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Zuppi al Consiglio Permanente della Cei. Preghiera per il Papa, Giubileo, cultura della pace e il sogno europeo

Il Consiglio Permanente della Cei (immagine di repertorio) | Il Consiglio Permanente della Cei (immagine di repertorio) | Credit Cei

L’introduzione del Presidente della Cei, il Cardinal Matteo Maria Zuppi. Tanti i temi presenti.

Si è aperto oggi il Consiglio permanente della Cei i cui lavori termineranno il 12 marzo prossimo. Ad apertura della sessione, come di consueto, l’Adorazione Eucaristica. Un’Adorazione particolare, questa volta, però: al centro, la salute di Papa Francesco. 

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, nella sua introduzione ai lavori, dopo aver ricordato la catena di preghiera per il Pontefice che sta unendo tutte le chiese d’Italia, ha concentrato la sua attenzione sul Giubileo: sul suo valore spirituale. L’uomo è chiamato a cambiare il cuore: “porre un argine all’avidità e alla grettezza del cuore”, così si esprime Zuppi rifacendosi al Libro del Levitico.

Lo sguardo, poi, è rivolto alle carceri, luoghi in cui i detenere teneremento oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo (cita la Bolla d’indizione del Giubileo di Papa Francesco per il Giubileo): “Rinnoviamo la sua richiesta di iniziative che restituiamo speranza, come forme di amnistia o di condono della pena, volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società, ma anche percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un reale impegno nell’osservanza delle leggi”.

Altro punto, la Seconda Assemblea Sinodale (31 marzo-3 aprile 2025). In queste settimane le Diocesi si sono confrontate con lo Strumento di lavoro della Prima Sessione (svoltasi a Roma dal 15 al 17 novembre 2024): “Le sintesi pervenute hanno mostrato l’impegno profuso e hanno offerto un riscontro utile per i prossimi passi. Di certo, constatiamo una forte aspettativa: non possiamo deluderla”.

Immancabile l’anelito di pace per il mondo visto i diversi teatri di guerra aperti in tutto il globo terrestre: “Trepidiamo per la situazione in Medio Oriente e temiamo per la fragile tregua su Gaza. Bisogna che tutti rispettino gli accordi. Ci viene da Papa Francesco un grande insegnamento: non dimenticare il dolore. Ci sono guerre all’interno di un popolo, come in Sudan, nel nord del Congo e, nelle ultime ore, in Siria, paesi – tra l’altro – in cui l’impegno ecclesiale italiano è importante. Seguiamo con trepida attenzione quanto avviene in Ucraina, sottoposta a bombardamenti e attacchi sistematici”, continua il Presidente della Cei. A questa cultura della guerra, dunque, è importante rispondere con una cultura della pace. In questo, importanti sono le voci della Chiesa: “La Chiesa non lavora per sé. Formare cristiani spirituali e responsabilità non è compito confessionale, ma è nostro dovere e soprattutto servizio al mondo, anche a chi non crede o professa altre religioni. Bisogna avere consapevolezza che diverse iniziative sono in corso e tante personalità e figure carismatiche crescono o possono crescere nei nostri ambienti e si abbeverano in tanti modi alle fonti della fede”. E ricorda il clero che si impegna su questo fronte: “Bisogna suscitare uomini saggi, portatori di una cultura piena di umanità capace di resistere a una cultura aggressiva, competitiva, egocentrica, “predicata” in modo martellante dalla macchina della propaganda” continua Zuppi.

Come far fronte, allora, al triste scenario di guerra? Zuppi indica la via europea: “Dobbiamo investire nel cantiere dell’Europa, che non sia un insieme di Istituzioni lontane, ma sia figlia di una lunga storia comune, sia madre della speranza di un futuro umano, non rinunci mai a investire nel dialogo come metodo per risolvere i conflitti, per non lasciare che prevalga la logica delle armi, per non consentire che prenda piede la narrazione dell’inevitabilità della guerra, per aiutare i cristiani ei non-cristiani a mantenere vivo il desiderio di una convivenza pacifica, per offrire spazi di dialogo nella verità e nella carità”.

Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia

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Antonio Tarallo

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