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Le lettere del Venerabile Servo di Dio Salvo D’Acquisto, un’anima sulla terra verso il Cielo

Una lettera di Salvo D'Acquisto | Una lettera di Salvo D'Acquisto | Credit Direzione dei Beni storici dell'Arma dei Carabinieri

Lo scorso 25 febbraio il decreto: ora D’Acquisto è Venerabile. Un profilo attraverso le sue lettere

Lo scorso 25 febbraio Papa Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare alcuni nuovi decreti. Fra questi, ne spicca uno: quello che riguarda Salvo D’Acquisto, Servo di Dio, ora “Venerabile”.  Un passo importante per la Causa di beatificazione e canonizzazione.

D’Acquisto è memoria viva dell’Italia: con il suo servizio ai fratelli, ha segnato una delle pagine di storia più belle del nostro Paese.D’Acquisto è stato insignito della Medaglia d’oro al valor militare per essersi sacrificato il 23 settembre 1943 per salvare un gruppo di civili durante un rastrellamento (nelle vicinanze della località Torre Perla di Palidoro, che rientrava nella giurisdizione territoriale della stazione Carabinieri di Torre in Pietra). Un atto eroico supportato da una salda fede cattolica. Un cuore nobile, attento sempre gli altri, fin da quando ancora piccolo, aveva dimostrato quanto l’essere vicino ai fratelli bisognosi fosse per lui importante: tralascia i giochi da bambino per andare con lo zio Peppino a trovare i malati di tubercolosi ricoverati all’Ospedale degli Incurabili a Napoli; a 10 anni vede un giovane ragazzo tutto infreddolito, scalzo, chiedere l’elemosina; mosso a compassione, Salvo si toglierà le scarpe per donarle al mendicante. Lo fa senza pensarci, d’istinto, mosso da una forza che abita la sua anima. Quella forza si chiama fede in Dio, amore per il prossimo. 

Di lui sono conservate alcune lettere, a testimoniare un’anima limpida e semplice. Ad esempio, in una lettera del 26 novembre 1939destinata ai “genitori carissimi”, D’Acquisto scrive: “Mi dispiace molto appreso che le condizioni del nonno si erano aggravate. Speriamo che il Signore lo faccia guarire e rimettere al più presto possibile”. Parla del Signore, ed è a lui che chiede l’intercessione per la salute del nonno. 

In un’altra lettera datata 18 novembre 1942, appresa la notizia della morte dello zio Enelio, scrive alla “carissima mamma”: “Non c’è bisogno che ti dica che la sua dipartita è per me un grave lutto. A ogni modo bisogna rassegnarsi ai voleri di Dio a prezzo di qualsiasi dolore e di qualsiasi sacrificio”. Colpisce quella parola posta alla fine della frase: “qualsiasi sacrificio”. Circa un anno dopo, il suo sarà un sacrificio d’amore. 

Questi sono solo frammenti, piccole tessere di un più ampio puzzle perché la figura del Venerabile Salvo D’Acquisto presenta diverse sfaccettature raccolte nella tavolozza di colori che è il suo animo: un animo che guardava al Cielo già sulla terra e che nel servizio verso i deboli, grazie alla sua appartenenza all’Arma dei Carabinieri, trovava la sua massima espressione. 

Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia

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Antonio Tarallo

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