici”. I cardinali prestano servizio nella Curia Romana o come arcivescovi di diocesi sparse nel mondo. Di norma, i cardinali sono vescovi, anche se il Papa può fare eccezioni. Per consuetudine, sono chiamati “principi della Chiesa”, ricevono il titolo di eminenza e godono di privilegi speciali, come indossare lo scarlatto, simbolo della disponibilità a testimoniare la fede “fino all’effusione del sangue” (usque ad sanguinis effusionem).
Cardinali elettori: Sono i cardinali che hanno diritto di voto in un’elezione papale. Tutti i cardinali che non abbiano compiuto 80 anni il giorno in cui la Sede Romana diventa vacante possono partecipare al conclave. Fanno eccezione coloro che sono legittimamente impediti da malattia o altre circostanze, coloro che sono stati rimossi dal Papa o che hanno rinunciato validamente al cardinalato. Per gran parte della storia, non vi era un limite di età per partecipare al conclave, ma nel 1970 Paolo VI stabilì la soglia degli 80 anni. I cardinali che compiono 80 anni dopo la vacanza della sede rimangono elettori. I cardinali elettori che siano arrivati in ritardo o si siano ritirati per causa giustificata possono essere ammessi o riammessi anche a conclave iniziato. Dal 1378, tutti i Papi sono stati eletti tra i cardinali elettori.
Collegio Cardinalizio: È il nome collettivo del corpo dei cardinali, formalmente chiamato Sacro Collegio Cardinalizio. È composto da vescovi e, in via eccezionale, da sacerdoti scelti dal Papa come suoi collaboratori e ai quali è affidato il compito di eleggere il suo successore. Il nome deriva dal latino cardo, “cerniera”, ed è in uso dal IV secolo. Il Collegio, nella forma attuale, è stato istituito nel 1150, ma i cardinali sono gli elettori esclusivi del Papa dal 1059. Il Collegio si divide in tre ordini: cardinali diaconi, cardinali presbiteri e cardinali vescovi.
Concistoro o congregazione: Assemblea di cardinali convocata per assistere o consigliare il Papa. Durante la sede vacante esistono tre tipi di assemblee cardinalizie: le congregazioni generali (a cui partecipano tutti i cardinali non impediti), le congregazioni particolari (composte dal camerlengo e da tre cardinali sorteggiati, incaricati degli affari ordinari), e infine il conclave, cioè l’assemblea dei cardinali elettori riuniti per eleggere il nuovo Pontefice.
Conclave: È l’assemblea dei cardinali elettori per l’elezione del Papa. Il nome deriva dal latino cum clavis (“con chiave”), che indica il simbolico ma reale isolamento dei cardinali nel luogo dell’elezione fino a che non viene scelto un nuovo Papa. Il conclave fu formalizzato nel 1274 da Papa Gregorio X nella costituzione Ubi Periculum, per evitare lunghi interregni come quello di tre anni che precedette la sua elezione. Oggi le sue procedure sono regolamentate dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II, emendata da Benedetto XVI e Francesco, e non ammettono innovazioni da parte dei cardinali. Il conclave si tiene, per tradizione e norma, nella Cappella Sistina. Si svolgono da una a due votazioni al mattino e da una a due nel pomeriggio. Se nessun Papa viene eletto, le schede vengono bruciate producendo fumo nero. In caso di elezione, viene aggiunto un agente chimico per ottenere il fumo bianco.
Decano del Collegio Cardinalizio: È il membro più anziano del Collegio Cardinalizio, scelto tra i cardinali vescovi e confermato dal Papa. Il decano è assistito dal vice decano per convocare i cardinali alla morte del Papa e presiedere le congregazioni e il conclave. È lui a chiedere all’eletto se accetta l’elezione. Il decano ricopre sempre la sede suburbicaria di Ostia, oltre al titolo già posseduto. Se ha più di 80 anni e quindi non può partecipare al conclave, le sue funzioni sono svolte dal vice decano; se anche quest’ultimo è ultraottantenne, il ruolo passa al cardinale vescovo più anziano tra quelli elettori. In questo conclave, sia il decano (Cardinale Giovanni Battista Re, 91 anni) sia il vice decano (Cardinale Leonardo Sandri, 81 anni) non sono eleggibili; pertanto, il conclave sarà guidato dal Cardinale Pietro Parolin, il cardinale vescovo elettore più anziano.
Dicastero: Un dicastero è un dipartimento della Curia Romana con la missione di assistere il Papa nel governo della Chiesa. Tra questi si trovano la Segreteria di Stato, le varie congregazioni, come quella per la Dottrina della Fede; i tribunali, come la Segnatura Apostolica; i consigli, come quello per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; e gli uffici, come quello del Camerlengo (che amministra i beni della Santa Sede durante una sede vacante). I dicasteri maggiori sono tradizionalmente guidati da un cardinale, ma Papa Francesco ha anche nominato una religiosa come prefetta. I dicasteri sono composti da un corpo di cardinali e vescovi che si riuniscono periodicamente per trattare le questioni più importanti, assistiti da altri funzionari, consulenti e dipendenti, sia chierici sia laici.
Domus Sanctae Marthae: Chiamata in italiano Casa Santa Marta, la casa per gli ospiti del Vaticano era solita accogliere vari visitatori con incarichi in Vaticano e, in particolare, ospitare i cardinali durante il conclave. Prima del conclave che elesse Papa Benedetto XVI nel 2005, i cardinali elettori alloggiavano in spazi ristretti, allestiti rapidamente, nel Palazzo Apostolico, vicino alla Cappella Sistina. Con l’aumento del numero di elettori negli ultimi decenni, tale sistemazione risultò inadeguata. Papa Giovanni Paolo II ordinò la costruzione della Domus Sanctae Marthae, così chiamata in onore di Santa Marta di Betania, la santa donna che si dedicò all’ospitalità verso il Signore. Nel 2005 e nel 2013, ospitò sia i cardinali senza diritto di voto prima delle elezioni, sia quelli con diritto di voto (sotto gli 80 anni) una volta iniziato il conclave. Dal 2013 è anche la residenza scelta da Papa Francesco.
Elezione di un Papa: La modalità di elezione di un Papa non è di istituzione divina. L’autorità papale è suprema nella Chiesa, e per questo ogni procedura stabilita da un Papa per l’elezione del proprio successore è legale, valida e vincolante finché un altro Papa non la modifichi. Cristo scelse personalmente Pietro, e si ritiene che lo stesso Pietro abbia designato Lino come suo successore. Non si conosce con certezza come furono eletti altri papi antichi, se mediante voto o designazione. Tuttavia, a partire dal IV secolo si assiste a un’evoluzione delle procedure che culminano, tra l’XI e il XII secolo, nell’attuale sistema dei cardinali elettori. Il sistema del conclave per l’elezione del Papa fu introdotto nel 1274 da Papa Gregorio X. Questo sistema è stato riformato da molti papi, tra cui Giovanni Paolo II, e in alcuni punti anche da Benedetto XVI e Francesco.
Interregno: Il periodo tra i pontificati, formalmente chiamato “vacanza della Sede Apostolica” o “sede vacante”. Una sede vacante può avvenire per la morte del Papa regnante o per la sua rinuncia. In caso di decesso, i cardinali si riuniscono a Roma per esprimere il proprio cordoglio e organizzare i funerali e la sepoltura del Papa. Sia in caso di morte sia di rinuncia, si riuniscono in conclave per eleggere il successore. Durante una sede vacante, salvo alcune cariche necessarie per la gestione ordinaria, tutti i capi dei dicasteri della Curia Romana decadono dalla loro autorità, e il potere dei cardinali è limitato alla tutela dell’autorità e del patrimonio della Santa Sede in attesa del nuovo Papa.
Penitenzieria Apostolica: La Penitenzieria Apostolica è uno degli uffici curiali che non decadono con la sede vacante. Gli altri sono il Camerlengo della Santa Romana Chiesa e l’Elemosiniere di Sua Santità. Il Penitenziere Maggiore è responsabile delle indulgenze, della nomina dei confessori per le basiliche patriarcali di Roma e del giudizio delle questioni di coscienza (il cosiddetto foro interno) sottoposte alla Santa Sede. Queste includono dispense e assoluzioni da sanzioni come la scomunica, che sono riservate per legge alla Santa Sede. L’autorità della Penitenzieria continua quindi anche durante l’interregno.
