“Carlo è un altro Francesco”, ha dichiarato ad ACI Digital — agenzia in lingua portoghese del gruppo EWTN News — don Fábio Vieira, di Corumbá, nello stato brasiliano del Mato Grosso do Sul, che ha vissuto con la famiglia Acutis ad Assisi.
Per lui, uno dei maggiori promotori in Brasile della devozione verso il futuro santo, “Carlo Acutis attualizza il carisma francescano nei nostri tempi in un modo bellissimo”.
Il Beato Carlo Acutis, che sarà canonizzato il 27 aprile durante il Giubileo degli Adolescenti, ha un legame profondo con San Francesco e con Assisi. Fu inizialmente sepolto nel cimitero della città umbra e, successivamente, traslato in una cappella nel Santuario della Spogliazione, il luogo dove San Francesco si spogliò di tutto, perfino dei propri vestiti, per seguire Gesù.
Secondo don Fábio, Francesco d’Assisi fu l’ispirazione di Carlo, che a sua volta si “spogliò della ricchezza”, ma in un altro modo.
“Carlo fece sì che la sua famiglia desse un senso alla propria ricchezza. Non ebbe bisogno di togliersi le vesti e consegnarle a suo padre, ma fece in modo che i suoi genitori trovassero un significato alla ricchezza”, ha raccontato don Fábio, amico stretto della famiglia Acutis.
Conobbe Antonia Salzano, la madre di Carlo, nel 2012, e da allora la visitava ogni anno. Nel gennaio 2020, Antonia lo invitò a soggiornare presso la loro casa per studiare l’italiano. Don Fábio accettò, ma nel marzo 2020, con l’inizio della pandemia di Covid-19 e del lockdown, si ritrovò in quarantena presso la famiglia Acutis, dove visse per un anno intero. Fu proprio grazie a questa esperienza che poté conoscere da vicino i dettagli della vita del futuro santo e ne fu così colpito da decidere di diffonderne la devozione in Brasile.
Basandosi sui racconti ascoltati durante quel periodo vissuto a stretto contatto con la famiglia Acutis, il sacerdote afferma che Carlo “è più francescano di molti francescani” e che “oggi, chi non ha conosciuto San Francesco può conoscerlo attraverso Carlo, perché Carlo ha attualizzato il carisma”.
Anche Antonia Salzano aveva parlato del legame tra Carlo e Assisi durante un colloquio organizzato dalla diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino nei giorni che precedettero la beatificazione, avvenuta il 10 ottobre 2020.
“Carlo aveva una grande devozione per San Francesco, il santo eucaristico, il santo della comunità, il santo cristologico”, raccontò Antonia. “Diceva di voler diventare santo, ma non come San Francesco, perché Francesco era troppo difficile da imitare”.
Secondo lei, Carlo portava Assisi nel cuore e diceva che era la città in cui “si sentiva più felice”.
Antonia raccontò anche che suo figlio aveva una particolare sensibilità verso i poveri:
“Vicino a casa nostra c’era un giovane che dormiva per strada e Carlo gli portava da mangiare e gli dava del denaro”.
“Non è un caso che i resti mortali di Carlo si trovino proprio nel luogo dove Francesco si è spogliato, nel Santuario della Spogliazione. Non è una coincidenza. Questo dice tanto”, ha concluso don Fábio Vieira.
Tradotto e adattato dalla redazione di ewtn.it. L’originale si trova qui.