Un evento senza precedenti ha visto protagonisti i cattolici di Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Islanda, che per la prima volta si sono uniti in un pellegrinaggio comune a Roma in occasione del Giubileo 2025.
La Chiesa nei Paesi nordici è una piccola minoranza, spesso costituita da migranti. Per molti fedeli, questo pellegrinaggio ha rappresentato un’esperienza di fede, comunione e rinnovamento spirituale.
Un piccolo gregge con una grande fede
Monsignor Fredrik Hansen, Vescovo coadiutore di Oslo, Norvegia, ha spiegato il significato di questo evento:
“La Chiesa nei Paesi nordici è piccola. Siamo tra l’1, il 2, il 3 per cento della popolazione, una Chiesa molto migrante. Ma siamo una minoranza e per una minoranza essere in grado di stare insieme, e di stare insieme nel contesto della Chiesa universale, conta molto. Essere qui a Roma è sempre una grande esperienza per noi, che ci rafforza nella nostra fede e ci unisce alla Chiesa universale e al Santo Padre”.
Durante i tre giorni di pellegrinaggio, oltre 1.000 fedeli nordici hanno visitato i luoghi sacri di Roma, partecipando a momenti di preghiera e riflessione.
Pur mantenendo eventi nazionali e diocesani, l’intero gruppo si è riunito per celebrare la Messa nelle basiliche papali e per attraversare insieme le Porte Sante, segno del cammino giubilare.
Un’esperienza spirituale profonda
Molti pellegrini hanno testimoniato la forte emozione provata nel vivere questa esperienza di fede.
Maxim, pellegrino dalla Norvegia, ha condiviso:
“Questa esperienza è stata… molto difficile da spiegare! Ma è qualcosa che porterò con me nel cuore, spiritualmente, e che spero un giorno potrò raccontare ai miei nipoti. È davvero una bella esperienza vedere così tante persone dalla Scandinavia riunirsi e pregare insieme”.
Un altro pellegrino norvegese ha aggiunto:
“È incredibile essere qui e sapere che questo è il luogo in cui i primi cristiani hanno combattuto per la loro fede. E sentirsi ispirati a combattere anche per la propria fede, ha significato molto per me”.
L’incontro con il Papa e la Messa a San Pietro
Il pellegrinaggio è culminato con un’udienza con Papa Francesco e con una Messa solenne all’Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro.
Per i fedeli provenienti da piccole parrocchie sparse in tutta la Scandinavia, questo incontro è stato un’esperienza di grande significato, offrendo incoraggiamento e un rinnovato senso di appartenenza alla Chiesa universale.
Suor Pentecoste, pellegrina dall’Islanda, ha raccontato:
“Vedere l’unità dei Paesi nordici e della Scandinavia è molto bello, perché in Islanda siamo molto isolati, siamo pochi cattolici, e incontrare altri cattolici nei Paesi nordici ci dà speranza”.
Anche se il numero di cattolici nei Paesi nordici è ridotto e le loro origini sono diverse, questo pellegrinaggio è stato una potente testimonianza dell’unità e della missione della Chiesa.
Monsignor Erik Varden, Vescovo di Trondheim, Norvegia, ha sottolineato:
“La nostra conferenza episcopale è una conferenza nordica. Siamo una conferenza multinazionale che comprende Norvegia, Danimarca, Svezia, Finlandia e Islanda, e vorremmo manifestare l’unità della nostra Chiesa locale in senso esteso, ed è bello che i fedeli abbiano voluto partecipare”.
Un segno di speranza per la Chiesa nel Nord Europa
Il pellegrinaggio ha messo in evidenza le sfide poste dalla crescente secolarizzazione nei Paesi nordici, ma anche la speranza che caratterizza l’Anno Santo.
I vescovi scandinavi, nelle loro omelie, hanno incoraggiato i pellegrini a portare il messaggio di Cristo nelle loro terre, offrendo testimonianza di fede e speranza a chi è alla ricerca di un senso più profondo nella vita.
Il Cardinale Anders Arborelius, Vescovo di Stoccolma, ha detto:
“Preghiamo gli uni per gli altri, affinché attraverso questo pellegrinaggio durante l’Anno Giubilare, possiamo essere rafforzati nella fede, nella speranza e nell’amore per Gesù Cristo, in modo da poter dare una testimonianza credibile a Lui e alla Sua Chiesa quando torneremo a casa”.
L’impegno per l’evangelizzazione
L’evangelizzazione è una parte fondamentale della missione della Chiesa nei Paesi nordici. Attraverso questo pellegrinaggio, i fedeli hanno riscoperto il loro ruolo nel portare la luce di Cristo a chi ha bisogno di speranza.
Un pellegrino ha dichiarato:
“È stato meraviglioso far parte di questo pellegrinaggio, approfondire la nostra fede, capire meglio cosa significhi effettivamente la nostra fede, che Dio si è fatto uomo per il nostro bene, e non ultimo ricordare la nostra chiamata e il nostro compito di continuare a camminare quando torneremo a casa”.
Padre Joseph Rizk, pellegrino dalla Svezia, ha sottolineato l’importanza di continuare la missione:
“Soprattutto ora che viviamo in tempi difficili, dobbiamo ricordare che portiamo con noi la speranza della nostra salvezza, la salvezza del mondo, e proprio come ha detto il vescovo Erik nella sua omelia, ricordare che Dio ha salvato questo mondo. Siamo chiamati a essere parte di quest’opera di salvezza e a diffondere questa speranza, anche quando le cose sembrano impossibili, perché nulla è impossibile per Cristo”.
Infine, Monsignor Raimo Goyarrola, Vescovo di Helsinki, Finlandia, ha condiviso il desiderio dei pellegrini di portare la luce della fede nei loro Paesi:
“Ora siamo a Roma, in una luminosa giornata di sole. In inverno, sapete, in Finlandia è molto buio e freddo. La speranza è questo calore, questo amore di Dio, e spero che noi finlandesi, qui a Roma, tra due giorni torneremo nella nostra amata Finlandia, per portare questo amore e questa speranza dal cuore della Chiesa alla Finlandia, e attraverso la Finlandia, a molti altri Paesi, perché la Chiesa è Una”.
Questo pellegrinaggio è stato una potente testimonianza di fede, unità e speranza. Un piccolo gregge, sparso tra le terre fredde del Nord, ma legato a Roma e alla Chiesa universale. Un segno che, nonostante le difficoltà, la fede nei Paesi nordici è viva e pronta a illuminare il futuro.