Dopo la morte di Papa Francesco, la Chiesa cattolica entra nel periodo della Sede Vacante, un tempo segnato da simboli, tradizioni e precisi protocolli secolari che esprimono la natura del papato. In questo momento delicato, è il camerlengo a svolgere un ruolo chiave, guidando le operazioni fino all’elezione del nuovo Pontefice.
La Sede Vacante: un periodo di transizione nella Chiesa
La Sede Vacante (“sede vacante del Vescovo di Roma”) inizia con la morte del Papa. Durante questo tempo, la Santa Sede rimane senza un successore di Pietro e si attivano norme, segni e riti che si tramandano da secoli. È un tempo di attesa, preghiera e discernimento per tutta la Chiesa.
Il ruolo centrale del camerlengo
La figura principale in questo periodo è il camerlengo di Santa Romana Chiesa, attualmente il cardinale Kevin Joseph Farrell, di origine irlandese, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, e già vescovo di Dallas. Papa Francesco lo ha nominato nel 2019, in sostituzione del cardinale Jean-Louis Tauran, scomparso all’età di 75 anni.
Le sue funzioni sono regolate dalla costituzione apostolica Praedicate Evangelium (2022), che disciplina la struttura della Curia Romana, e dalla costituzione Universi Dominici Gregis (1996) di San Giovanni Paolo II, che stabilisce le norme per la sede vacante e il conclave.
Dall’antica Camera Apostolica alla nuova normativa
In passato, il camerlengo presiedeva la Camera Apostolica, istituzione nata nel XII secolo, incaricata di amministrare i beni della Chiesa durante la sede vacante. Questa comprendeva anche il vice-camerlengo, l’uditore generale e i prelati della camera.
Con la riforma di Praedicate Evangelium, la Camera Apostolica è stata soppressa. Ora il camerlengo è assistito da tre cardinali: il coordinatore del Consiglio per l’Economia e altri due nominati secondo le norme sulla vacanza della Sede Apostolica.
I compiti del camerlengo alla morte del Papa
Alla morte del Papa, il camerlengo deve accertarne ufficialmente il decesso, alla presenza del Maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, dei prelati della Camera Apostolica, del segretario e del cancelliere della stessa.
Egli provvede inoltre a:
- Spezzare l’Anello del Pescatore, simbolo del pontificato, annullando così il sigillo papale;
- Sigillare lo studio e la camera da letto del Pontefice (in questo caso, l’appartamento presso Casa Santa Marta e non il Palazzo Apostolico);
- Notificare la morte al cardinale vicario della diocesi di Roma, attualmente il cardinale Baldassare Reina, che a sua volta annuncia la notizia al popolo;
- Informare il cardinale arciprete della Basilica di San Pietro, il cardinale Mauro Gambetti;
- Prendere possesso del Palazzo Apostolico in Vaticano, del Laterano e di Castel Gandolfo;
- Preparare le esequie e la sepoltura del Papa in accordo con il Collegio dei Cardinali.
Il camerlengo non è un “vice papa”
È importante ricordare che il camerlengo non assume autorità papale. Egli gestisce l’amministrazione ordinaria della Santa Sede insieme ai cardinali assistenti, mantenendo costante contatto con il Collegio dei Cardinali.
I nuovi riti funebri del Papa
Papa Francesco ha riformato anche il rito delle esequie papali. Alcuni elementi della tradizione sono stati modificati:
- La certificazione della morte non avviene più nella stanza del decesso, ma nella cappella privata del Papa.
- Il camerlengo chiama il Papa per tre volte con il suo nome di battesimo, segno che il suo ministero è concluso.
- Non si usa più il piccolo martello d’argento, caduto in disuso.
- Il corpo è posto direttamente in una bara aperta e non più esposto sul catafalco.
- Non si usano più le tre bare (cipresso, piombo, quercia): si opta per una semplice cassa di legno foderata in zinco.
- Il trasferimento alla Basilica di San Pietro avviene senza passare dal Palazzo Apostolico.
- Le esequie si celebrano come Missa Poenitentialis, in Basilica o in Piazza San Pietro, con la presenza di delegazioni da tutto il mondo.
- Nessuno può fotografare il corpo senza autorizzazione del camerlengo, e sempre in abiti pontificali.
Il prossimo conclave
Alla morte del Papa, tutti i capi dicastero della Curia Romana decadono, compreso il Segretario di Stato. Restano in carica solo:
- il camerlengo,
- il penitentiere maggiore,
- l’elemosiniere pontificio,
- i cardinali vicari di Roma e della Città del Vaticano,
- il decano del Collegio cardinalizio.
Spetta al camerlengo convocare le congregazioni generali dei cardinali, in vista del conclave. Entro 20 giorni dalla morte del Papa, i cardinali elettori si riuniranno per eleggere il nuovo Vescovo di Roma.
Tradotto e adattato dal team di EWTN Italia. L’originale si trova qui.