Dopo la morte di Papa Francesco, un cardinale irlandese-americano assume un ruolo cruciale nella gestione degli affari vaticani fino all’elezione del nuovo Pontefice. Si tratta del cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo della Camera Apostolica dal 2019.
Un ruolo centrale nella sede vacante
Il cardinale Farrell è oggi una figura fondamentale nella successione papale, poiché, come camerlengo, è incaricato di:
- accertare ufficialmente la morte del Papa,
- presiedere alcuni riti legati al funerale papale,
- supervisionare i preparativi del conclave,
- amministrare gli affari ordinari della Santa Sede durante la sede vacante.
Questi compiti sono regolati da due documenti fondamentali: la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis (1996) e la più recente Praedicate Evangelium (2022), voluta da Papa Francesco.
La fiducia di Papa Francesco
La nomina a camerlengo nel 2019 è solo una delle tante espressioni della profonda fiducia che Papa Francesco ha riposto nel cardinale Farrell, nato a Dublino nel 1947.
Nel 2016, il Papa lo ha nominato prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, organismo nato dall’unificazione dei precedenti Pontifici Consigli per i Laici e per la Famiglia. Poco dopo ha ricevuto la berretta cardinalizia.
Farrell ha coordinato importanti eventi ecclesiali internazionali, come:
- l’Incontro Mondiale delle Famiglie (Dublino 2018, Roma 2022),
- la Giornata Mondiale della Gioventù (Panama 2019, Lisbona 2023).
Esperto di finanze vaticane
Nel 2020, Papa Francesco ha affidato a Farrell la supervisione di un comitato speciale per il controllo delle finanze vaticane al di fuori dei canali ordinari, rendendolo uno dei prelati più informati in materia economica.
Nel 2022 lo ha nominato presidente della commissione per la supervisione degli investimenti, e nel 2024 anche presidente del Tribunale di Cassazione vaticano, la “Corte Suprema” della Santa Sede.
A inizio 2024, il Papa gli ha conferito anche il ruolo di amministratore unico del fondo pensioni vaticano, in un momento di particolare criticità per la sua sostenibilità.
Con la morte del Papa, il cardinale Farrell cessa da tutti questi incarichi, ma resta camerlengo, l’unica carica della Curia romana che prosegue durante la sede vacante.
La biografia: dalle origini in Irlanda al Vaticano
Kevin Joseph Farrell è nato il 2 settembre 1947 in Irlanda. Entrato nella Congregazione dei Legionari di Cristo nel 1966, è stato ordinato sacerdote il 24 dicembre 1978. Ha studiato a Salamanca e a Roma (Pontificia Università Gregoriana e Università di San Tommaso d’Aquino).
Ha lavorato come cappellano del movimento Regnum Christi in Messico. Dopo aver lasciato i Legionari, è stato incardinato nell’Arcidiocesi di Washington nel 1984, dove ha ricoperto diversi incarichi, tra cui quello di direttore del Centro Cattolico Spagnolo e poi economo dell’arcidiocesi.
Nel 2002 è stato nominato vescovo ausiliare di Washington, dove ha servito come moderatore della curia e vicario generale del cardinale McCarrick. Per sei anni ha abitato con McCarrick, ma ha sempre dichiarato di non essere a conoscenza degli abusi che portarono alla sua dimissione dallo stato clericale nel 2019.
Nel 2018 ha suscitato discussione affermando che i sacerdoti non avrebbero sufficiente esperienza per preparare adeguatamente le coppie al matrimonio, e in precedenza aveva detto che “non hanno credibilità” sulla vita matrimoniale. Tuttavia, è stato un forte sostenitore dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, difendendola pubblicamente anche dalle critiche.
Le funzioni del camerlengo nella transizione papale
Il camerlengo è uno dei pochi alti funzionari della Curia romana che non decade con la morte del Papa. Oltre a verificare il decesso, egli:
- sigilla lo studio e la camera del Papa e poi l’intero appartamento pontificio;
- informa il cardinale vicario di Roma, che a sua volta annuncia la morte del Papa al popolo;
- prende possesso del Palazzo Apostolico Vaticano, del Laterano e di Castel Gandolfo, amministrandoli fino all’elezione del nuovo Pontefice.
Nel caso di Papa Francesco, che risiedeva a Casa Santa Marta, il camerlengo è tenuto anche a sigillare e prendere possesso di tali ambienti, dato che gli appartamenti papali del Palazzo Apostolico sono rimasti inutilizzati durante il suo pontificato.
Tradotto e adattato dal team di EWTN Italia. L’originale si trova qui.