L’8 febbraio, nella festa di Santa Giuseppina Bakhita, sopravvissuta alla schiavitù e patrona delle vittime della tratta, la Chiesa celebra la Giornata Internazionale di Preghiera e Sensibilizzazione contro la Tratta di Esseri Umani.
Istituita da Papa Francesco nel 2015, questa giornata vuole accendere i riflettori su una piaga globale, dando voce alle vittime e incoraggiando un’azione concreta per contrastare ogni forma di sfruttamento.
Un crimine nascosto, milioni di vittime
L’organizzazione Talitha Kum, rete mondiale guidata da religiose impegnate nella lotta contro la tratta, ha promosso una settimana di eventi a Roma per sensibilizzare l’opinione pubblica.
“La tratta di esseri umani, come sapete, è un crimine nascosto, ma si stima che siano 50 milioni le persone che vivono nella schiavitù moderna o nella tratta di esseri umani, di cui 12 milioni sono bambini”, ha dichiarato suor Abby Avelino, coordinatrice internazionale di Talitha Kum.
“Ci sono molte forme di traffico di esseri umani, in particolare lo sfruttamento sessuale, lo sfruttamento del lavoro, i matrimoni infantili, il prelievo di organi”, ha aggiunto.
La testimonianza di chi ha trovato la speranza
La storia di Pauline Akinyi, madre di tre figli e fondatrice dell’iniziativa “Rinascita di una Regina”, dimostra che è possibile ritrovare la speranza dopo l’abuso.
“Ho subito abusi sessuali all’età di 16 anni, a 19 anni ho subito violenza domestica, a 23 anni ho subito sfruttamento lavorativo che ha comportato anche sfruttamento sessuale”, ha raccontato Pauline.
Oggi, la sua forza risiede nella fede e nell’amore per i suoi figli:
“Una cosa che mi dà davvero coraggio: scrivo molte poesie, prego molto quando non posso parlare con nessuno, prendo una sedia e la metto davanti a me e dico a Dio: sono qui! Ora dimmi cosa vuoi che facciamo, questa è una collaborazione tra me e te”.
“Lo faccio per i miei figli, lo faccio perché non debbano mai vedere il mondo che ho visto io, non debbano mai subire abusi. I miei figli sono i miei eroi, sono i miei piccoli eroi”.
Un flash mob per dare voce a chi non ne ha
Davanti alla Basilica di Santa Maria in Trastevere, volontari, giovani e sopravvissuti hanno organizzato un flash mob per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno della tratta.
“Voglio dire che la tratta di esseri umani avviene ovunque, tutto dipende da noi come comunità, per capire cos’è la tratta di esseri umani, perché sta accadendo nella porta accanto e in realtà non lo sappiamo”, ha affermato Mary Mugo, ambasciatrice dei giovani di Talitha Kum dal Kenya.
“Quello che Dio ci dice sempre è di essere uno strumento del suo amore, di essere uno strumento per diffondere la sua misericordia a tutti”, ha aggiunto Crystal Eileen, ambasciatrice di Talitha Kum dal Giappone.
La responsabilità di tutti
Anche il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati ha sottolineato l’importanza di non restare in silenzio di fronte a questa realtà.
“È nostra responsabilità continuare a parlarne. Quindi, se siamo fortunati e non veniamo colpiti dalla tratta, dobbiamo almeno pronunciare il loro nome, dobbiamo stare dalla loro parte”, ha dichiarato Wael.
L’evento si è concluso con una veglia di preghiera ecumenica, un momento di riflessione per chiedere forza e resistenza nella battaglia contro il male.
La maternità surrogata: una nuova forma di sfruttamento?
Tra le diverse forme di tratta di esseri umani, è sempre più discusso il tema della maternità surrogata, pratica considerata illegale in Italia e punita come reato.
La professoressa Laura Palazzani, esperta in Filosofia del Diritto presso la LUMSA di Roma, ha evidenziato come alcuni casi di maternità surrogata possano rientrare nel fenomeno della tratta.
“Dipende da cosa si intende per traffico di esseri umani. Se si considera il traffico di esseri umani una sorta di sfruttamento di una persona vulnerabile e di commercializzazione di un corpo, può essere considerato in alcune circostanze”, ha affermato.
“Se si pensa all’uso della maternità surrogata in alcuni Paesi, come ad esempio l’Africa, dove ci sono le baby farm, dove ci sono donne che non sono realmente consapevoli di ciò che stanno facendo e vengono sfruttate, direi che si tratta di una sorta di traffico di esseri umani”.
Per Papa Francesco, il problema non è solo legale, ma soprattutto morale. Ha definito la maternità surrogata “spregevole e deplorevole”, ribadendo il valore della dignità umana.
Palazzani ha ricordato che il Pontefice ha affrontato questo tema nel documento “Dignitas Infinita”, ribadendo l’inviolabilità della dignità umana:
“C’è un paragrafo dedicato alle applicazioni, e nelle applicazioni parla della tratta di esseri umani e anche della maternità surrogata. E in quel paragrafo c’è una forte evidenza della dignità della donna e della dignità del bambino”.
Il messaggio di Papa Francesco: speranza e impegno concreto
Papa Francesco ha accolto i membri di Talitha Kum in Vaticano, lodando il loro lavoro e invitandoli a guardare a Santa Giuseppina Bakhita come simbolo di forza e speranza.
Il Pontefice continua a ribadire che la tratta di esseri umani è una ferita dell’umanità, e che la Chiesa deve essere in prima linea per combattere questo fenomeno, dando voce a chi non può parlare.
La Giornata di Preghiera contro la Tratta è un’occasione per accendere la speranza, sostenere chi è impegnato nella lotta contro questo crimine e promuovere un mondo in cui nessuno sia vittima di sfruttamento e violenza.