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La dittatura nicaraguense confisca il seminario della diocesi del vescovo Rolando Álvarez

Seminaristi del Seminario Maggiore San Luis Gonzaga nel 2022. | Credit: Diocesi di Matagalpa.

Il seminario della diocesi di Matagalpa, in Nicaragua, è stato confiscato dalla dittatura del paese. La confisca è stata riportata per la prima volta dal quotidiano nicaraguense Mosaico CSI. Secondo il giornale, al momento della confisca vi erano almeno 30 studenti in formazione presso il seminario.

Il Seminario Maggiore di Filosofia San Luigi Gonzaga si trova nella diocesi di Matagalpa, il cui vescovo esiliato è Rolando Álvarez, che vive in esilio dal gennaio 2024 dopo aver scontato quasi un anno di carcere con l’accusa di tradimento.

In un post su X, la ricercatrice Martha Patricia Molina ha denunciato che, oltre a confiscare il seminario, il governo del presidente Daniel Ortega ha “aumentato anche la sorveglianza sui sacerdoti della diocesi”. Molina ha accusato la dittatura di voler “fermare completamente la formazione sacerdotale” e di voler “annientare ed eliminare la diocesi di Matagalpa”.

Oltre al seminario, il regime ha confiscato il 16 gennaio anche il Centro Pastorale La Cartuja della diocesi di Matagalpa.

In una dichiarazione ad ACI Prensa, partner in lingua spagnola di ACI Stampa e di EWTN Italia, Molina, autrice del libro Nicaragua: una Chiesa perseguitata, ha spiegato cosa potrebbe accadere con il seminario confiscato.

“Penso che accadrà lo stesso che è successo con il resto delle proprietà che la dittatura ha confiscato alla Chiesa cattolica: le occuperanno per convertirle in edifici pubblici, le venderanno o le trasformeranno in scuole. Non sappiamo quale sia l’obiettivo finale di questa occupazione.”

La verità, ha avvertito, “è che la dittatura continua a violare e perseguitare la libertà religiosa in Nicaragua”.

Dopo aver ricordato che la curia e la residenza del vescovo Álvarez sono già state confiscate, la ricercatrice in esilio ha sottolineato che a Matagalpa il vescovo sta lavorando solo con il 30% del suo clero, che è anche “sottoposto a una maggiore sorveglianza”.

“I sacerdoti vivono nella paura di essere rapiti e successivamente espulsi dal paese. Credo che tutto questo faccia parte di un piano diabolico della dittatura per ‘ateizzare’ il paese e poi ‘satanizzarlo’,” ha denunciato Molina.

“Vogliono sradicare la fede del popolo cattolico. La diocesi di Matagalpa, i laici, sono molto cattolici, amano profondamente la Chiesa. E così [il regime] intende eliminare completamente la presenza della Chiesa.”

Matagalpa ed Estelí

Matagalpa è la diocesi di Álvarez, che è stato arrestato, tenuto agli arresti domiciliari e poi condannato a 26 anni di carcere in un processo giudiziario discutibile. È stato deportato nel gennaio 2024 a Roma, dove ora vive in esilio.

Estelí non ha un vescovo dalla metà del 2021. Álvarez fu nominato allora amministratore apostolico e, in sua assenza, padre Frutos Valle è stato designato amministratore ad omnia, con il compito di svolgere tutte le funzioni ordinarie di governo pastorale, eccetto quelle riservate a un vescovo. Anche Valle è stato arrestato dalla dittatura.

Molina ha dichiarato ad ACI Prensa che il 26 gennaio segnerà sei mesi da quando il sacerdote è confinato in una casa di formazione dalla quale non può uscire. Le ragioni della sua detenzione non sono note, “anche se la dittatura non ha bisogno di alcuna motivazione se non il fatto che sia un sacerdote cattolico per perseguitarlo”.

Vuoi una panoramica più ampia sulla situazione in Nicaragua? Leggi qui!

Questa storia è stata pubblicata per la prima volta da ACI Prensa. È stata tradotta e adattata dal team di ewtn.it.

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