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4 consigli di Don Bosco per sfruttare al meglio il Giubileo della Speranza 2025

Don Bosco
Affresco sul soffitto della Chiesa di San Michele Arcangelo di Mala, in Trentino, raffigurante don Bosco | Wikicommons

Nel 1875 la Chiesa celebrò un Giubileo e Don Bosco, il santo patrono della gioventù e fondatore dei Salesiani, scrisse un libro in cui offriva alcuni consigli per vivere intensamente tempi come il Giubileo della Speranza 2025, indetto da Papa Francesco.

Il libro si intitola Il Giubileo del 1875, la sua istituzione e le pratiche devote per la visita alle chiese, e in esso San Giovanni Bosco condivide diverse riflessioni per aiutare i fedeli ad avvicinarsi a Dio, specialmente attraverso le indulgenze, che si possono ottenere con la confessione, la Comunione, la preghiera per le intenzioni del Papa e il passaggio attraverso una Porta Santa.

1. Accostati alla confessione e confessati bene

Don Bosco ricorda innanzitutto che tutti devono confessarsi per chiedere il perdono di Dio per i propri peccati e lamenta: “Quanti cristiani fanno cattivo uso di questo Sacramento! C’è chi si avvicina senza fare un esame di coscienza, chi confessa con indifferenza, senza dolore o senza proposito di emendarsi; chi omette volontariamente cose importanti nella confessione o non compie le penitenze imposte dal confessore. Queste persone prendono ciò che è più santo e utile e lo usano per la propria rovina”.

Il santo italiano sottolinea poi che è importante ricordare che “il sacerdote che ci aspetta nel tribunale della penitenza lo fa nel nome di Dio e nel nome di Dio perdona i peccati degli uomini”.

E aggiunge: “Non dobbiamo nemmeno allontanarci dalla confessione per paura che il confessore possa rivelare ad altri quanto ha ascoltato. Un precetto assoluto, naturale, ecclesiastico e divino obbliga il confessore a mantenere il silenzio su ciò che sente in confessione” e non può rivelarlo a nessuno, pena la scomunica.

2. Accostati alla Comunione e comunica frequentemente

“Avendo istituito questo Sacramento per il bene delle nostre anime, Gesù vuole che ci accostiamo ad esso frequentemente”, spiega Don Bosco.

E risponde a chi si sente indegno: “Qualcuno dirà: ‘Sono troppo peccatore’. Se sei peccatore, cerca di ottenere la grazia con il Sacramento della Confessione e poi ricevi la Santa Comunione: ti sarà di grande aiuto. Un altro potrebbe dire: ‘Mi comunico raramente per avere più fervore’. Ma questo è un inganno. Le cose che si fanno raramente, nella maggior parte dei casi si fanno male”.

Il santo ricorda inoltre che “i sani non hanno bisogno del medico, ma coloro che sono più esposti ai mali devono essere visitati spesso dal medico”.

E aggiunge: “Se vuoi compiere un’azione che sia la più gloriosa per Dio, la più gradita a tutti i santi del cielo, la più efficace per vincere le tentazioni, la più sicura per perseverare nel bene, certamente è la Santa Comunione”.

3. Dai l’elemosina e, se non puoi, compi opere di misericordia

“Un mezzo molto efficace, ma molto trascurato dagli uomini, per ottenere il Paradiso è l’elemosina”, che non è solo aiuto materiale, ma “qualsiasi opera di misericordia esercitata verso il prossimo per amore di Dio”.

Citando il capitolo 3 del Vangelo di San Luca, Don Bosco evidenzia: “Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”.

E sottolinea: “Dio ci assicura che tutto ciò che facciamo per i poveri, lo considera fatto a Lui stesso”, incoraggiando anche ad evitare spese superflue per avere di più da donare ai bisognosi.

A chi dice di non avere ricchezze, il santo risponde: “Se non hai ricchezze, dona ciò che puoi. Non mancano modi e opportunità per fare l’elemosina. Non ci sono forse malati da visitare, assistere, vegliare? Non ci sono giovani abbandonati da accogliere, educare, ospitare? Non ci sono peccatori da ammonire, increduli da consigliare, afflitti da consolare, liti da sedare, ferite da perdonare? Guarda quanti modi hai per dare l’elemosina e meritarti la vita eterna!”.

Infine, Don Bosco ricorda che chi dona ai poveri riceverà “il centuplo in questa vita e una ricompensa nella vita eterna”.

4. Cura la tua salute spirituale e non rimandare la conversione

Il santo di Torino avverte che “una sola cosa, o uomo, ti è necessaria: salvare la tua anima”.

E ammonisce: “Se ottieni onori, gloria, ricchezze, conoscenza e poi non salvi la tua anima, tutto è perduto”.

Don Bosco ricorda le parole di San Filippo Neri, che chiamava “pazzi tutti coloro che in questa vita cercano onori, ricchezze e successi, ma si preoccupano poco di salvare la propria anima”.

E avverte con forza: “Chi oggi non pensa alla propria salvezza rischia seriamente di ritrovarsi domani tra i dannati all’inferno e di perdersi per tutta l’eternità”.

Conclude dicendo: “Non credo che nessuno di loro volesse finire dannato. L’inganno è stato rimandare la propria conversione. Sono morti in peccato e ora sono perduti”.

Una preghiera di Don Bosco

Don Bosco scrisse anche una preghiera per avvicinarsi maggiormente a Dio durante il Giubileo:

            Eterno divin Giudice, io vi ringrazio di tutto cuore, che non mi avete chiamato al giudicio quando io era in peccato. Oh! quanto mi rincresce di aver ritardato tanto tempo a darmi a voi. In questo momento io detesto tutti i miei peccati, vi prometto di non offendervi mai più. Sì, mio Dio, io sono pronto a patir tutto e a dare la vita pel vostro santo amore. Ma per pietà, fatemi la grazia, che io possa essere uno di quelli che sono benedetti dal vostro eterno Padre in vita, in morte e dopo morte. Vergine SS., aiutatemi voi; proteggetemi in vita ed in morte, e specialmente quando mi presenterò al vostro divin Figlio, per essere giudicato. Così sia.

Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.

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