Santa Rosa da Viterbo (Viterbo, 9 luglio 1233 – Viterbo, 6 marzo 1251) fu una terziaria francescana, venerata dalla Chiesa cattolica. La sua festa si celebra il 4 settembre e il giorno precedente, il 3 settembre, la città di Viterbo onora la santa con il celebre “Trasporto della Macchina di Santa Rosa”.
Biografia
Rosa nacque a Viterbo nel 1233 da Giovanni e Caterina. Fin da giovane desiderò entrare nel monastero delle clarisse, ma fu respinta a causa della sua salute precaria. Dopo una guarigione miracolosa, entrò nel Terz’Ordine francescano e si dedicò alla predicazione contro i catari, sostenuti dall’imperatore Federico II in opposizione al Papa. Il suo attivismo in favore del papato la portò all’esilio, ordinato dal podestà di Viterbo. Rosa e la sua famiglia si rifugiarono prima a Soriano nel Cimino e poi a Vitorchiano. Secondo la tradizione, in un’occasione uscì incolume da un rogo.
Rosa predisse la morte di Federico II, avvenuta nel 1250, e poté così fare ritorno a Viterbo. Morì l’anno successivo, nel 1251, all’età di 17 anni. Nel 1258, con l’arrivo di Papa Alessandro IV in città, il suo corpo fu riesumato e trovato incorrotto. Venne quindi traslato nel monastero di San Damiano, oggi Santuario di Santa Rosa, evento che divenne l’origine della solenne celebrazione del 4 settembre.
Canonizzazione
Il processo di canonizzazione di Santa Rosa fu avviato subito dopo la sua morte, ma non venne mai concluso ufficialmente. Il procedimento riprese nel 1457, senza esito definitivo. Ancora oggi la sua canonizzazione non è stata formalmente riconosciuta, sebbene sia universalmente venerata come santa.
Il Culto a Viterbo
La festa di Santa Rosa si celebra il 4 settembre, commemorando la traslazione del suo corpo avvenuta nel 1258. La sera del 3 settembre, cento facchini trasportano la “Macchina di Santa Rosa”, una struttura alta circa 28 metri e pesante 50 quintali, sormontata dalla statua della santa. Questo evento spettacolare, che si rinnova ogni cinque anni con una macchina dal design diverso, attira migliaia di fedeli e visitatori.
A Viterbo e nei dintorni sono numerose le raffigurazioni di Santa Rosa, spesso rappresentata con l’abito francescano e una corona di rose sul capo.
Il Corpo di Santa Rosa
Sepolto senza bara, il corpo della santa fu ritrovato incorrotto nel 1258 e traslato nel monastero di San Damiano per volere di Papa Alessandro IV. Nei secoli successivi non furono adottate particolari misure di conservazione, ma i fedeli potevano toccarlo attraverso un’apertura nell’urna. Nel 1921, durante una ricognizione, fu estratto il cuore, ancora integro, e collocato in un reliquiario d’argento.
Nel 1996, nuove analisi scientifiche rivelarono che Rosa aveva un’età compresa tra i 18 e i 20 anni alla morte e soffriva di una rara malformazione congenita, la pentalogia di Cantrell, che solitamente risulta letale nei primi anni di vita. Le analisi hanno permesso anche una ricostruzione del suo volto, confermando che era alta circa 1,55 m, con occhi blu e capelli scuri.
Opere musicali ispirate alla Santa
La figura di Santa Rosa ha ispirato diversi compositori. Tra le opere più significative si annoverano:
- Santa Rosa di Viterbo di Francesco Monti (1726)
- Santa Rosa di Viterbo del sacro ordine di San Francesco di Alessandro Melani (1693)
- La Rosa della Pace, brano dedicato a Santa Rosa come simbolo di pace, con parole e musica di Michele Arena
- Inno all’inclita verginella Santa Rosa da Viterbo di Cesare Dobici (1932), considerato l’inno liturgico ufficiale della santa
Filmografia
La vita di Santa Rosa è stata raccontata in diverse opere cinematografiche e televisive:
- Santa Rosa il cuore di Viterbo (2004), regia di Gianluca Di Prospero
- Vita di Santa Rosa, cartone animato di Gianluca Di Prospero (2011)
- Lo sguardo di Rosa (2017), regia e sceneggiatura di Fabio Segatori
- Rosa da Viterbo (2017), regia di Rosanna De Marchi e Luigi Avella
Santa Rosa da Viterbo continua a essere una figura di riferimento per la città di Viterbo e per tutti coloro che si ispirano alla sua vita di fede, coraggio e dedizione.