Nel cuore del Giubileo 2025, il coro della Basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione di Washington ha portato la propria missione musicale a Roma, unendo spiritualità e bellezza in un pellegrinaggio attraverso le basiliche più iconiche della città eterna. Un viaggio fatto di armonie sacre, condivisione e testimonianze di fede, che conferma come la musica possa ancora oggi toccare i cuori e avvicinare a Dio.
Nel contesto del Giubileo del 2025, la Basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione di Washington, la più grande chiesa cattolica del Nord America, ha compiuto un pellegrinaggio liturgico e musicale fino al cuore della cristianità: Roma. Una missione spirituale, culturale ed evangelizzatrice, che ha unito due santuari mariani attraverso il linguaggio universale della musica sacra.
Il coro del santuario, formato da sedici cantori professionisti, è da sempre impegnato a offrire musica liturgica di altissima qualità, in una tradizione viva che si integra perfettamente nella liturgia cattolica. Come spiega il direttore musicale, Dr. Peter Latona, “la musica in generale è davvero la più alta forma d’arte. Ha la capacità di unire i cuori e le menti, in modo che le persone pensino e sentano la stessa cosa nello stesso momento. Ed è proprio questa l’idea del culto comunitario: pregare, lodare, imparare, essere ispirati e sperimentare il divino”.
Musica e bellezza come strumenti di evangelizzazione
Durante il pellegrinaggio romano, il coro si è esibito in celebri chiese come Santa Maria Maggiore e San Pietro in Vincoli, con un repertorio che spazia dalla musica rinascimentale del XVI e XVII secolo fino a composizioni americane contemporanee. Il tutto, con un unico scopo: “offrire musica di qualità all’interno della liturgia del Santuario Nazionale,” continua il Dr. Latona, “ma anche condividere questa musica come forma di evangelizzazione, soprattutto attraverso i concerti. E quale posto migliore per farlo se non Roma, durante un anno giubilare?”
Il potere spirituale della musica
La cantoria della basilica non è composta solo da professionisti eccellenti, ma da veri e propri testimoni della bellezza. Charlotte Stewart, corista, spiega: “spero che la musica li avvicini davvero a Dio. Ha una tale capacità di trascendere il tempo e il luogo e di commuovere le persone in un modo che le parole da sole non riescono a fare. È un modo meraviglioso per sperimentare la Chiesa, Dio e la fede”.
Charlotte aggiunge: “c’è qualcosa nel suono, nelle onde sonore che vibrano nel corpo, che penetra l’anima in un modo unico. Puoi sentire i battiti collettivi del cuore del coro, l’organo, e le parole cantate alla gloria di Dio. Tutto questo è semplicemente magico”.
Musica e conversione: la storia di Sara
Per Sara MacKimmie, la musica sacra è stata più di un’arte: è stata uno strumento di conversione. “Ho tanti amici entrati nella Chiesa attraverso lo studio dei Padri o del tomismo. Ma per me, ciò che mi ha veramente evangelizzato è stata la bellezza della musica e della liturgia”.
Sara visitò Roma per la prima volta nel 2016 con il coro, durante il Giubileo della Misericordia. “Sono stata così ispirata da tutto ciò che ho visto a Roma che ha avuto un grande impatto su di me. Insieme a ciò che avevo vissuto nel mio primo anno al Santuario, ho capito che volevo davvero essere cattolica. Sono stata accolta nella Chiesa nel 2017”.
Una tradizione viva, mai obsoleta
Anche per John Mullan, corista del santuario, la musica sacra ha un impatto profondo: “ci auguriamo che le persone lascino i nostri concerti sentendosi rinvigorite, rinnovate, con un legame più profondo con la musica e con i testi che ascoltano. Ma più di tutto, speriamo che provino gioia. Questo è davvero ciò che vogliamo trasmettere”.
Il Dr. Latona conclude: “è importante ricordare che la Chiesa non è un museo, ma un’istituzione viva e vibrante. Dobbiamo parlare alle persone che pregano, ispirandole. E il modo migliore per farlo è mostrare loro la bellezza, ma sempre integrata nella liturgia.”