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Fra’ Anselmo Marcos: la radio come servizio, il suo incontro con Papa Francesco quando era cardinale

Fra' Anselmo Marcos in un suo intervento a Radio Maria | Fra' Anselmo Marcos in un suo intervento a Radio Maria | Credit AM

L’intervista al religioso dei Frati Francescani dell’Immacolata

Il volto sorridente e comunicativo. La voce limpida e serena. E’ fra’ Anselmo Marcos, di nazionalità filippina, religioso dei Frati Francescani dell’Immacolata che, tra radio e Vangelo, cammina per le strade portando l’annuncio della Parola, della Buona Novella (o nel suo caso, si potrebbe meglio dire “Buona Notizia”). Incontra persone, vive il suo ministero tra la gente. Grande comunicatore, fra’ Anselmo, perché conosce la forza dell’annuncio. Di città ne ha viste tante, in tutta Italia e nel mondo. Ora risiede nel Santuario di Nostra Signora a Pontelungo, ad Albenga. Precedentemente ha prestato il suo servizio nella piccola chiesetta di Santa Maria Annunziata in Borgo, a pochi passi dal Vaticano, posta ad inizio di via della Conciliazione. Ed è proprio in questo luogo che ha incontrato, quando era Cardinale, Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco. Ed è stato lo stesso Papa Francesco a ricordare l’incontro con questo “piccolo” frate in un’udienza concessa, il 10 giugno 2014, all’istituzione dei Frati Francescani dell’Immacolata (FFI). Ricordò, in quell’occasione, quando si fermava a pregare davanti la statua di Santa Teresina del Gesù Bambino: “Mi ha dato tanto esempio di umiltà e diceva cose belle e l’umiltà di un frate mi fa tanto bene”. 

Per conoscere meglio fra’ Anselmo Marcos, AciStampa lo ha incontrato. Un dialogo ricco di umanità e spiritualità. 

Il suo servizio alla radio. Cosa vuole dire per lei proclamare il Vangelo con il servizio che hai prestato alla radio? 

Per me è una benedizione poter fare la radio e poter parlare e commentare il Vangelo. Ho iniziato in Africa a Benin del 2003: era la radio più sentita a Benin. Dopo in Italia ho iniziato a collaborare anche con altre Radio come Radio Maria, Radio Nuova Trieste e ho cercato di portare l’annuncio anche nella Radio Vaticana. Ho sempre creduto, nella mia vita, che grazie alla radio, grazie ai mezzi di comunicazione, si può evangelizzare in maniera più diretta. Uno strumento che può arrivare a tante e tante persone che hanno bisogno di una parola, di una preghiera. 

Cosa rappresenta per lei vivere il suo servizio accanto ai fratelli bisognosi?

Per me è una maniera di portare avanti la mia vocazione: le persone bisognose hanno bisogno di tanto amore, di tanta compagnia. Sono molte le persone che si sentono sole, molto isolate. Per questi motivi, quando ho l’opportunità di dare una mano ad aiutare queste persone, lo faccio, ma soprattutto cerco di insegnare loro a ritrovare una maniera per sopravvivere, per andare avanti: fargli vedere che Dio non ci abbandona ed è sempre accanto a noi, anche nei momenti più difficili! E’ quello che ci ha insegnato San Francesco d’Assisi! 

In questo momento il mondo intero sta pregando per Papa Francesco. Quali sono i suoi sentimenti a riguardo?

Sono sentimenti che fanno memoria di qualche tempo fa. Io ero alla chiesa di Santa Maria all’Annunziata e qualche volta arrivava lì il cardinale Jorge Bergoglio. Ne abbiamo parlato molte volte anche. Lui, molto spesso, mi chiedeva se quei libri che stavano lì in un banchetto, all’ingresso della chiesa. Io gli leggevo quei libri che lui conosceva molto bene e mi faceva domande su quei volumi. Parlavamo della famiglia, parlavamo dell’Eucaristia, parlavamo di tanti temi e poco a poco siamo diventati amici. In questo momento, penso tanto a Papa Francesco e prego tanto per che abbia la forza di andare avanti. Francesco è una persona di grande volontà e grande determinazione. In questi momenti che non sono facili lui sta portando avanti la sua testimonianza attraverso la malattia e speriamo che guarisca presto. 

Quali ricordi ha di Papa Francesco quando era cardinale? 

Sono tanti i ricordi. Tutti molto belli perché lui arrivava lì alla chiesa e pregava di fronte all’immagine di Santa Teresa di Gesù. E anche di fronte all’immagine dell’arcangelo San Michele che protegge la chiesa. Io all’inizio non sapevo che lui fosse un Cardinale perché era molto semplice e molto umile. Anche molto tranquillo. Altro ricordo, il giorno del Giubileo dei giornalisti: mentre passava nell’aula Nervi i nostri sguardi si sono incontrati. Ci siamo salutati: ricordava bene quei momenti così semplici, importanti fra noi. Prima di lui ho conosciuto anche il cardinale Ratzinger che mi ha benedetto tutte le mie missioni e dopo è diventato Papa Benedetto XVI e ho potuto ricevere la sua benedizione. Per tutto questo posso dire: Grazie Papa Francesco, grazie Papa Benedetto! 

Il suo istituto religioso è legato profondamente alla Vergine Maria. Cosa vuol dire essere figlio di Maria?

La mia consacrazione è sull’esempio di San Massimiliano Kolbe, vivendo in fraternità il voto maritano. Io mi sono avvicinato tanto alla Vergine Maria dal 1985, anniversario dell’anno mariano e sempre mi sono fidato di lei. La prego tanto perché parlare con Maria è come parlare con la mamma. E lei è la mamma sempre attenta a tutti: è lei la Mamma di tutti!

Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia

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Antonio Tarallo

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