Quasi un anno fa, un’immagine di Papa Francesco con un eccentrico e moderno piumino bianco ha invaso i social media. Quella foto è diventata una delle prime immagini generate con l’intelligenza artificiale (IA) a catturare l’attenzione del mondo per il suo realismo e creatività.
Sarà vero? Il Papa Francesco sarà davvero apparso con quel cappotto passeggiando per il Vaticano? La verità è che né le temperature sono così basse a Roma, né il Santo Padre, noto per la sua semplicità, si sarebbe coperto in quel modo.
Da quel famoso cappotto, le immagini create con IA si sono moltiplicate su Internet. Tra le più recenti spicca l’immagine virale che riunisce gli ultimi sei papi della storia.
Benedetto XVI, Giovanni Paolo II, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni XXIII circondano affettuosamente Papa Francesco, seduto in quelli che sembrano essere i Giardini Vaticani.
https://twitter.com/rodolfomtzm2/status/1880828581733130601/photo/1
Sebbene questa simpatica immagine sia stata interpretata da molti come un simbolo della continuità tra i pontificati e dell’unità della Chiesa, l’intelligenza artificiale può rappresentare un rischio e una minaccia in ambito etico e di sicurezza.
Le restrizioni sull’IA in Vaticano
Questa fotografia è apparsa sui social poco dopo che la Città del Vaticano ha regolato l’uso dell’intelligenza artificiale, stabilendo divieti severi sul suo utilizzo, sebbene non estesi a tutta la Curia Romana.
Dal 1° gennaio è entrato in vigore all’interno delle mura vaticane un primo decreto per regolamentarne l’uso, intitolato Linee guida sull’intelligenza artificiale.
Nel più piccolo Stato del mondo è vietato, tra le altre cose, l’uso dell’IA quando le sue applicazioni creano disuguaglianze sociali, violano la dignità umana o entrano in conflitto con la missione del Papa.
Il divieto si applica anche nei casi in cui venga messa a rischio l’integrità della Chiesa cattolica o le attività istituzionali del Vaticano.
In sintesi, il decreto stabilisce che i sistemi di intelligenza artificiale devono dare priorità alla sicurezza vaticana, alla protezione dei dati, alla non discriminazione, alla sostenibilità economica e alla tutela dell’ambiente.
Per garantire il rispetto delle norme, il decreto prevede inoltre la creazione di una Commissione per l’Intelligenza Artificiale composta da cinque membri, tra funzionari dei dipartimenti giuridici, IT e di sicurezza della Città del Vaticano.
“Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza”
Queste misure rispondono al costante appello di Papa Francesco per un trattato internazionale sulla regolamentazione dell’IA, affinché questa tecnologia venga utilizzata in modo etico.
“Siamo sicuri di voler continuare a chiamare ‘intelligenza’ qualcosa che non è intelligenza?”, ha detto il Pontefice in un discorso del giugno scorso.
Nel suo messaggio al Forum Economico Mondiale di mercoledì scorso, Papa Francesco ha invitato governi e aziende a rafforzare i sistemi di “sorveglianza” e “dovuta diligenza” sulle applicazioni di questa tecnologia.
Durante la sua partecipazione all’ultimo vertice del G7 in Italia, Papa Francesco ha riflettuto sui benefici e le minacce dell’intelligenza artificiale, definendola “affascinante e tremenda” al tempo stesso.
Di fronte ai leader mondiali, il Papa ha affermato che “condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza se privassimo le persone della capacità di decidere per sé stesse e per la propria vita, condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine”.
Anche se all’epoca non poteva prevedere gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, San Giovanni Paolo II, uno dei protagonisti dell’immagine in questione, già nel 2005 scriveva nella sua Lettera Apostolica Il rapido sviluppo:
“Le moderne tecnologie fanno crescere in modo impressionante la velocità, la quantità e la portata della comunicazione, ma non favoriscono allo stesso modo il fragile scambio tra mente e mente, tra cuore e cuore, che oggi dovrebbe caratterizzare ogni comunicazione al servizio della solidarietà e dell’amore”.
“Chi controlla questa tecnologia controlla la realtà”
Il frate francescano Paolo Benanti, esperto di intelligenza artificiale, ha messo in guardia sui suoi rischi etici durante un convegno organizzato dalla Fundación Pablo VI a Madrid.
Ha invitato a riflettere su cosa significhi vivere in una realtà definita dal software, sottolineando che “dobbiamo avere un approccio etico alla tecnologia”, e in particolare all’intelligenza artificiale, “perché sono queste a modellare la realtà del nostro mondo e chi controlla questa tecnologia controlla la realtà”.
Questo articolo è stato tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale può essere trovato al seguente link.