Il Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura ha preso il via con una conferenza internazionale ai Musei Vaticani, riunendo esperti e artisti da tutto il mondo per discutere della trasmissione del patrimonio religioso e artistico.
Papa Francesco ha evidenziato il rapporto unico tra la Chiesa e gli artisti, sottolineando:
“La Chiesa ha sempre avuto un rapporto con gli artisti che può essere descritto come naturale e speciale”.
L’arte come esperienza del sacro
Il direttore della National Gallery di Londra, Gabriele Finaldi, ha messo in luce il potere trascendente dell’arte e il suo ruolo nella vita della Chiesa:
“L’incontro con l’arte e la bellezza è sempre in un certo senso un incontro con ciò che è numinoso, con ciò che è al di là. E così, la Chiesa in particolare è stata molto abile nell’utilizzare le arti per rendere più profonda l’esperienza religiosa”.
Finaldi ha sottolineato anche l’importanza di trasmettere la sensibilità per la bellezza alle nuove generazioni:
“Ma penso che l’arte e la bellezza possano parlare attraverso il tempo, possano parlare attraverso le diverse esperienze umane e quindi è molto importante, in particolare con i giovani, dare loro l’opportunità e cercare di sviluppare una sensibilità verso questo aspetto”.
Performance artistiche e spiritualità
Durante il weekend giubilare, il Palazzo Lateranense ha ospitato esibizioni di studenti provenienti da diverse scuole d’arte di Roma. Padre Gabriele Vecchione, vice parroco di “Nostra Signora di Lourdes” a Roma, ha spiegato come il talento artistico possa essere un mezzo per glorificare Dio:
“Per glorificare Dio occorre essere veritiero, nel senso che San Tommaso d’Aquino diceva che laddove c’è la il suo materiale primo, che sia la pittura, la musica, la drammaturgia, la recitazione, già sta glorificando Dio, alle volte inconsciamente, alle volte implicitamente, alle volte esplicitamente. Penso che laddove ci sia questo amore per la verità già si parli di Dio”.
L’arte come messaggera di speranza
Papa Francesco ha incontrato Nikas Safronov, uno degli artisti contemporanei più amati della Russia, che gli ha donato un suo dipinto personale. L’artista ha raccontato il significato dell’opera:
“Ero a Buenos Aires per un viaggio di lavoro, avevo un cliente lì. E quando sono arrivato lì, ho scoperto che Papa Francesco aveva iniziato il suo ministero sacerdotale in questa chiesa. Ho scattato una foto e poi l’ho disegnata. Quando sono tornato a Mosca, l’ho dipinta. Questo accadeva intorno al 2020”.
Safronov ha raccontato quanto il suo viaggio a Roma lo abbia ispirato spiritualmente:
“Prima dell’intervista di oggi, stavo attraversando Roma a piedi, fermandomi in ogni chiesa lungo la strada. Mi ha fatto pensare che anche in Russia mancano chiese come queste: molte sono state distrutte durante l’era sovietica, e questa è stata una perdita enorme”.
“Si sente davvero la spiritualità che ci riempie. Arricchisce il mio lavoro creativo e ogni volta che torno dall’Italia sento un’incredibile ondata di forza. Qui faccio molti schizzi che poi diventano parte di un’intera serie”.
Alcuni artisti selezionati hanno ricevuto uno spazio espositivo speciale vicino al Vaticano per esporre le loro opere durante l’Anno Giubilare. Tra questi, il pittore francese di origine cinese Yan Pei-Ming, che ha esplorato il tema della speranza nei suoi 27 ritratti di detenuti e personale del carcere di Regina Coeli.
“Credo che il tema sia stato dato da Papa Francesco, che è molto attento all’idea di speranza. Quando si è in prigione, ci si deve preparare per il giorno in cui si verrà rilasciati. Quindi, credo che questo sia un tema universale”.
La mostra di Yan Pei-Ming è stata concepita in modo particolare:
“In questa mostra non si può entrare. Le persone guardano la mostra dall’esterno, come se fosse una prigione. Ci sono 27 persone ammassate in un piccolo spazio, il che è già simbolico”.
L’artista ha sottolineato anche lo storico legame tra arte e spiritualità:
“Quando si visitano mostre e musei in tutto il mondo, si inizia sempre con dipinti antichi legati alla Chiesa. Quindi, è la base di un’altra civiltà. Per esempio, quando si vede il Louvre a Parigi o gli Uffizi a Firenze, si parte da lì. Gli artisti, in passato, hanno vissuto grazie alla Chiesa”.
Arte e fede: un dialogo senza tempo
Il Giubileo degli Artisti ha dimostrato ancora una volta che l’arte è un ponte tra l’uomo e Dio, un linguaggio universale che continua a ispirare e a elevare l’anima. Dalle icone religiose alle espressioni contemporanee, l’arte ci invita a riflettere sul divino e sul nostro posto nel mondo.