Nel cuore dell’era digitale, un ragazzo italiano ha saputo trasformare Internet in uno strumento di evangelizzazione. Il documentario “Carlo Acutis e il suo amore per l’Eucarestia” racconta in poco più di cinque minuti la straordinaria testimonianza di fede di Carlo Acutis, il primo santo millennial, che ha fatto dell’amore per l’Eucaristia il centro della sua vita.
Nel 1991, anno della nascita del World Wide Web, nasceva anche Carlo Acutis, un ragazzo che avrebbe usato quella stessa tecnologia per evangelizzare il mondo. Oggi, un documentario di cinque minuti dal titolo “Blessed Carlo Acutis and His Love for the Eucharist” racconta in modo toccante e profondo la sua breve ma luminosa esistenza.
Carlo era un ragazzo come tanti: amava la PlayStation, il calcio e i cartoni animati. Ma aveva anche qualcosa di unico: una fede viva e consapevole. Fin da piccolo, mostrò una devozione speciale per l’Eucaristia, che definiva “la mia autostrada per il Cielo”. A undici anni creò un sito web per catalogare i miracoli eucaristici, unendo tecnologia e fede come nessun altro ragazzo della sua età.
“Carlo non capiva perché la gente faceva file lunghissime per le partite di calcio o i concerti, ma non per l’Eucaristia,” racconta la giornalista Courtney Mares, autrice del libro Blessed Carlo Acutis: A Saint in Sneakers.
“Diceva: ‘Perché non vediamo mai la gente fare la fila per l’Ostia consacrata?’ E così, con la sua famiglia, ha preparato una mostra sui miracoli eucaristici nel mondo, inaugurata durante l’Anno dell’Eucaristia proclamato da Giovanni Paolo II.”
Dopo la sua prima Comunione a sette anni, Carlo non ha mai saltato un giorno di Messa. La madre, Antonia Salzano, ricorda:
“Carlo quando gli comunicarono che aveva la leucemia, che era una malattia che si poteva anche morire, fece un sorriso, disse: ‘Il Signore mi ha dato una bella sveglia’, come per dire: è arrivato il mio momento.
Poi disse: ‘Da qui non esco vivo, però mamma, ti darò tanti segni, stai tranquilla.’”
Carlo morì nel 2006, a soli 15 anni, ma il suo funerale fu vissuto come una celebrazione.
“Sicuramente, tanti si ricordano questo funerale,” continua Antonia.
“Più che un funerale sembrava una festa, ma infatti penso che la festa era perché Carlo poi è finito in paradiso, subito. Come aveva chiesto al Signore: ‘Offro le mie sofferenze per il Papa e la Chiesa per non fare il Purgatorio e andare dritto in Paradiso’, e quindi credo che il Signore l’abbia ascoltato.”
Oggi, Carlo è sepolto ad Assisi, nel Santuario della Spogliazione, il luogo in cui san Francesco si spogliò dei suoi beni. Un gesto simbolico, ma perfettamente in linea con la spiritualità radicale del giovane beato.
“Carlo è il mio piccolo maestro,” afferma padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira, già rettore del Santuario.
“Mi sta insegnando tanto, soprattutto a riscoprire due grandi tesori della mia vita: l’Eucaristia e l’amore per la Vergine Maria.
Per lui non esistevano mezze misure. Diceva: ‘Essere sempre unito a Gesù, ecco il mio progetto di vita.’”
L’impatto di Carlo non si è limitato alla sua famiglia. La madre Antonia racconta che è proprio grazie al figlio che è tornata alla fede:
“Carlo è stato uno strumento che Dio ha usato per farmi capire che Gesù è davvero presente nel Santissimo Sacramento. Prima pensavo che fossero solo simboli. Ma grazie a lui ho capito la verità dell’Eucaristia.”
Courtney Mares conclude il documentario con una riflessione che è anche una sfida per ogni credente:
“Se crediamo davvero che Gesù è presente nell’Eucaristia, perché non facciamo di tutto per stare davanti al Tabernacolo e riceverlo il più spesso possibile?”
Con la sua santità digitale, la sua gioia contagiosa e il suo amore totale per Dio, Carlo Acutis è diventato il modello di santità per una generazione che vive tra social network e smartphone, ma che cerca, come lui, l’unica vera connessione che conta: quella con Cristo.