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Papa Francesco impartisce la benedizione “Urbi et Orbi” nella Domenica di Pasqua 2025 – VIDEO

Papa Francesco impartisce la benedizione Urbi et Orbi dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro, il 20 aprile 2025, domenica di Resurrezione | Daniel Ibanez/EWTN News
Papa Francesco impartisce la benedizione Urbi et Orbi dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro, il 20 aprile 2025, domenica di Resurrezione | Daniel Ibanez/EWTN News

Papa Francesco si è affacciato dal balcone della Loggia centrale della facciata della Basilica di San Pietro per impartire la Benedizione apostolica Urbi et Orbi davanti alla folla di pellegrini che gremiva Piazza San Pietro e i suoi dintorni in questa Domenica di Risurrezione.

“Cari fratelli e sorelle, Buona Pasqua!”, ha esclamato il Santo Padre, accompagnato dal suo infermiere personale, Massimiliano Strappetti.

Il Pontefice, 88 anni, si è presentato in sedia a rotelle e senza cannule nasali. Ha augurato una felice Pasqua a tutti i presenti e ha annunciato, con voce visibilmente affaticata, che sarebbe stato il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, Mons. Diego Ravelli, a leggere a suo nome il messaggio pasquale rivolto a tutta la Chiesa Cattolica e al mondo intero.

“Che non venga mai meno il principio di umanità come asse cardinale. Di fronte alla crudeltà dei conflitti, non possiamo permetterci di dimenticare che non si colpiscono obiettivi, ma persone con un’anima e una dignità”, ha affermato il Pontefice, che proseguirà la convalescenza per la polmonite bilaterale almeno fino alla fine di maggio, secondo quanto indicato dai suoi medici.

Quando è apparso, la gioia è esplosa tra le 35.000 persone presenti in Piazza San Pietro.

“Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno nei numerosi conflitti che colpiscono varie parti del mondo. Quanta violenza percepiamo spesso anche nelle famiglie, contro le donne o i bambini. Quanto disprezzo c’è talvolta verso i più deboli, gli emarginati e i migranti”, ha lamentato nel messaggio.

E ha aggiunto: “In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e a fidarci degli altri — anche di chi non ci è vicino o proviene da terre lontane, con usanze, stili di vita, idee e abitudini diversi da quelli a noi familiari — perché tutti siamo figli di Dio. Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile”.

Non cedere alla logica della paura che isola

Il Santo Padre ha esortato in modo particolare i responsabili politici “a non cedere alla logica della paura che isola, ma a utilizzare le risorse disponibili per aiutare chi è nel bisogno, combattere la fame e promuovere iniziative che favoriscano lo sviluppo”.

“Queste sono le ‘armi’ della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte. Che non venga mai meno il principio di umanità come asse della nostra azione quotidiana. Di fronte alla crudeltà dei conflitti che colpiscono civili disarmati, colpendo scuole, ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che ciò che è nel mirino non è un semplice obiettivo, ma persone con un’anima e una dignità”, ha sottolineato.

Ha quindi lanciato un accorato appello alla pace e alla fraternità, passando in rassegna i principali focolai di conflitto armato e ricordando “tutte le vittime, le cui lacrime sono state raccolte” da Cristo.

“Che risplenda la luce della pace su tutta la Terra Santa”

Il Pontefice ha ricordato la celebrazione congiunta quest’anno della Pasqua cattolica e ortodossa nella Chiesa del Santo Sepolcro e ha chiesto che “risplenda la luce della pace su tutta la Terra Santa e sul mondo intero”. Riferendosi al conflitto tra israeliani e palestinesi, il Papa ha affermato: “Mi sento vicino alla sofferenza dei cristiani in Palestina e in Israele, così come a tutto il popolo israeliano e a tutto il popolo palestinese”.

Ha poi denunciato anche il “clima crescente di antisemitismo” e invocato un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza.

Ha chiesto inoltre alle parti in conflitto “di cessare le ostilità, di liberare gli ostaggi e di portare aiuto alla popolazione, che ha fame e aspira a un futuro di pace”.

Il Santo Padre ha chiesto preghiere anche per le comunità cristiane del Libano e della Siria, “che desiderano stabilità e partecipazione al destino delle rispettive nazioni”.

Yemen e l’Ucraina martoriata

Nel suo messaggio pasquale, il Pontefice ha rivolto un saluto particolare anche al popolo dello Yemen, “che sta vivendo una delle più gravi crisi umanitarie ‘prolungate’ del mondo a causa della guerra”, invitando la comunità internazionale a cercare soluzioni attraverso “un dialogo costruttivo”.

Come fa in ogni occasione pubblica, il Papa ha invocato il dono della pace per “l’Ucraina martoriata” ed esortato tutti gli attori coinvolti “a proseguire negli sforzi per raggiungere una pace giusta e duratura”.

Accordo di pace definitivo tra Armenia e Azerbaigian

Il Santo Padre ha anche espresso il desiderio “che si giunga presto alla firma e all’attuazione di un Accordo di pace definitivo tra Armenia e Azerbaigian, che porti alla tanto desiderata riconciliazione nella regione”, e ha lanciato un appello affinché, nei Balcani occidentali, “si evitino comportamenti pericolosi e destabilizzanti”.

Nel suo sguardo sul continente africano, Papa Francesco ha augurato che “Cristo Risorto, nostra speranza, conceda pace e consolazione ai popoli africani vittime di aggressioni e conflitti, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e nel Sudan del Sud” e ha rivolto un pensiero a chi soffre “nel Sahel, nel Corno d’Africa e nella Regione dei Grandi Laghi”.

Myanmar, “da anni tormentato da conflitti armati”

Infine, parlando dell’Asia, ha invitato a non dimenticare il Myanmar, che ha subito un devastante terremoto di magnitudo 7,7 lo scorso 28 marzo, causando oltre 3.600 vittime, anche se il bilancio potrebbe aumentare. “In questo tempo, non facciamo mancare il nostro aiuto al popolo birmano, tormentato da anni da conflitti armati, che affronta con coraggio e pazienza le conseguenze del devastante terremoto a Sagaing”, ha affermato.

Ha poi concluso chiedendo che, in questo Anno Giubilare, la Pasqua sia anche occasione favorevole per liberare i prigionieri di guerra e i detenuti politici.

“Cari fratelli e sorelle: nella Pasqua del Signore, la morte e la vita si sono affrontate in un prodigioso duello, ma il Signore vive per sempre e ci infonde la certezza che anche noi siamo chiamati a partecipare alla vita che non conosce tramonto, dove non si udranno più il fragore delle armi né gli echi della morte. Affidiamoci a Lui, perché solo Lui può fare nuove tutte le cose. Buona Pasqua a tutti!”, ha concluso.

Dopo il messaggio e la benedizione, Papa Francesco ha percorso per alcuni minuti Piazza San Pietro sulla papamobile per salutare e benedire i fedeli presenti.

Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.

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