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Papa Francesco: “Il Figlio di Dio non nasce in un palazzo reale, ma nel retro di una casa”

Papa Francesco durante un'udienza generale | | Vatican Media / ACI Group

Oggi la meditazione tocca il tema della nascita di Gesù e la visita dei pastori

Continua il nuovo ciclo di catechesi scelto per l’intero Anno Giubilare, “Gesù Cristo nostra speranza”. Oggi la meditazione tocca il tema della nascita di Gesù e la visita dei pastori.

Anche oggi il Papa chiede di continuare la lettura in questa Udienza generale odierna a don Pierluigi Giroli. “Ancora con la mia bronchite non posso leggere, spero la prossima volta”, dice Francesco.

“Il Figlio di Dio entra nella storia facendosi nostro compagno di viaggio e inizia a viaggiare quando è ancora nel grembo materno. L’evangelista Luca ci racconta che appena concepito andò da Nazaret fino alla casa di Zaccaria ed Elisabetta; e poi, a gravidanza ormai compiuta, da Nazaret a Betlemme per il censimento. Maria e Giuseppe sono costretti ad andare nella città del re Davide, dove era nato anche Giuseppe. Il Messia tanto atteso, il Figlio del Dio altissimo, si lascia censire, cioè contare e registrare, come un qualunque cittadino”, inizia così la catechesi di oggi in Aula Paolo VI.

Gesù “nasce in un modo del tutto inedito per un re”. “Il Figlio di Dio non nasce in un palazzo reale, ma nel retro di una casa, nello spazio dove stanno gli animali. Luca ci mostra così che Dio non viene nel mondo con proclami altisonanti, non si manifesta nel clamore, ma inizia il suo viaggio nell’umiltà”, commenta così la catechesi Papa Francesco.

“E chi sono i primi testimoni di questo avvenimento? Sono alcuni pastori: uomini con poca cultura, maleodoranti a causa del contatto costante con gli animali, vivono ai margini della società. Eppure essi praticano il mestiere con cui Dio stesso si fa conoscere al suo popolo. Dio li sceglie come destinatari della più bella notizia mai risuonata nella storia. I pastori apprendono così che in un luogo umilissimo, riservato agli animali, nasce il Messia tanto atteso e nasce per loro, per essere il loro Salvatore, il loro Pastore”, sottolina il Pontefice.

“Fratelli e sorelle, chiediamo anche noi la grazia di essere, come i pastori, capaci di stupore e di lode dinanzi a Dio, e capaci di custodire ciò che Lui ci ha affidato: i talenti, i carismi, la nostra vocazione e le persone che ci mette accanto”, si conclude con questo invito la catechesi di oggi.

Questo articolo è stato pubblicato su ACI Stampa e ripreso dal team di EWTN Italia

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