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Pasqua, c’è ancora molto da discutere prima di una data comune

Papa Francesco, Patriarca Bartolomeo | Papa Francesco con il Patriarca Bartolomeo durante un in contro ecumenico | DPUC

Papa Francesco ha di nuovo aperto all’idea di stabilire una data comune per celebrare la Pasqua. Nel mondo ortodosso, però, c’è ancora dibattito

Nell’omelia dei Vespri che hanno concluso la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani lo scorso 25 gennaioPapa Francesco ha ribadito la sua volontà di aprire un percorso per stabilire una data comune della Pasqua tra cattolici e ortodossi. Le reazioni sul lato ortodosso lasciano pensare che un dialogo può essere aperto, ma non sarà facile.

Quest’anno, 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea, per un disegno della Provvidenza cattolici e ortodossi (o comunque Chiese cattoliche di rito orientale) celebrano la Pasqua nella stessa data. Ma non è sempre così. La Pasqua, infatti, si celebra nella prima domenica di luna piena dall’equinozio di Primavera, come fu stabilito proprio a  NiceaEd è la Pasqua che funge da “bussola” per tutte le altre feste, dall’inizio della Quaresima, a Pentecoste ed Ascensione.

E però i cattolici di rito latino utilizzano il calendario gregoriano, mentre ad Oriente si è mantenuta la tradizione di calcolare i tempi secondo il calendario giuliano. E questo è un calendario “sfalsato”, tanto è vero che quando si adottò il gregoriano, nel 1582 secolo, si saltarono direttamente dieci giorni nel calendario per allineare la data all’orbita terrestre.

Per questo motivo, i cattolici di rito latino celebrano la Pasqua in giornate differenti. Poi, per le feste, ci sono altre differenze. Ci sono orientali che hanno deciso di celebrare insieme al rito latino le feste a calendario fisso, come il Natale, e altri che hanno mantenuto anche per il Natale la datazione giuliana – e infatti Natale cade il 7 gennaio in alcune Chiese ortodosse orientali.

A lungo, nell’ambito del processo di dialogo ecumenico, si è parlato di allineare le festività, in modo che rito latino e orientale potessero celebrare insieme. Papa Francesco ha dato nuovo impulso al movimento.

Sul versante opposto, Papa Francesco trova una sponda nel Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo. Questi, parlando al Palazzo d’Europa a Strasburgo in occasione dell’apertura dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, ha sottolineato: “I recenti scambi tra le Chiese di Roma e Costantinopoli hanno portato a relazioni ecclesiastiche più strette. Il Patriarcato Ecumenico è ugualmente impegnato a promuovere l’unità dei cristiani non solo attraverso il dialogo teologico, ma anche attraverso vivaci discussioni su una data comune per la Pasqua”.

Bartolomeo ha aggiunto che “la celebrazione congiunta dello storico anniversario di Nicea dovrebbe ispirare a un nuovo dialogo teologico, nonché al rinnovamento nella cooperazione cristiana”.

Bartolomeo si riferisce alla celebrazione che dovrebbe aver luogo a Nicea, e che vedrà Papa Francesco in pellegrinaggio verso la città turca. Dovrebbe trattarsi di un viaggio breve, intorno al 24 maggio, e Papa Francesco dovrebbe andare senza fermarsi prima ad Ankara, concentrando tutto il viaggio sulla cittadina del Concilio.

Bartolomeo ha anche affermato che “le Chiese e le comunità religiose non solo svolgono un ruolo fondamentale nella vita personale e spirituale delle persone, ma hanno anche un ruolo cruciale nella mobilitazione delle istituzioni e della società a vari livelli”, e ha auspicato la costruzione d “un mondo in cui la preghiera di Cristo per l’Unità possa finalmente realizzarsi”.

C’è stata anche una reazione formale e diretta alle parole di Papa Francesco, ed è venuta dal Patriarcato Ortodosso di Romania. C’è da ricordare che il Patriarca ortodosso di Romania è l’unico, nella sinassi dei patriarchi, il cui abito è bianco, a testimonianza della vicinanza che sentono nei confronti della Chiesa Latina.

Il 28 gennaio, tre giorni dopo le dichiarazioni di Papa Francesco, l’ufficio stampa del Patriarcato ha inviato una comunicazione ufficiale in cui veniva chiarita che “ogni consultazione sulla data della Pasqua e una possibile decisione in merito possono avere luogo nel contesto di un futuro concilio pan-ortodosso, con la partecipazione di tutte le Chiese ortodosse sorelle”.

L’ultimo concilio pan-ortodosso si è tenuto nel 2016, ma ha visto la mancata partecipazione del Patriarcato di Mosca, che pure aveva partecipato al processo di preparazione.

Tra il 21 e 28 gennaio 2016, la Sinassi dei Primati e dei Rappresentanti delle Chiese Ortodosse si era riunita al Centro del Patriarcato Ecumenico a Chambesy in Svizzera, parlando anche della data della Pasqua. Una raccomandazione, molto significativa, sottolineava che “è appropriato che ciascuna Chiesa implementi liberamente (il calendario) laddove lo consideri benefico per la formazione spirituale dei suoi fedeli, ma senza alterare la data comune della celebrazione della Pasqua da parte di tutti gli ortodossi”.

Sono parole che dimostrano, in fondo, che un accordo su una comune data della Pasqua non avrà luogo quest’anno, specialmente alla luce delle tensioni in corso tra il Patriarcato di Mosca e quello Ecumenico di Costantinopoli.

Tensioni iniziate con la decisione di Bartolomeo di concedere l’autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina che ha portato Mosca a uscire da tutti i tavoli ecumenici co-presieduti da Costantinopoli. A Strasburgo, tra l’altro, il Patriarca Bartolomeo ha parlato apertamente di un sostegno all’Ucraina, e lodato lo spirito di resistenza del popolo ucraino. Insomma, le possibilità di un Concilio Pan-Ortodosso, in questa situazione, è pari a zero.

Inoltre, non c’è stata nessuna indicazione della volontà delle Chiese Ortodosse di abbandonare il calendario giuliano nel calcolo della Pasqua.

L’ultima volta che Costantinopoli ne ha parlato, è stato all’incontro della Sinassi dei Gerarchi del Trono Ecumenico, il 3 settembre 2024.

In quell’occasione, era stabilito che “è espresso desiderio unanime che la celebrazione comune della Pasqua da parte della cristianità orientale e occidentale non debba solo essere una felice coincidenza, ma l’inizio dello stabilimento di una data comune per la sua celebrazione annuale secondo il Paschalion della Chiesa Ortodossa”.

Insomma, la data comune viene presa in considerazione solo se le Chiese latine accetteranno il calendario giuliano. Processo del quale non c’è ancora notizia.

Questo articolo è stato tradotto e adattato da ACI Prensa  

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Andrea Gagliarducci

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