Prima tappa nella Basilica di Santa Maria Maggiore
Il cammino stazionale si ferma oggi a Santa Maria Maggiore. “Questa insigne basilica romana, – scrive Mariano Armellini- la più antica dedicata solennemente al culto della Vergine, fu dal terzo Sisto nel secolo V ricostruita e adorna a memoria dell’Efesino concilio.
Ecco perchè sulla cima dell’arco trionfale e sopra l’epigrafe: XYSTVS EPISCOPVS SANCTAE PLEBI DEI, il pontefice volle che signoreggiasse come centro di tutta la vasta composizione il crucigero trono del codice divino corteggiato dagli apostoli Pietro e Paolo ed in alto dalle mistiche imagini personificanti i quattro evangelj. Ed innanzi tutto sapevamo dal papa Adriano I che Sisto III aveva ornato di musaici la basilica di s. Maria Maggiore.
Quei musaici, benchè più volte restaurati, sono in gran parte i sistini del secolo V. È noto che l’eresia di Nestorio consisteva nell’ammettere in Cristo due persone colle due nature, e diceva che la Vergine non aveva da chiamarsi Genitrice di Dio, perchè aveva generato Cristo uomo, non Cristo Dio. Ora Sisto rifacendo la basilica di Liberio ad onore di Maria Madre di Dio, fece rappresentare quei soggetti evangelici che si potevano allegare in rova del domma. Essi sono l’Annunziazione dell’Angolo, la Presentazione al Tempio, l’Adorazione dei Magi, la Strage degli Innocenti, la disputa di Cristo nel tempio. È notevole in quei musaici che la testa di Erode è circondata dal consueto nimbo circolare ad indicare l’autorità regia”.
La Basilica liberiana è l’unica tra le quattro basiliche papali ad aver mantenuto la struttura originale paleocristiana. Recentemente abbiamo imparato a conoscerla meglio perché Papa Francesco va a pregare Maria prima e dopo ogni viaggio.
Molti dei beni preziosi della quale si è arricchita negli anni sono custoditi dal 2001 nel Museo che venne benedetto l’ 8 dicembre di quell’anno da Giovanni Paolo II.
Si tratta di otto sale che raccontano la storia della Basilica, Cristo nel mistero della Natività e della Passione, Maria venerata nella Basilica sotto il titolo di Salus Populi Romani e vari Santi legati in modo particolare alla Basilica: S. Carlo Borromeo (che fu arciprete della Basilica dal 1564-1572), S. Pio V, Pio IX e i calici di diversi artisti come Giuseppe Grazioli, Vincenzo Coaci, Pietro Paolo Spagna, Augusto Castellani offerti da papi, arcipreti, clero liberiano, amministrazione Capitolina, che seguendo la tradizione risalente al 1624, ogni anno offre un calice votivo.
Tra le molte opere d’arte anche tre tavolette con la storia dell’Icona Salus Populi Romani, della fabbrica di Baldassare Croce.
Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia