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Il testo dell’Angelus di Papa Francesco: fragilità e malattia sono esperienze che ci accomunano tutti

Papa Francesco (immagine di repertorio) | Credit Vatican Media

Il testo dell’Angelus diffuso dalla Sala Stampa Vaticana

Il Papa è a Santa Marta, dopo il ricovero al Gemelli. Nessuna apparizione pubblica per questa domenica. Il testo, breve ma carico di significato, è stato reso noto dalla Sala Stampa Vaticana. Parte dal Vangelo di oggi nel quale “Gesù si accorge che i farisei, invece di essere contenti perché i peccatori si avvicinano a Lui, si scandalizzano e mormorano alle sue spalle”. In questo caso, allora Gesù “racconta loro di un padre che ha due figli: uno se ne va di casa ma poi, finito in miseria, ritorna e viene accolto con gioia; l’altro, il figlio “obbediente”, sdegnato col padre non vuole entrare alla festa”. Il testo reso noto oggi parla del cuore di Gesù “sempre misericordioso verso tutti” che “guarisce le nostre ferite perché possiamo amarci come fratelli”.

Un accenno, poi, alla Quaresima e al  Giubileo visto “come tempo di guarigione”. E aggiunge: “Anch’io la sto sperimentando così, nell’animo e nel corpo. Perciò ringrazio di cuore tutti coloro che, a immagine del Salvatore, sono per il prossimo strumenti di guarigione con la loro parola e con la loro scienza, con l’affetto e con la preghiera. La fragilità e la malattia sono esperienze che ci accomunano tutti; a maggior ragione, però, siamo fratelli nella salvezza che Cristo ci ha donato”.

Gli appelli, infine, per la preghiera per la la pace. Papa Francesco cita l’Ucraina, la Palestina, Israele, il Libano, la Repubblica Democratica del Congo e il Myanmar “che soffre tanto anche per il terremoto.Seguo con preoccupazione la situazione in Sud Sudan. Rinnovo il mio appello accorato a tutti i Leader, perché pongano il massimo impegno per abbassare la tensione nel Paese. Occorre mettere da parte le divergenze e, con coraggio e responsabilità, sedersi attorno a un tavolo e avviare un dialogo costruttivo. Solo così sarà possibile alleviare le sofferenze dell’amata popolazione sud-sudanese e costruire un futuro di pace e stabilità”, continua il testo che si conclude con lo sguardo rivolto al Sudan dove “la guerra continua a mietere vittime innocenti. Esorto le parti in conflitto a mettere al primo posto la salvaguardia della vita dei loro fratelli civili; e auspico che siano avviati al più presto nuovi negoziati, capaci di assicurare una soluzione duratura alla crisi. La Comunità internazionale aumenti gli sforzi per far fronte alla spaventosa catastrofe umanitaria”.

Il testo dell’Angelus annovera comunque “anche fatti positivi”:come, ad esempio, “la ratifica dell’Accordo sulla delimitazione del confine tra il Tajikistan e il Kyrgyzstan, che rappresenta un ottimo risultato diplomatico. Incoraggio entrambi i Paesi a proseguire su questa strada”.

Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia

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Antonio Tarallo

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