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San Romano di Condat: l’eremita che fondò monasteri e ispirò la fede

San Romano di Condat, il 28 febbraio
San Romano di Condat, il 28 febbraio | ewtn.it

San Romano di Condat (390-463) è una figura di grande rilievo nella storia monastica cristiana. Monaco e abate, è venerato dalla Chiesa cattolica per la sua vita ascetica e per la fondazione di numerosi monasteri, tra cui quello di Condat, di Lauconne, il convento femminile di La Balme e il monastero di Romainmôtier. La sua esistenza si ispirò agli insegnamenti dei Padri del Deserto della Tebaide.

Le origini e la vocazione monastica

Nato a Izernore, nel territorio dell’attuale Ain, in Francia, Romano fu educato nel monastero di Ainay a Lione, sotto la guida dell’abate Sabino. Qui si immerse nella lettura delle Vite dei Padri del Deserto e delle Istituzioni di Cassiano, sviluppando un forte desiderio di vita eremitica. A 35 anni decise di ritirarsi nelle foreste del Massiccio del Giura, stabilendosi in un luogo chiamato Condat, dove condusse un’esistenza austera, nutrendosi di frutti selvatici e coltivando la terra con mezzi rudimentali.

Dopo qualche anno lo raggiunse suo fratello Lupicino, rimasto vedovo. Insieme, i due intrapresero un cammino di preghiera e penitenza. I primi tempi furono duri, a causa del clima rigido e della solitudine, tanto da pensare di abbandonare il loro romitaggio. Una donna li convinse a rimanere, esortandoli a non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà.

La nascita dei monasteri

La fama di Romano e Lupicino attirò numerosi discepoli, spingendoli a fondare, nel 445, il monastero di Condat e, poco dopo, quello di Lauconne. I due fratelli, pur uniti nella fede, avevano temperamenti differenti: Romano era mite e accogliente, mentre Lupicino era austero e rigoroso. La loro regola monastica, ispirata a san Basilio e san Pacomio, prevedeva una vita di preghiera, digiuno e lavoro manuale. I monaci si astenevano dal consumo di carne e indossavano abiti semplici.

Con l’arrivo della loro sorella Iola, fu fondato il monastero femminile di La Balme, che accolse oltre cento monache. Questo complesso religioso divenne in seguito noto come Saint-Romain-de-Roche.

Il riconoscimento della Chiesa

Nel 444, il vescovo sant’Ilario d’Arles convocò Romano a Besançon e lo ordinò sacerdote, riconoscendone l’autorità spirituale. Tuttavia, questo nuovo ruolo non modificò la sua umiltà e il suo spirito di servizio verso la comunità.

Nel 450, fondò il monastero di Romainmôtier, il primo insediamento monastico in Svizzera. Durante un pellegrinaggio alla tomba di san Maurizio in Vallese, offrì ospitalità a due lebbrosi vicino a Ginevra, che al mattino si scoprirono miracolosamente guariti. Questo episodio aumentò la sua fama di santità.

Poco dopo il suo ritorno a Condat, Romano morì intorno al 460. Le sue reliquie furono custodite nel monastero di La Balme, divenendo oggetto di grande venerazione.

Il culto e l’eredità spirituale

San Romano viene commemorato il 28 febbraio. Nel VII secolo, le sue reliquie furono traslate nella chiesa dell’abbazia di Condat. Un incendio nel 1522 distrusse gran parte dei resti, ma alcuni frammenti furono conservati nella chiesa di Saint-Romain-de-Roche.

L’abbazia di Condat cambiò più volte denominazione, divenendo Saint-Oyend in onore del suo quarto abate, e infine Saint-Claude nel XIII secolo, per rendere omaggio a san Claudio di Besançon, dodicesimo abate dell’abbazia.

San Romano e san Lupicino sono spesso raffigurati in ginocchio, in preghiera, mentre il demonio tenta di disturbarli con una pioggia di ciottoli, o vestiti da abati mentre lavano i piedi ai pellegrini.

A Saint-Claude, il lunedì di Pentecoste si svolge una processione in loro onore. Inoltre, durante il festival musicale dell’Alto-Giura, la cappella di San Romano a Pratz ospita concerti di musica classica, mantenendo viva la memoria di questo straordinario santo e della sua opera spirituale.

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