La Ministra delle Pari Opportunità della Spagna, Ana Redondo, ha generato controversia suggerendo che le norme della Chiesa Cattolica sull’amministrazione della Santa Comunione dovrebbero essere interpretate “alla luce della Costituzione”.
In un’intervista al programma 59 segundos di Televisión Española, Redondo ha definito “chiaramente e apertamente incostituzionale” il rifiuto di un sacerdote di dare la comunione a un sindaco omosessuale, sostenendo che tale azione potrebbe violare i principi costituzionali di uguaglianza e non discriminazione.
Questa dichiarazione arriva in seguito a un recente episodio avvenuto nella località di Torrecaballeros, dove un parroco ha negato l’ostia consacrata al sindaco, il quale è apertamente omosessuale e vive “secondo il modo matrimoniale” con un altro uomo, come ha spiegato la Diocesi di Segovia.
La ministra ha annunciato la sua intenzione di incontrare la Conferenza Episcopale Spagnola per discutere la questione, sottolineando che le regole ecclesiastiche devono essere interpretate in conformità con i principi costituzionali.
Redondo ha insistito sul fatto che “nessun settore, nessuna amministrazione, e credo neppure la Chiesa, anche se non esiste una legge specifica, può sottrarsi alle regole costituzionali, al principio di uguaglianza e non discriminazione sancito dall’articolo 14”.
La Costituzione spagnola stabilisce in questo articolo che “gli spagnoli sono uguali davanti alla legge, senza che possa prevalere alcuna discriminazione per ragione di nascita, razza, sesso, religione, opinione o qualsiasi altra condizione o circostanza personale o sociale”.
La ministra ha anche affermato che si potrebbe contravvenire all’articolo 16 della Carta Magna nel senso che “non si può obbligare un cittadino a scegliere tra la libertà religiosa e di coscienza e la libertà nella propria condizione sessuale”.
Questo precetto costituzionale garantisce “la libertà ideologica, religiosa e di culto” e stabilisce che nessuno può essere obbligato a dichiarare “la propria ideologia, religione o credenze”.
Inoltre, afferma che in Spagna non esiste una religione ufficiale e che “i poteri pubblici terranno conto delle credenze religiose della società spagnola e manterranno le relative relazioni di cooperazione con la Chiesa Cattolica e le altre confessioni”.
La Conferenza Episcopale Spagnola ha confermato ad ACI Prensa (partner di ACI Stampa e di ewtn.it) di aver ricevuto la richiesta ufficiale di un incontro, sebbene non abbia specificato chi saranno gli interlocutori né la data in cui avrà luogo l’incontro.
Articolo tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale può essere trovato qui.