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Come gestirà l’intelligenza artificiale il Vaticano?

AI | | Vaticanstate.va

Linee guida in vigore dal 1 gennaio 2025

L’Europa è stata la prima a dotarsi di una legislazione strutturata sulla intelligenza artificiale, e il Vaticano segue questa linea con dei miglioramenti.

Anche se quasi di nascosto. Nessuna conferenza stampa infatti per la pubblicazione dell Linee guida in materia di intelligenza artificiale, che sono entrate in vigore, il 1° gennaio 2025, con il Decreto numero DCCII, della Pontificia Commissione Stato della Città del Vaticano, a cui seguiranno leggi e regolamenti attuativi.

Il testo e alcune spiegazioni si trovano sul sito del Governatorato della Città del Vaticano. “È la prima volta che il Governatorato norma l’intelligenza artificiale – si legge- e, lo fa, accogliendo l’invito di Papa Francesco, con l’obiettivo di gestire il cambiamento e incanalarlo verso il progresso, nel rispetto della centralità della persona e della giustizia sociale. Sottolineando l’aspetto etico e trasparente”.

La questione dell’ Intelligenza artificiale, diciamolo, non è nuova. In film tv di dieci anni fa già si paventava che prendesse il posto dell’uomo, e da decenni si ne discute come questione etica. Certo oggi c’è una accellerazione tecnologica e commerciale che rende necessaria una normativa. Che ovviamente non è definitiva.

Come spiega la nota del Governatorato “Il testo sottolinea l’importanza di affrontare il cambiamento tecnologico in modo consapevole, per garantire che i benefici derivanti dall’intelligenza artificiale siano distribuiti equamente e vengano rispettati i principi fondamentali di sviluppo sostenibile e di non discriminazione, nella direzione della fraternità universale e della pace”.

Per lo stato vaticano è chiaro che “Il principio cardine è che l’innovazione tecnologica non può e non deve mai superare o sostituire l’essere umano. Al contrario, deve essere al suo servizio, in modo che la tecnologia supporti e rispetti la dignità umana”. E per questo “il documento esprime un impegno per garantire che l’intelligenza artificiale, pur essendo una tecnologia potente, venga sviluppata e utilizzata in modo che i benefici siano condivisi e realizzati con responsabilità, sostenibilità e in armonia con i diritti e i valori umani.

In questo senso, le Linee guida sono uno strumento fondamentale per l’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale, non sono un semplice atto formale, ma il frutto di un lavoro condiviso, sviluppato con la consapevolezza che, nonostante le risorse dell’intelligenza artificiale, fosse necessario definire un quadro chiaro e preciso per il suo utilizzo”.

Entrando nel dettaglio interessante è il divieto di utilizzare l’IA per formulare deduzioni discriminatorie o per manipolazioni che possano causare danni fisici o psicologici alle persone. Oppure di usare l’ AI come “manipolazione subliminale”, per finalità “in contrasto con la missione del Sommo Pontefice, l’integrità della Chiesa Cattolica e il corretto svolgimento delle attività istituzionali” (art. 4).

Tra i vari settori di cui si parla nel testo c’è la sanità, per cui il giudizio del medico vale più di quello della macchina, e c’è anche la questione del Diritto d’Autore, molto discusso nel campo dell’editoria. Secondo l’articolo 7 c’è l’obbligo di identificare con l’acronimo “IA” tutti i contenuti generati artificialmente, stabilendo una chiara distinzione tra creazione umana e artificiale.

Questo articolo è stato tradotto e adattato da ACI Prensa  

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Angela Ambrogetti

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