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Oggi è il lunedì dell’ottava di Pasqua e la Chiesa cattolica celebra il “Lunedì dell’Angelo”

Lunedì dell'Angelo, il 21 aprile | ewtn.it
Lunedì dell'Angelo, il 21 aprile | ewtn.it

Oggi, 21 aprile, secondo giorno dell’Ottava di Pasqua, la Chiesa celebra il “Lunedì dell’Angelo”, così chiamato affinché nessun cristiano dimentichi che fu un angelo ad annunciare la Risurrezione di Cristo.

Fu un angelo, infatti, a dire alle donne giunte al sepolcro che Cristo non doveva più essere cercato tra i morti:
«Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto» (Lc 24, 5-6).

Considerando che ogni dettaglio legato alla Risurrezione del Signore è ricco di significato, non possiamo fare altro che ringraziare Dio per averci inviato dei messaggeri — i suoi angeli — per annunciare le meraviglie della salvezza. È proprio tramite loro che l’umanità ha potuto conoscere importanti eventi e aspetti della provvidenza amorosa del Creatore.

La parola “angelo” deriva dal latino angelus, traslitterazione del greco ἄγγελος (ángelos), che significa “messaggero”.


Perché si chiama “Lunedì dell’Angelo”?

Le ragioni sono diverse. Anzitutto, questa giornata può essere occasione per ricordare il caro San Giovanni Paolo II, il quale il 4 aprile 1994, lunedì dell’Ottava di Pasqua di quell’anno, rifletté sul significato di questa celebrazione e sulla sua radice teologica.
Durante la sua allocuzione dopo la preghiera del Regina Coeli, il Santo Padre disse:

«Perché si chiama così? Mi pare giusto questo nome: “Lunedì dell’Angelo”. È bene lasciare un po’ di spazio a questo angelo, che ha parlato dal profondo del sepolcro: “È risorto”…
Queste parole — È risorto — erano molto difficili da pronunciare, da esprimere, per una persona umana. Anche le donne che si recarono al sepolcro lo trovarono vuoto, ma non poterono dire: È risorto, si limitarono ad affermare che il sepolcro era vuoto. L’angelo dice di più: “Non è qui, è risorto”».

L’Evangelo di San Matteo è la fonte da cui San Giovanni Paolo II trae le parole dell’angelo del Signore che riprende nel suo discorso. L’evangelista scrive:

«L’angelo si rivolse alle donne e disse: “Non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto. Venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risorto dai morti e vi precede in Galilea. Là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto”» (Mt 28, 5-7).


Lunedì dell’Angelo: occasione di contemplazione

Il Lunedì dell’Angelo è anche un tempo propizio per riflettere sulla sapienza divina che ha stabilito che i suoi angeli fossero mediatori tra Lui e ciascuno di noi.
Gli angeli custodisconoavvertono e trasmettono i doni di Dio nella quotidianità delle nostre vite.


Messaggeri della salvezza

È importante ricordare che gli angeli sono servi e messaggeri di Dio. In quanto creature puramente spirituali, possiedono intelligenza e volontà. Sono esseri personali e immortali, privi di corporeità e, stando alla continua presenza di Dio, superano in perfezione tutte le creature visibili.

Cristo è il centro e il capo degli angeli, e questi Gli obbediscono perché amano la volontà di Dio.
Per questo motivo, Dio affida loro l’annuncio dei suoi disegni salvifici.

È essenziale sapere che la Sacra Scrittura e la Tradizione sono sufficienti per comprendere il ruolo degli angeli, e che è necessario evitare deformazioni sulla loro natura e missione, provenienti da visioni estranee al cristianesimo, come ad esempio nella cosiddetta “new age”.
Nel paganesimo o in varie forme di sincretismo, gli angeli vengono spesso rappresentati come esseri subordinati ai desideri umani, piuttosto che strumenti della volontà di Dio.


E la Vergine ascoltò dall’angelo: “Rallegrati, Maria”

A partire da oggi e fino alla fine della Cinquantesima Pasquale, nel giorno di Pentecoste, si recita la preghiera del Regina Coeli al posto dell’Angelus. Allo stesso modo, al termine del Santo Rosario, si può sostituire la Salve Reginacon questa stessa preghiera.

Nel 2009, Papa Benedetto XVI ricordava che il “Rallegrati, Maria” pronunciato dall’angelo risuona come invito alla gioia:

«Gaude et laetare, Virgo Maria, alleluia, quia surrexit Dominus vere, alleluia»,
ovvero:
«Gioisci ed esulta, Vergine Maria, alleluia, perché il Signore è veramente risorto, alleluia».


Regina Coeli

Regina del cielo, rallegrati, alleluia.
Perché Colui che hai meritato di portare, alleluia,
È risorto come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia.
Gioisci ed esulta, Vergine Maria, alleluia.
Perché il Signore è veramente risorto, alleluia.

Preghiamo

O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridonato la gioia al mondo intero, per intercessione della Vergine Maria, concedi anche a noi di godere la gioia della vita eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale può essere trovato qui.

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