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Gli Esercizi spirituali della Curia Romana. Pasolini: “Tutto può diventare eterno”

Padre Pasolini durante gli Esercizi spirituali della Curia Romana | Padre Pasolini durante gli Esercizi spirituali della Curia Romana | Credit Vatican Media

Padre Pasolini, Predicatore della Casa Pontificia, continua gli Esercizi spirituali alla Curia. Papa Francesco li segue grazie al canale televisivo vaticano.

Ieri pomeriggio, la settima meditazione degli Esercizi spirituali alla Curia, condotti da Padre Pasolini, francescano cappuccino, Predicatore della Casa Pontificia, nell’aula Paolo VI. Continua, così, il percorso spirituale che coinvolge la Curia nel periodo della Quaresima. Anche oggi la Sala Stampa Vaticana ha informato i giornalisti che Papa Francesco sta seguondo dal Policlinico Gemelli gli Esercizi grazie al mezzo televisivo vaticano. 

Al centro di questa meditazione, ancora una volta, il tema della vita eterna. Il problema – secondo Pasolini – è l’illusione di un’immortalità che la nostra epoca sta alimentando sempre più data “dal progresso e dal benessere, che ci porta a ignorare i limiti della condizione umana”. In questo discorso, Pasolini, coinvolge anche la Chiesa che “talvolta, fatica a ridimensionarsi per offrire una testimonianza credibile del Regno di Dio. Questa rimozione della morte si manifesta nell’incapacità di vivere serenamente l’attesa e nell’ossessione per l’iperattività e la presenza costante sui tanti fronti in cui la realtà ci sollecita”. E continua: “Questo allontanamento dal concetto di morte impedisce di comprendere il senso più profondo della vita e della speranza cristiana. San Francesco d’Assisi, chiamandola “sorella morte”, offre un’alternativa radicale: accettare la finitudine umana come parte di un percorso che conduce all’eternità”. Il discorso poi verte sul peccato che rimane un fallimento della libertà e che “nasce spesso dal tentativo di sfuggire alla precarietà della vita”. Come allora far fronte a tutto ciò? Pasolini propone la via dell’amore – “unico vero antidoto” –  vissuto in “maniera concreta e profonda”. E per comprendere bene questo concetto ci viene in aiuto “l’incarnazione che ci chiede di rimanere saldi nella fiducia che la realtà, nonostante le sue difficoltà, è il luogo del regno di Dio”. 

Stamane, invece, l’ottava meditazione. Dopo un saluto “pieno di affetto e gratitudine” al Papa in occasione dell’anniversario della sua elezione, Padre Pasolini si è concentrato sul tema “Gesù è il vero pane di vita”: “Gesù propone l’eternità come un dono da accogliere, non come un bene da conquistare. L’episodio del giovane ricco nei Vangeli sinottici mostra il contrasto tra chi cerca la vita eterna come un premio e l’invito di Cristo a lasciar andare ogni sicurezza per seguirlo. Il giovane, incapace di distaccarsi dalle sue ricchezze, se ne va triste. Pietro allora chiede cosa riceveranno coloro che hanno lasciato tutto, e Gesù promette la vita eterna a chi si affida completamente a lui”. Poi, lo sguardo al mondo contemporaneo in cui il distacco ci spaventa perché è difficile “lasciare ciò che ci è caro, anche se la vita stessa ci costringe a farlo. Gesù invita ad anticipare questo passaggio, rendendo l’eternità una realtà già presente”. Fa poi l’esempio di Chiara Corbella Petrillo, “che ha affrontato la malattia con fiducia” e che “dimostra che si può vivere pienamente con Dio già su questa terra. Non si tratta di rinunce, ma di vivere intensamente, liberi da false sicurezze.”

La meditazione si conclude sul tema dell’Eucaristia: “Gesù rivela che il vero pane di vita è lui stesso. Mangiare la sua carne e bere il suo sangue significa partecipare alla sua vita e accogliere la sua esistenza come nostra. L’eucaristia non è solo un rito, ma un’unione trasformante con Cristo”. E conclude: “L’eternità non è un’illusione lontana, ma una realtà che si attua nella nostra vita quando impariamo a offrire con fiducia anche il poco che abbiamo. Agli occhi di Dio, ogni nostro gesto d’amore ha un valore infinito: tutto può diventare eterno”.

Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia

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