In una commovente Messa nel cuore di Roma, la comunità cattolica ha ricordato con profondo affetto Madre Angelica, la visionaria fondatrice di EWTN, la cui passione per la diffusione del messaggio del Vangelo attraverso i media continua a ispirare generazioni.
Nove anni dopo la sua scomparsa, avvenuta il 27 marzo 2016, il suo lascito risuona ancora con forza, specialmente in un anno in cui il suo compleanno coinciderà nuovamente con la Domenica di Pasqua, il 20 aprile, nel contesto dell’Anno Giubilare della Speranza.
La celebrazione si è svolta nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, a due passi dal Vaticano. Durante l’omelia, don Diego Sáez Martín ha evidenziato la figura di Madre Angelica come un’autentica messaggera del Vangelo, sottolineando che “Dio non ha mai smesso di inviare nuovi messaggeri della sua Parola affinché la diffondano in tutto il mondo, con modalità sempre nuove ed efficaci”.
Il sacerdote ha sottolineato il ruolo cruciale di Madre Angelica nell’evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione, paragonandola ai profeti dell’Antico Testamento e ai primi discepoli di Cristo.
“Forse questa missione ci sembra troppo grande per noi. Non dobbiamo avere paura. Si tratta semplicemente di raccontare agli altri ciò che sperimentiamo ogni giorno nel nostro cuore”, ha detto.
“Gesù Cristo vuole compiere anche oggi il miracolo attraverso di noi. Noi siamo i continuatori di questa lunga schiera di messaggeri e annunciatori del Vangelo, nella quale siamo intimamente uniti a Madre Angelica”, ha aggiunto.
Don Sáez Martín, uno dei direttori di EWTN in Ucraina, dove è stato missionario dal 2002 al 2010 prima di essere inviato in Turkmenistan fino al 2013, ha ricordato che Madre Angelica non aveva mai pianificato di diventare monaca. E anche dopo essere entrata in un monastero di clausura, “nulla ha potuto zittirla”, ha affermato, rivendicando il suo straordinario lascito.
Sentendosi chiamata da Dio, con la sua azione e la sua opera, “ha ispirato molti uomini e donne a prendere parte a questa missione di annunciare la Parola Eterna al mondo, con strumenti nuovi e sempre più efficaci”, ha spiegato.
Riflettendo sul passo biblico di Geremia 7,23-28, che racconta come il popolo di Israele non ascolti la voce di Dio né segua il suo cammino, il sacerdote spagnolo ha parlato anche delle difficoltà che affrontano coloro che proclamano la Parola di Dio.
Come accadde a Geremia, allo stesso Signore, a Madre Angelica e a tanti altri operai del Vangelo, “il loro messaggio sarà spesso contestato, frainteso e rifiutato”.
“E se non saremo perseguitati, almeno saremo derisi”, ha aggiunto, ricordando l’instancabile dedizione di Madre Angelica all’evangelizzazione e rinnovando l’impegno a proclamare il Vangelo con coraggio e fiducia nella Provvidenza, proprio come ha fatto lei.
Don Sáez Martín ha poi evocato una delle sue frasi più iconiche, particolarmente significativa nel contesto attuale dell’evangelizzazione: “Finché non ci renderemo ridicoli, Dio non potrà fare il miracolo”.
Il sacerdote ha ricordato che Madre Angelica era sempre chiara nelle sue spiegazioni durante le trasmissioni in diretta di Mother Angelica Live, in cui spesso evidenziava la debolezza degli apostoli, incluso Pietro.
Tuttavia, “ha saputo anche cercare e trovare ciò che il Signore Gesù vedeva negli apostoli che aveva scelto”, ha sottolineato. Ha inoltre ricordato che Madre Angelica amava parlare del brano della pesca miracolosa, in cui evidenziava l’onestà e la sincerità di Pietro nel riconoscere il proprio fallimento.
Riferendosi al passo evangelico dell’uomo muto liberato da Gesù dal demonio, ha spiegato che il più grande ostacolo alla grazia è il rifiuto di ascoltare e riconoscere l’azione di Dio.
“Davanti all’intervento di Gesù a favore di quell’uomo, la folla rimase ammirata, ma alcuni manifestarono l’ostilità che esisteva tra Gesù e i farisei, cercando di trovare motivi per negare l’origine del potere di Gesù. In spagnolo si dice che ‘non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere’”, ha detto don Sáez.
Ha poi spiegato che, dopo essere stato liberato, “quell’uomo si mise a parlare. Non riuscì più a tacere. Lo stesso accadde con Madre Angelica”.
“La persona che sperimenta davvero la salvezza di Dio non può restare in silenzio, ma sente il bisogno di raccontare agli altri ciò che sta accadendo nella sua vita”, ha affermato, evidenziando che questo avviene in tutti coloro che comunicano la Buona Novella.
“Vogliamo raccontare al mondo intero le meraviglie del Signore, la salvezza che Dio opera in noi”, ha detto.
Infine, ha invitato a rendere grazie per la vita e l’eredità di Madre Angelica, pregando Dio per la fedeltà nel continuare la missione evangelizzatrice:
“Ringraziamo Dio per la vita e il lascito di Madre Angelica. E chiediamo a Dio la fedeltà alla nostra missione, perché Dio non si stanca mai di chiamarci alla conversione e a vivere secondo la sua Parola Eterna”.
Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.