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Trudeau lascia un’eredità anticattolica dopo le dimissioni

Il primo ministro canadese Justin Trudeau a Rio de Janeiro, Brasile, il 19 novembre 2024 | MAURO PIMENTEL/GETTY IMAGES

Durante i suoi nove anni di mandato come primo ministro canadese, Justin Trudeau ha sostenuto cause che contraddicono direttamente gli insegnamenti fondamentali della Chiesa cattolica sulla vita umana e ha intrapreso azioni che hanno danneggiato la Chiesa locale.

Tuttavia, la sua lunga serie di politiche dannose sembra giungere al termine. I sondaggi indicano che il suo Partito Liberale si trova di fronte a ostacoli quasi insuperabili nelle prossime elezioni, motivo per cui il leader ex cattolico ha annunciato lunedì le sue dimissioni da capo del partito. Trudeau lascerà un’eredità segnata dalla sua netta opposizione agli insegnamenti e alle priorità cattoliche. In particolare, le sue politiche a favore del diritto all’aborto e all’eutanasia hanno reso il Canada uno dei leader mondiali nella cosiddetta “cultura della morte”. Inoltre, il suo ruolo nella perpetuazione della narrativa delle “fosse comuni” in Canada, basata su affermazioni infondate riguardanti presunti bambini indigeni sepolti in modo clandestino nelle scuole residenziali cattoliche, ha causato un aumento dei crimini di odio contro i cattolici e una serie di incendi dolosi alle chiese.

Trudeau, 53 anni, rimarrà in carica come primo ministro fino alla scelta di un nuovo leader da parte del Partito Liberale, che dovrà avvenire prima della riapertura del Parlamento il 24 marzo.

Eutanasia e suicidio assistito

I leader della Chiesa hanno criticato con forza alcune delle sue azioni, in particolare l’introduzione del programma di Assistenza Medica a Morire (MAID, dall’inglese Medical Assistance in Dying) da parte del suo governo.

“Il dolore e la morte sono davvero spaventosi, e l’istinto di rifuggire dal dolore è universale. Ma l’eutanasia e il suicidio assistito non sono la risposta”, ha scritto l’arcivescovo Richard Gagnon di Winnipeg in una lettera del 2020 indirizzata a Trudeau, riguardo all’iniziativa del governo di espandere ulteriormente il suicidio assistito. “In questo momento della storia del Canada, dovremmo chiederci con integrità e onestà quale tipo di cultura stiamo lasciando alle future generazioni”.

Dopo una decisione del 2015 della Corte Suprema del Canada che dichiarava incostituzionali le leggi contro la morte assistita, il Parlamento canadese ha approvato la MAID nel 2016 con il pieno supporto di Trudeau. Da allora, i casi sono aumentati del 31% in media ogni anno. Nel 2023, il suicidio assistito rappresentava una morte su 20 in Canada.

Aborto

Trudeau è stato un fermo sostenitore del diritto all’aborto, definendolo un diritto fondamentale delle donne. Ha anche introdotto leggi per limitare i finanziamenti ai centri di supporto alla gravidanza che non offrono servizi per l’aborto o contraccezione.

Accuse sulle “fosse comuni”

Nel 2021, un gruppo indigeno ha dichiarato di aver scoperto oltre 200 tombe anonime presso un’ex scuola residenziale cattolica. Nonostante non siano mai state trovate prove definitive, Trudeau ha criticato duramente la Chiesa, chiedendo che il Papa si scusasse in territorio canadese. Questo ha portato a un aumento del 260% dei crimini di odio contro i cattolici e a oltre 120 chiese vandalizzate o incendiate. Trudeau ha definito questi atti “inaccettabili ma comprensibili”.

Queste accuse infondate, secondo molti leader cattolici, hanno minato gli sforzi di riconciliazione con i popoli indigeni. Il vescovo Fred Henry, prima della sua morte, ha denunciato queste narrazioni, affermando che non aiutano in alcun modo le comunità indigene ma diffamano gravemente la Chiesa.

Traduzione e adattamento a cura del team di ewtn.it. Pubblicato originariamente sul National Catholic Register.

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