Papa Francesco ha spiegato che Gesù ci insegna che il criterio per giudicare la storia e il suo dramma, così come la vita di ciascuno, è l’amore; e ha precisato che “chi ama vive, chi odia muore”.
Nella sua riflessione prima della recita dell’Angelus in Piazza San Pietro in Vaticano, commentando il Vangelo del giorno (Lc 2,22-40) nella festa della Presentazione del Signore, il Santo Padre ha sottolineato che “nella vecchiaia di Simeone e Anna accade la novità che cambia la storia del mondo”: la presenza di Gesù.
Questi anziani contemplano il Bambino Gesù, portato al tempio da San Giuseppe e dalla Vergine Maria, secondo la consuetudine che prevedeva la presentazione 40 giorni dopo la nascita. E Simeone, ha evidenziato il Papa, chiama Gesù in tre modi: “Gesù è la salvezza; Gesù è la luce; Gesù è segno di contraddizione.”.
L’anziano vede il Bambino e afferma: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli”, perché “in Gesù abita tutta la pienezza di Dio”. Simeone dice anche che Gesù è “luce per illuminare le nazioni”, una luce che redimerà il mondo “dalle tenebre del male, del dolore e della morte”.
Gesù è anche segno di contraddizione “affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”. In questo senso, ha evidenziato il Papa, “Gesù rivela il criterio per giudicare tutta la storia e il suo dramma, così come la vita di ciascuno di noi. E qual è il criterio? L’amore: chi ama vive, chi odia muore”.
Per concludere, il Santo Padre ha invitato a porsi alcune domande: “Io, tu, cosa mi aspetto dalla mia vita? Qual è la mia grande speranza? Il mio cuore desidera vedere il volto del Signore? Attendo la manifestazione del suo piano di salvezza per l’umanità?”.
“Preghiamo insieme Maria, nostra Madre purissima, affinché ci accompagni attraverso le luci e le ombre della storia e ci conduca sempre all’incontro con il Signore”, ha concluso Papa Francesco.
Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.