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Cardinale Czerny: le persone “terrorizzate” dalla repressione dell’immigrazione negli Stati Uniti

Il Cardinale Michael Czerny è il prefetto del Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. | Crediti: Pablo Esparza/CNA
Il Cardinale Michael Czerny è il prefetto del Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. | Crediti: Pablo Esparza/CNA

Un importante cardinale vaticano ha denunciato che le recenti misure degli Stati Uniti contro l’immigrazione e il congelamento dei programmi di aiuto gestiti dalla Chiesa cattolica stanno causando gravi sofferenze alle popolazioni più vulnerabili.

Il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha dichiarato in un’intervista all’Associated Press pubblicata il 10 febbraio che le politiche migratorie restrittive e il blocco dei fondi per l’assistenza internazionale stanno mettendo a rischio la vita di molte persone.

“Una repressione è un modo terribile per amministrare gli affari, e ancor meno per amministrare la giustizia,” ha affermato il cardinale gesuita di origine ceca e canadese. “Mi dispiace profondamente che molte persone stiano soffrendo e siano persino terrorizzate da queste misure.”

Caritas Internationalis e il blocco dei finanziamenti USAID

Le dichiarazioni del cardinale Czerny arrivano mentre Caritas Internationalis ha rilasciato un duro comunicato contro la decisione dell’amministrazione statunitense di interrompere improvvisamente i programmi finanziati da USAID (Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale).

“La sospensione dei fondi USAID metterà a rischio servizi essenziali per centinaia di milioni di persone, comprometterà decenni di progressi nell’assistenza umanitaria e nello sviluppo, destabilizzerà intere regioni che dipendono da questo supporto e condannerà milioni di persone alla povertà disumanizzante o persino alla morte,” ha avvertito Caritas.

Anche Catholic Relief Services (CRS), principale agenzia umanitaria della Chiesa cattolica statunitense e destinataria dei fondi USAID, ha espresso preoccupazione per le conseguenze di questa interruzione.

L’insegnamento della Chiesa sull’accoglienza dei migranti

Il cardinale Czerny ha ribadito che la cura per i migranti e i più deboli è un dovere cristiano fondamentale, riprendendo le parole di Papa Francesco:

“Il nostro obbligo, non solo come cristiani ma come esseri umani, è accogliere le persone, proteggerle, promuoverle e integrarle.”

Negli ultimi anni, diversi leader cattolici hanno criticato le politiche migratorie restrittive degli Stati Uniti. Lo stesso Pontefice ha più volte sottolineato l’importanza dell’ospitalità e della tutela dei migranti.

Anche l’arcivescovo Joseph F. Naumann di Kansas City ha affrontato il tema il 7 febbraio, riconoscendo che la Chiesa non ha il potere di determinare lo status legale degli immigrati, ma ha “il dovere di prendersi cura di ogni persona con rispetto e amore, indipendentemente dalla sua cittadinanza”.

Tuttavia, l’arcivescovo ha anche sottolineato l’importanza della sicurezza pubblica, affermando che l’applicazione delle leggi sull’immigrazione deve dare priorità alle minacce reali.

La posizione della Chiesa e il futuro dell’assistenza ai migranti

Mentre il dibattito sull’immigrazione negli Stati Uniti continua, la Chiesa cattolica, attraverso i suoi leader e le sue organizzazioni umanitarie, continua a difendere i diritti dei migranti e a chiedere giustizia per i più vulnerabili.

La sospensione dei finanziamenti USAID rappresenta una sfida significativa per le istituzioni cattoliche che operano nel settore umanitario. Resta da vedere se la pressione della Santa Sede e delle organizzazioni internazionali porterà a un ripensamento delle attuali politiche statunitensi.

Questo articolo è stato pubblicato dalla Catholic News Agency e tradotto e adattato dal team di EWTN Italia.

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