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Come si preparano le Ostie “senza glutine” per la Messa?

Ostie | Photo by Diocese of Spokane/unsplash

È qualcosa che la maggior parte dei cattolici probabilmente ha sentito almeno una volta durante la Messa: un annuncio che informa sulla disponibilità di ostie “senza glutine” o “a basso contenuto di glutine” durante o subito prima della Comunione, affinché i fedeli con sensibilità al glutine possano partecipare al Santissimo Sacramento con il minimo disagio.

Ma come vengono prodotte le ostie a basso contenuto di glutine?

Il diritto canonico della Chiesa è chiaro: il “Santissimo Sacrificio Eucaristico” può essere offerto solo con pane azzimo fatto “soltanto [di] frumento”, il che significa che le farine senza glutine non sono permesse.

Il diritto canonico stabilisce che la Comunione può essere distribuita “sotto la sola specie del vino in caso di necessità”, ma molte parrocchie hanno adottato l’opzione delle ostie a basso contenuto di glutine per i fedeli che ne hanno bisogno.

Sebbene questa pratica possa sembrare recente, in realtà è una questione dibattuta dai responsabili della Chiesa da oltre trent’anni.

Nell’agosto del 1994, il prefetto della Congregazione (oggi Dicastero) per la Dottrina della Fede, il cardinale Joseph Ratzinger – il futuro Papa Benedetto XVI – emanò la direttiva Norme per l’uso del pane a basso contenuto di glutine, nella quale specificava che il pane d’altare “quibus glutinum ablatum est”, ovvero “dal quale è stato rimosso il glutine”, era invalido per il sacramento, mentre le ostie “a basso contenuto di glutine” erano considerate “materia valida”.

Il pane utilizzato deve contenere “una quantità di glutine sufficiente per ottenere la panificazione” e non deve contenere “materiali estranei” oltre a frumento e acqua.

Inoltre, il processo di produzione delle ostie non deve “alterare la natura della sostanza del pane”, stabiliva Ratzinger. Queste direttive furono inviate ai vescovi di tutto il mondo in una lettera del 1995.

Come vengono prodotte le ostie a basso contenuto di glutine?

Le Benedettine dell’Adorazione Perpetua di Clyde, nel Missouri, sono tra i vari monasteri e comunità monastiche negli Stati Uniti che producono pane d’altare. Sono anche conosciute per aver sviluppato e commercializzato un’ostia a basso contenuto di glutine.

Suor Ruth Starman, responsabile della produzione del pane d’altare presso l’abbazia, ha spiegato in un’email a CNA che le ostie vengono prodotte “combinando due diversi amidi di frumento dai quali è stata rimossa la maggior parte del glutine”. Gli amidi vengono separati attraverso un particolare processo di macinazione.

“Usiamo lo stesso tipo di forni delle ostie tradizionali”, ha detto. “Il processo di impasto è un po’ più difficile perché l’amido di frumento crea un impasto più gelatinoso o ‘appiccicoso’ rispetto alla farina normale.”

L’abbazia di Clyde è stata il primo produttore di ostie negli Stati Uniti ad essere approvato dal Vaticano per la produzione di ostie a basso contenuto di glutine. Le suore hanno raccontato a CNA che ci sono voluti oltre 10 anni di sperimentazione per trovare la ricetta giusta.

“Un giorno avevamo finito un esperimento e ci era rimasto un po’ di impasto sul cucchiaio, così lo abbiamo lanciato sulla piastra per waffle e ce ne siamo dimenticate mentre lavavamo i piatti”, ha raccontato Suor Jane Heschmeyer, che lavora nel reparto di produzione delle ostie.

“Abbiamo aperto [la piastra per waffle] e c’era questa cosa commestibile dall’aspetto traforato. L’abbiamo assaggiata subito e poi ci siamo dimenticate di come ci fossimo arrivate, ma lo Spirito Santo ci ha aiutate a ritrovare quel momento.”

Suor Starman ha detto a CNA che le suore producono queste ostie dal 2004. “Ancora oggi riceviamo nuovi clienti ogni mese”, ha affermato.

Alla domanda sulla storia di questa pratica, la religiosa ha risposto che le ostie a basso contenuto di glutine “non venivano prodotte [in passato], per quanto ne so”.

“Non so se la sensibilità al glutine fosse persino ‘conosciuta’ nei tempi antichi”, ha aggiunto. “Forse esisteva, ma non credo che fosse specificamente diagnosticata.”

Dopo aver sviluppato la loro ricetta, le suore hanno fatto analizzare le ostie in un laboratorio per verificarne il contenuto di glutine e hanno chiesto a diversi volontari affetti da celiachia di consumarle per testare eventuali reazioni avverse.

Gli scienziati hanno scoperto che le ostie contengono solo lo 0,001% di glutine, una quantità abbastanza bassa da essere sicura per la maggior parte delle persone affette da celiachia, pur rispettando i requisiti per la validità della Comunione.

Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.

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