Continuano gli attacchi alle chiese. Il Sacro Cuore di Mindat era stata da poco elevata a cattedrale. Ora è un cumulo di macerie
Papa Francesco aveva istituito la diocesi di Mindat lo scorso 25 gennaio, e di conseguenza la chiesa del Sacro Cuore della città birmana era stata elevata al rango di sede vescovile, ovvero di cattedrale. Ma non è rimasta in piedi a lungo. Durante la scorsa settimana, l’esercito del Myanmar ha effettuato degli attacchi aerei contro la chiesa, provocando gravi danni al tetto e alle finestre e ora è inagibile.
Mindat si trova nella zona occidentale del Paese, e la regione è stata teatro di pesanti combattimenti tra la Chinland Defence Force (CDF) e l’esercito del Mynamar. Le CDF, che sono sorte nello Stato Chin in opposizione alla giunta militare, hanno avuto la meglio e hanno dichiarato la zona liberata.
Al momento dei bombardamenti erano in corso i preparativi per organizzare le celebrazioni per l’ordinazione del nuovo vescovo Augustine Thang Zawm.
Parlando con Fides, l’agenzia del Dicastero per l’Evangelizzazione, padre Paulinus ha detto che i bombardamenti hanno “lasciato molto tristi”, ma ha anche affermato che la chiesa sarà ricostruita.
La diocesi di Mindat, situata nella parte meridionale dello Stato Chin, ha una popolazione di circa 360.000 abitanti, di cui 15.000 cattolici. La diocesi è composta da 23 parrocchie, 48 sacerdoti diocesani, tre religiosi, 21 suore, 40 seminaristi nel pre-seminario e sette seminaristi nel seminario principale. Il Chin è l’unico stato dell’Unione del Myanmar con una popolazione a maggioranza cristiana.
Gli attacchi contro le chiese arrivano mentre si registra anche una recrudescenza degli attacchi personali. Padre Donald Martin Ye Naing Win, sacerdote di 44 dell’arcidiocesi di Mandalay, nel Myanmar centrale, è stato assassinato nei giorni scorsi, e trovato mutilato e con numerose ferite da taglio nel terreno della parrocchia di Nostra Signora di Lourdes lo scorso 14 febbraio.
Regina Lynch, presidente esecutivo di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha ricordato che “la regione di Sagaing è una delle zone in cui i combattimenti sono più intensi. I motivi alla base di questo crimine e l’identità dei responsabili devono ancora essere identificati, e un’indagine approfondita sull’accaduto contribuirebbe ad evitare ulteriori tensioni. La morte del sacerdote riflette la sfida e l’immenso rischio che la Chiesa deve affrontare in un contesto di violenza diffusa, mentre continuano gli scontri tra l’esercito del Myanmar e le milizie di opposizione»”.
E ha concluso di fronte a tale violenza, che colpisce l’intera popolazione, “sacerdoti come Padre Donald Martin si dedicano ad aiutare le loro comunità, fornendo conforto spirituale e sostegno alle persone sofferenti della regione”.
Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia