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Tra guerra e speranza: l’Ordine di Malta in prima linea per l’umanità

Mentre il conflitto in Ucraina prosegue senza una vera prospettiva di pace e le tensioni in Terra Santa si intensificano, ci sono realtà silenziose ma attivissime che, lontane dai riflettori politici, operano concretamente per alleviare la sofferenza e sostenere i più vulnerabili. Una di queste è l’Ordine di Malta, storico organismo cattolico con radici millenarie e una vocazione umanitaria che attraversa i secoli.

In questa intervista esclusiva per EWTN, Andreas Thonhauser, Vatican Bureau Chief, ha incontrato Riccardo Paternò di Montecupo, Gran Cancelliere dell’Ordine di Malta, per parlare del ruolo dell’Ordine nei teatri di crisi internazionali, del valore della neutralità umanitaria e del coinvolgimento delle nuove generazioni.

Intervista

Mentre le potenze mondiali stanno ancora cercando di decidere come porre fine all’attuale guerra sul suolo europeo, la Chiesa sta aiutando sul campo. L’Ordine di Malta si dedica da secoli agli aiuti umanitari. I suoi volontari e cavalieri sono sempre stati pronti a rispondere, offrendo assistenza medica e diplomatica, soprattutto in luoghi come l’Ucraina e la Terra Santa.

Riccardo Paternò di Montecupo: Noi siamo presenti fin dal primo giorno da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Il mondo occidentale ha fatto negli ultimi tre anni tutto quello che poteva fare, però è evidente che bisogna chiudere questo capitolo.

Lei è stato spesso in Terra Santa. Che impressioni ha raccolto da quella realtà?

Riccardo Paternò di Montecupo: Io sono stato moltissime volte in Terra Santa. Si ha sempre l’impressione che possa accadere qualcosa all’improvviso. Direi che se la politica del mondo non riesce a trovare delle soluzioni che siano non solo un po’ più stabili, ma che rispettino tutte le diversità di quel luogo, non credo che sarà facile trovare una via d’uscita all’attuale situazione.

Situazione simile anche in Ucraina, qui in Europa. Quali sono le sue impressioni in merito?

Riccardo Paternò di Montecupo: Esiste un principio, il principio dell’integrità territoriale dell’Ucraina, esiste il principio di difendere l’aggredito, che sono principi validi, ed esiste un principio umanitario di difendere le persone in difficoltà e deboli. Il mondo occidentale ha fatto negli ultimi tre anni tutto quello che poteva fare. Adesso non sta a me, come Ordine di Malta, definire cosa sarebbe bene fare per arrivare alla pace, però è evidente che bisogna chiudere questo capitolo.

L’Ordine di Malta, come al solito, in questa vicenda di geopolitica internazionale non è intervenuto e se ne tiene ben lontano, però ha fatto quello che doveva fare. Siamo presenti fin dal primo giorno da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Aiutiamo anche tutti i Paesi che circondano l’Ucraina e, da molti altri Paesi del mondo, c’è stata una catena di solidarietà per inviare mezzi finanziari, aiuti materiali, volontari e quant’altro.

L’Ordine è stato fondato ufficialmente nel 1113. È ancora attraente per le persone del mondo di oggi entrare a far parte di un ordine così ricco di storia?

Riccardo Paternò di Montecupo: Io penso che l’Ordine di Malta, per rimanere attraente, debba fare due cose semplicissime… o meglio, due cose fondamentali. La prima è rimanere fedele a sé stesso, cioè evitare di inseguire le mode. Deve continuare ad avere questo aspetto di serietà, neutralità e religiosità che è fondamentale, perché completa il nostro profilo.

Dall’altra parte, però, viviamo nel mondo. Quindi per essere attrattivi bisogna assolutamente capire quello che il mondo vuole oggi. E il mondo vuole oggi che nulla può essere fatto in maniera non professionale. Anche il volontario, anche l’attività umanitaria deve essere fatta con un approccio quanto più è possibile professionale.

Noi organizziamo un pellegrinaggio a Lourdes, e quello che è bellissimo vedere in quella settimana è che la maggior parte dei ragazzi che aiutano i malati sono giovanissimi. Non solo forniscono aiuto materiale – imboccarli, portarli alla grotta, svestirli, metterli a letto, aiutarli nelle piscine – ma parlano con loro, danno speranza, cambiano la percezione della vita di chi soffre.

E sembra che questo sia ancora attraente anche per i giovani che vengono a pregare e ad aiutare gli altri.

Riccardo Paternò di Montecupo: Là avviene. E paradossalmente, Lourdes è il posto dove io vedo più facilmente una quantità sterminata di giovani.

Grazie per aver condiviso questa ampia storia dell’Ordine di Malta e per tutte le opere in cui siete coinvolti. Grazie per essere stato qui con noi.

Riccardo Paternò di Montecupo: Grazie infinite a voi.

In un mondo ferito da guerre e divisioni, l’esempio dell’Ordine di Malta è un richiamo concreto al valore del servizio silenzioso e competente. Tra diplomazia, professionalità e fede, i suoi volontari e cavalieri continuano a costruire ponti di speranza, là dove regna la paura. Un impegno che affonda le radici nella storia e guarda con realismo, ma anche con fiducia, al futuro.

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