Novendiali: Dopo la morte del Papa, si celebrano nove giorni di lutto ufficiale, chiamati Novendiali. Questi nove giorni, che iniziano con la Messa esequiale solenne, sono detti appunto Novendiali. Tale Messa, e il primo giorno del lutto, devono celebrarsi tra il quarto e il sesto giorno dopo il decesso, cioè il quinto, sesto o settimo giorno dell’interregno, come deciso dal Collegio Cardinalizio. Il periodo di lutto continua fino al nono giorno incluso. Di norma, la Messa è presieduta da un cardinale e può vedere la partecipazione di funzionari e personale di vari uffici vaticani, come lo Stato della Città del Vaticano, la Curia Romana, membri della Vita Consacrata e delle Chiese Orientali.
Primato del Papa: Il primato papale si riferisce all’autorità suprema, immediata e ordinaria del Papa su tutti i membri della Chiesa. Definito in modo preciso e definitivo solo al Concilio Vaticano I nel 1870, questo primato di giurisdizione è stato esercitato da San Pietro e dai vescovi di Roma fin dalle origini della Chiesa. Lo si può osservare nelle norme annunciate dall’apostolo nel Concilio di Gerusalemme (Atti 15), nella lettera di Clemente, successore di Pietro, ai Corinzi verso l’anno 85 d.C., e in molti altri esempi dei Padri della Chiesa che riconoscono nel Vescovo di Roma l’istanza suprema e il punto di unità per tutte le Chiese locali all’interno della Chiesa universale.
Titoli papali: L’elezione di un Papa è, prima di tutto, l’elezione del successore di San Pietro come Vescovo di Roma. Da questo incarico derivano tutti gli altri titoli e uffici che egli ricoprirà. Ad esempio, il vescovo di Roma è l’Arcivescovo e Metropolita della provincia romana, il Primate o primo vescovo d’Italia, il Vicario di Gesù Cristo, il Sommo Pontefice e Pastore della Chiesa universale. È il “Servo dei servi di Dio”, un titolo coniato attorno all’anno 600 d.C. da Papa Gregorio I Magno. Come padre spirituale di tutti i cristiani, è chiamato “Papa”, “Santo Padre” e “Sua Santità”, non perché egli sia santo, ma perché le cose di Cristo, che egli amministra, sono sante. Tutti questi titoli appartengono all’uomo eletto Vescovo di Roma.
Papa: Il titolo “Papa” significa “padre”. Nell’antico greco era un termine affettuoso per i bambini (papa), ma il latino lo adottò come titolo onorifico. I cristiani orientali di lingua greca e quelli occidentali di lingua latina usavano il termine per riferirsi a sacerdoti, vescovi e patriarchi della Chiesa primitiva. Ancora oggi, i fedeli delle Chiese ortodosse possono chiamare papa il loro parroco. Tuttavia, con il tempo, l’uso latino divenne più restrittivo. All’inizio del III secolo, “papa” era un titolo di rispetto per i chierici di alto rango; nel V secolo si riferiva in particolare al Vescovo di Roma; e dall’VIII secolo, in Occidente, il titolo si riferisce esclusivamente al Papa di Roma.
Protodiacono: È il nome dato al cardinale diacono più anziano, che ha il compito di annunciare al mondo l’avvenuta elezione e proclamare il nome del nuovo Papa con l’esclamazione “Habemus Papam” (“Abbiamo un Papa!”). Il protodiacono è il cardinale con più anzianità tra i cardinali diaconi (gli altri ranghi sono quelli di cardinale presbitero e cardinale vescovo), secondo la data della sua nomina e l’ordine dell’annuncio nel biglietto o decreto papale. L’attuale protodiacono è il cardinale Dominique Mamberti.
Curia Romana: Curia è un termine latino che designa un organo di governo e il luogo in cui si riunisce. Nella Roma antica, il senato si riuniva nella Curia, ancora visibile tra le rovine del Foro Romano. Nella Chiesa, il termine si usa per indicare coloro che assistono il vescovo nel governo della sua diocesi. In riferimento al Vescovo di Roma, si applica ai membri dei diversi dicasteri romani, come quello per la Dottrina della Fede, le Cause dei Santi, i Tribunali, i Consigli e le Commissioni, che aiutano il Papa nel governo della Chiesa. L’autorità, la struttura, le responsabilità e il funzionamento attuale della Curia sono stati stabiliti da Papa Francesco nel 2022 con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium.
