San Gerlando di Agrigento (1030/1040 – 1100) è una figura di grande rilievo nella storia della Chiesa siciliana. Di origini franco-normanne, fu nominato vescovo di Agrigento nel 1088, guidando la diocesi fino alla sua morte. Venerato come santo patrono di Agrigento e Porto Empedocle, ancora oggi il suo nome viene invocato dai fedeli nei momenti di difficoltà.
Un pastore al servizio della Chiesa
San Gerlando assunse la guida della diocesi in un periodo complesso, segnato dalla necessità di riorganizzare la Chiesa locale dopo la dominazione musulmana in Sicilia. La sua opera fu fondamentale per il rinnovamento della fede cristiana nel territorio agrigentino. Per il suo impegno pastorale e il suo zelo, fu canonizzato nel 1159.
Le reliquie e la devozione popolare
Le spoglie di San Gerlando sono custodite nella Cattedrale di Agrigento, all’interno di una preziosa urna d’argento, che rappresenta un tesoro di arte sacra e di profonda spiritualità.
La devozione verso di lui è ancora oggi molto forte, soprattutto come protettore contro le calamità naturali. In particolare, il popolo agrigentino lo invoca con la supplica “San Giullannu senza ddannu”, che significa “San Gerlando, proteggici dai danni”, riferendosi in particolare a tempeste, fulmini e terremoti.
Un episodio significativo avvenne durante la frana del 19 e 20 luglio 1966, che distrusse alcune abitazioni di Agrigento. Nonostante la gravità dell’evento, non ci furono vittime, e i fedeli interpretarono ciò come un segno della protezione del santo.
La festa del patrono
San Gerlando viene celebrato ogni anno il 25 febbraio, con solenni celebrazioni religiose che rinnovano il legame tra il santo e la sua città. La sua figura continua a ispirare la comunità cristiana, come esempio di fede, dedizione e protezione divina.