Il dottor Sergio Alfieri, direttore del Dipartimento medico-chirurgico del Policlinico Gemelli, che ha coordinato le cure e le terapie a Papa Francesco durante il ricovero per una polmonite bilaterale, ha assicurato che “non è più malato” e che, in questa nuova fase del pontificato, comincia “un tira e molla tra lui e i medici”.
“Il Papa non è più malato. Quando era in ospedale è stato immunodepresso e quindi ci sono stati dei problemi. Adesso non è più immunodepresso, adesso non è più malato. È in convalescenza. Ha appena fatto due settimane. Speriamo che rispetti anche le altre sei”, ha dichiarato Alfieri in un’intervista al TG1, il principale telegiornale della RAI.
Dopo cinque settimane di ricovero a Roma, il Pontefice, 88 anni, è tornato lo scorso 23 marzo in Vaticano, dove prosegue la convalescenza di almeno due mesi, senza attività pubbliche e con terapie di rieducazione motoria e respiratoria.

“Lo conosciamo. Ora che è uscito, quando ci saranno le condizioni, si riprenderà piano piano. Comincia adesso un tira e molla tra lui, che vuole stare sempre più in mezzo alla gente, e noi medici, che non vogliamo certo bloccarlo, ma che desideriamo che rispetti la convalescenza”, ha aggiunto Alfieri.
Il Papa, che questa settimana ha ripreso gli incontri di lavoro con alti rappresentanti della Curia Vaticana, dopo due settimane di isolamento rigoroso, senza alcun tipo di visita, ha avviato una nuova fase del suo pontificato. Domenica, durante il Giubileo degli Ammalati, si è presentato a sorpresa e si è intrattenuto con i fedeli, stringendo anche alcune mani.
Il chirurgo Sergio Alfieri, che ha operato due volte Papa Francesco per una stenosi diverticolare del colon, era presente in Piazza San Pietro e ha lasciato intendere di essere stato a conoscenza della sorpresa preparata dal Santo Padre, il suo paziente più illustre.
“Ha fatto questa sorpresa per dimostrare che non è solo tornato a casa, a Santa Marta, ma anche tra il suo popolo, in mezzo alla gente. Non nasconde la sua fragilità, per far vedere che a volte ha bisogno per più tempo di queste cannule a bassa concentrazione di ossigeno”, ha spiegato.
Ha inoltre precisato che la fase più critica della polmonite bilaterale è già stata superata, anche se il Pontefice prosegue la terapia farmacologica prescritta al Gemelli.
“Decide lui. Se fosse stato per lui, sarebbe uscito una settimana prima”, ha commentato, lasciando intendere che ci potranno essere nuove sorprese.
Questo mercoledì il Vaticano diffonderà, come già avvenuto in altre occasioni, il testo preparato per l’Udienza Generale, che comunque resterà sospesa. L’appuntamento in cui il Pontefice tiene la sua catechesi è cancellato da sette settimane, escluse quelle degli esercizi spirituali di Quaresima, seguiti in videoconferenza dall’ospedale.
Tuttavia, non ci sono ancora previsioni sulla possibile partecipazione del Papa alle celebrazioni liturgiche della Settimana Santa.
In ogni caso, qualora fosse assente per motivi di salute, non sarebbe la prima volta che si vive una Settimana Santa segnata da problemi fisici, come ha ricordato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.
Nel 2005, l’assenza di Giovanni Paolo II (1978–2005), ormai molto debilitato e morto pochi giorni dopo, segnò profondamente le celebrazioni pasquali, che furono presiedute per lo più dal Cardinale Angelo Sodano, allora Segretario di Stato.
Allo stesso modo, poco prima della Settimana Santa 2023, il Papa era stato dimesso dopo essere stato ricoverato al Gemelli per un’altra infezione polmonare, da cui si era ripreso rapidamente.
Tuttavia, dovette delegare la celebrazione della Domenica delle Palme al Cardinale Leonardo Sandri, vice-decano del Collegio Cardinalizio.
L’anno scorso, un’altra bronchite impedì al Pontefice di partecipare al tradizionale Via Crucis al Colosseo, per evitare l’esposizione alle basse temperature notturne.
Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.