Cappella Sistina: Quando i cardinali elettori, con meno di 80 anni, si riuniscono due volte al giorno per deliberare e votare il prossimo Papa, lo fanno nella Cappella Sistina del Palazzo Apostolico. Costruita per Papa Sisto IV (1471-1484), da cui prende il nome, questa cappella divenne celebre grazie a Papa Giulio II (1503-1513), che nel 1508 incaricò Michelangelo di decorarne la volta, impresa completata nel 1512. In seguito, Michelangelo dipinse il “Giudizio Universale” sulla parete dell’altare per Papa Paolo III (1534-1549). È davanti a questa imponente opera che i cardinali elettori esprimono i loro voti per il nuovo Papa. Il primo conclave celebrato nella Cappella Sistina risale al 1492, con l’elezione di Papa Alessandro VI; l’ultimo a non svolgersi lì fu nel 1846, per l’elezione di Papa Pio IX, tenutasi nel Palazzo del Quirinale a Roma. La costituzione apostolica Universi Dominici Gregis del 1996 di Papa Giovanni Paolo II stabilisce che i cardinali debbano tenere l’elezione nella Cappella Sistina, “dove tutto contribuisce a rendere più viva la presenza di Dio, davanti al quale ciascuno dovrà un giorno presentarsi per essere giudicato” (Universi Dominici Gregis, Introduzione).
Sommo Pontefice: “Pontefice” deriva dal latino pontifex, cioè “costruttore di ponti”. Nella Roma antica, questo titolo veniva attribuito ai sacerdoti, considerati mediatori tra gli dei e gli uomini. Nella dottrina cristiana, Cristo è l’unico mediatore che riconcilia Dio con l’uomo. Solo Lui è necessario. Tuttavia, si serve di esseri umani come mediatori secondari per realizzare il Suo piano di salvezza attraverso il Suo Corpo Mistico, la Chiesa. Applicato al Vescovo di Roma, “Pontefice” indica dunque il sommo sacerdozio di Gesù Cristo, che il Papa esercita in quanto vescovo. Come Papa, è considerato il Sommo Pontefice, poiché è pastore non solo della sua diocesi, ma dell’intera Chiesa universale.
Stato della Città del Vaticano: Lo Stato della Città del Vaticano è il più piccolo stato sovrano del mondo, con un proprio corpo diplomatico, passaporto, leggi, polizia, francobolli e capo di Stato: il Papa. Un concordato del 1929 con l’Italia istituì questo stato, restaurando l’autonomia politica che il papato aveva goduto per secoli nei territori degli Stati Pontifici. Questi stati, situati nel centro Italia, proteggevano la Chiesa dalla sottomissione ai re e ai principi, ma furono persi quando le forze dell’unificazione italiana — il Risorgimento — entrarono a Roma nel 1870. Il Concordato vaticano risolse la questione dell’autorità temporale del Papa, garantendogli la sovranità sul Vaticano e su alcune altre proprietà in Italia. Anche durante la Seconda Guerra Mondiale, quando Hitler considerò l’idea di invadere il Vaticano e catturare il Papa, esso fornì uno spazio diplomatico sicuro dal quale la Chiesa poté agire in autonomia.
Vicario di Cristo: Il titolo di “Vicario di Cristo” è strettamente legato ai titoli del Nostro Signore: “figlio di Davide” e “re d’Israele”. A Davide fu predetto che un suo discendente avrebbe regnato per sempre sul suo trono. Questo re è Gesù Cristo, che regna in un regno spirituale eterno, a differenza del regno terreno che molti si aspettavano assumesse il Messia. Ogni re ha un primo ministro, un visir o vicario, che attua la sua volontà e parla in suo nome. Sebbene il Regno di Dio non possegga tesori materiali da custodire e dispensare, possiede tesori spirituali: la fede, i sacramenti, l’unità della Chiesa. Questo tesoro spirituale fu affidato a Pietro sotto il simbolo delle chiavi e viene trasmesso a coloro che gli succedono nel suo ufficio come vicari di Cristo.
Tradotto e adattato dalla redazione di ewtn.it. L’originale si trova qui.