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Papa Francesco: “La liturgia è la fonte primaria della spiritualità cristiana”

Dom Prosper Guéranger. | | Wikicommons

Il Papa ricorda il 150° anniversario della morte di Dom Prosper Guéranger

“Desidero esprimere il mio incoraggiamento e la mia affettuosa vicinanza a coloro che hanno impegnato la loro vita nel solco di questo servo della Chiesa, o che lavorano per far conoscere meglio la sua vita e la sua opera”. Lo ha scritto il Papa, stamane, nel messaggio inviato a P. Dom Geoffroy Kemlin, Abate di Saint-Pierre di Solesmes e Presidente della Congregazione di Solesmes OSB in occasione del 150° anniversario della morte di Dom Prosper Guéranger.

Il Papa sottolinea due caratteristiche di Dom Guéranger: “la fedeltà alla Santa Sede e al Successore di Pietro, in particolare nell’ambito della liturgia, e la paternità spirituale”.

“Dom Guéranger – ha aggiunto Francesco – è stato senza dubbio uno dei primi artefici del Movimento Liturgico, il cui frutto sarebbe stata la Costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II. La riscoperta storica, teologica ed ecclesiologica della liturgia come linguaggio della Chiesa ed espressione della sua fede fu al centro del suo lavoro, prima come sacerdote diocesano e poi come monaco benedettino. In particolare, questa riscoperta ispirò le sue pubblicazioni a favore del ritorno delle diocesi di Francia all’unità della liturgia romana, e fu questa riscoperta che lo spinse a scrivere i volumi dell’Anno liturgico per mettere a disposizione di sacerdoti e laici la bellezza e la ricchezza della liturgia, che è la fonte primaria della spiritualità cristiana”.

Il suo esempio – ha scritto ancora il Papa – “ispiri nel cuore di tutti i battezzati non solo l’amore per Cristo e per la sua Sposa, ma anche la fiducia filiale e la docile collaborazione cum Petro et sub Petro, affinché la Chiesa, fedele alla sua viva Tradizione, continui a elevare una sola e medesima preghiera capace di esprimere la sua unità”.

Papa Francesco ha infine ricordato la paternità spirituale di Dom Guéranger: “attento a ciò che lo Spirito Santo faceva nelle anime, voleva solo una cosa: aiutarle nella loro ricerca di Dio. Plasmato dalla Regola benedettina e dalla lode divina, la sua fiducia dolce e gioiosa in Dio toccava il cuore dei monaci che si riunivano intorno a lui, delle monache che beneficiavano dei suoi insegnamenti, ma anche degli uomini e delle donne con responsabilità nella Chiesa e nella società, e soprattutto dei padri e delle madri, dei bambini, dei piccoli e degli umili che cercavano il suo consiglio spirituale. In tempi di pace come in tempi di avversità, tutti hanno trovato in lui il rafforzamento o il rinnovamento della loro fede, il gusto della preghiera e l’amore per la Chiesa”.

Questo articolo è stato tradotto e adattato da ACI Prensa  

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