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Come è nata la Porta Santa e perché esiste nella Chiesa cattolica?

Alcuni pellegrini passano la Porta Santa della Basilica di San Pietro, 24 dicembre 2024 | Daniel Ibanez / EWTN News

L’Anno Giubilare e le Porte Sante sono tradizioni profondamente radicate nella storia della Chiesa Cattolica. Ma qual è l’origine delle Porte Sante e quale significato rivestono per i fedeli?

Origine storica e spirituale

Il concetto di Porta Santa risale al XV secolo nella Basilica di San Giovanni in Laterano, la cattedrale del Vescovo di Roma. Secondo don Edward McNamara, LC, esperto di liturgia e professore di Teologia presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, il concetto potrebbe derivare da una porta nella stessa basilica, utilizzata per offrire asilo politico ai criminali, proteggendoli dalla polizia o dai giudici.

“Era così diffusa questa pratica che il Papa, a un certo punto, per evitare abusi, decise di murare e sigillare la porta”, spiega don McNamara, suggerendo che col tempo essa abbia acquisito un significato più profondamente spirituale.

Questo significato si consolidò ulteriormente nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila, costruita nel 1288 per volere di Papa Celestino V. Qui nacque la tradizione di aprire una porta speciale in determinati momenti. “Da qui, nel 1300, Papa Bonifacio VIII si ispirò per introdurre l’idea della Porta Santa in occasione di un Giubileo”, ha spiegato il sacerdote.

Da allora, attraversare la Porta Santa è stato associato a un Giubileo “profondamente spirituale”, durante il quale i fedeli, rispettando alcune condizioni, possono liberarsi dal peso del peccato e iniziare una vita rinnovata in intimità con Dio.

Più di un gesto simbolico

Sebbene attraversare la Porta Santa sia un atto esteriore, il suo vero significato risiede nella disposizione interiore del credente. Don McNamara sottolinea che “passare attraverso la Porta Santa è solo una manifestazione esteriore di qualcosa che avviene dentro di noi”.

Attraversando questa Porta, il pellegrino richiama alla mente quanto affermato nel capitolo 10 del Vangelo di Giovanni: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”.

Papa Francesco ha ricordato che il pellegrinaggio verso la Porta Santa rappresenta “un invito a compiere un passaggio, una Pasqua di rinnovamento, per entrare in quella vita nuova che ci offre l’incontro con Cristo”.

Indulgenza plenaria e distacco dal peccato

La grazia del Giubileo include l’indulgenza plenaria, ossia la remissione della pena temporale associata ai peccati già confessati e perdonati. Tuttavia, don McNamara evidenzia che questo processo richiede un impegno interiore.

“La Chiesa chiede che non ci sia attaccamento al peccato. Una cosa è la debolezza umana, un’altra è essere legati a un certo peccato, anche se veniale”. Questo distacco implica una rinuncia sincera al peccato, pur consapevoli della propria fragilità.

“Puoi sapere che potresti ricadere, ma non vuoi più tornare a peccare in quell’ambito”, spiega il sacerdote, sottolineando che si tratta di “essere liberi dall’attaccamento”.

Per ottenere l’indulgenza, don McNamara ricorda che è necessario:

  1. Fare una buona confessione di tutti i peccati commessi dall’ultima confessione;
  2. Ricevere la Santa Comunione;
  3. Partecipare alla Santa Messa;
  4. Pregare per le intenzioni del Santo Padre, con preghiere semplici come un Credo, alcune Ave Maria, un Padre Nostro o una decina del Rosario.

Una porta verso Cristo

In definitiva, la Porta Santa simboleggia l’apertura verso Cristo e la possibilità di una profonda conversione. Come ricorda don McNamara:
“L’indulgenza ci purifica, ci rende di nuovo sani, per poter ricominciare da zero la nostra lotta per seguire Cristo e vivere secondo il Vangelo”.

Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. Pubblicato originariamente su ACI Prensa

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