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“Mai fare il bullying!”: L’appello di Papa Francesco agli insegnanti cattolici

Papa Francesco durante l'udienza concessa a Unione Cattolica Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori - Associazione Italiana Maestri Cattolici - Associazione Genitori Scuole Cattoliche, il 4 gennaio 2025 | Credit Vatican Media

Papa Francesco ha esortato una delegazione di insegnanti cattolici e genitori di scuole cattoliche a dire “mai fare il bullying!”, sottolineando che, se lo fanno, preparano i bambini e i giovani “alla guerra e non alla pace”.

Questa mattina, durante un’udienza in Vaticano, il Santo Padre ha accolto l’Associazione Italiana Maestri Cattolici, l’Unione Cattolica Italiana di Insegnanti, Dirigenti, Educatori e Formatori e l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche.

Un forte appello contro il bullismo

Papa Francesco ha evidenziato l’importanza di “immaginare la pace” nelle scuole, dicendo:
“Se a scuola si fa la guerra fredda tra di voi, se a scuola siete bulli con i ragazzi e le ragazze che hanno difficoltà, questo significa prepararsi alla guerra, non alla pace! Mai fare il bullying! Lo diciamo tutti insieme? Dai! Mai fare il bullying! Coraggio e avanti. Lavorate su questo”.

La pedagogia di Dio e il dialogo familiare

Il Papa ha poi sottolineato che l’incontro avviene nel tempo di Natale, in cui si manifesta “la pedagogia di Dio”.
“Qual è il Suo ‘metodo educativo’? Quello della prossimità, della vicinanza. Dio è vicino, compassionevole e tenero”.

Ha aggiunto che la pedagogia di Dio è una pedagogia del dono, che invita a vivere in comunione con Lui e con gli altri, all’interno di un progetto di fraternità universale, nel quale la famiglia occupa un posto centrale e insostituibile.
La famiglia!” ha esclamato Papa Francesco.

Papa Francesco carezza la guancia di una bambina durante l'udienza concessa all’Associazione Italiana Maestri Cattolici; all’Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori; all’Associazione Genitori Scuole Cattoliche del 04 gennaio 2025 | Credit: Vatican Media
Papa Francesco carezza la guancia di una bambina durante l’udienza concessa all’Associazione Italiana Maestri Cattolici; all’Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori; all’Associazione Genitori Scuole Cattoliche del 04 gennaio 2025 | Credit: Vatican Media

Il Pontefice ha poi condiviso un aneddoto che descrive ciò che una famiglia non dovrebbe fare:
“Mi raccontava una persona che, una domenica, pranzava in un ristorante. Alla tavola accanto c’era una famiglia: papà, mamma, figlio e figlia. Tutti e quattro con il cellulare, senza parlarsi. Questo signore ha ascoltato qualcosa, si è avvicinato e ha detto: ‘Ma siete una famiglia, perché non parlate tra di voi? È una cosa strana’. Lo hanno ascoltato, poi lo hanno mandato via e hanno continuato con queste cose. Per favore, in famiglia si parla! La famiglia è dialogo, il dialogo che fa crescere”.

Educazione cattolica e speranza nelle scuole

Il Santo Padre ha ricordato il tema del Giubileo della Speranza, iniziato il 24 dicembre, “Pellegrini della speranza”, sottolineando che “un buon insegnante è un uomo o una donna di speranza, perché si dedica con fiducia e pazienza a un progetto di crescita umana”.

“La loro speranza non è ingenua”, ha proseguito, “ma radicata nella realtà, sostenuta dalla convinzione che ogni sforzo educativo ha valore e che ogni persona ha una dignità e una vocazione che meritano di essere coltivate”.

Per mantenere questa speranza, Papa Francesco ha esortato:
Bisogna tenere lo sguardo fisso su Gesù, maestro e compagno di cammino: questo permette di essere realmente pellegrini della speranza”.

E ha concluso:
“Non dimentichiamo che la speranza non delude. L’ottimismo delude, ma la speranza no. Una speranza che supera ogni desiderio umano, perché apre le menti e i cuori alla vita e alla bellezza eterna. La scuola ha bisogno di questo!”.

Questo articolo è stato tradotto e adattato dal team di ewtn.it. Il testo originale può essere trovato qui.

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