La presentatrice del conto alla rovescia di fine anno su Televisión Española ha mostrato durante la trasmissione un’immagine irriverente in cui si poteva vedere la mascotte di un noto programma ritratta come fosse il Sacro Cuore di Gesù.
Laura Yustres Vélez, conosciuta come “Lalachús”, è un’attrice e comica spagnola che collabora nel programma La Revuelta della televisione pubblica spagnola, noto per il suo umorismo irriverente e per chiedere sempre ai suoi ospiti della loro vita sessuale e del loro patrimonio.
La notte di Capodanno scorso è stata protagonista, insieme a David Broncano, conduttore de La Revuelta, dello spazio in cui si è salutato l’anno 2024 e si è dato il benvenuto al 2025 dalla Puerta del Sol di Madrid, al ritmo dei rintocchi del suo celebre orologio.
In un momento della trasmissione, Lalachús ha mostrato l’immagine irriverente in cui si può vedere il toro di El Gran Prix, noto programma di intrattenimento familiare in Spagna, ritratto come fosse il Sacro Cuore.
L’immagine include l’aureola sopra la testa del personaggio (il cerchio che simboleggia la santità), un sacro cuore sul petto su cui si posa la mano sinistra e la mano destra sollevata con tre dita tese e due ripiegate, simbolizzando la Trinità.
“Io porto sempre con me la mia immaginetta della Mucca del Gran Prix,” ha detto la presentatrice mostrandola agli spettatori attraverso la telecamera come uno dei suoi amuleti per il cambio d’anno.
Reazione dell’episcopato spagnolo
Il presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, Mons. Luis Argüello, ha espresso sui social network X la tristezza che gli ha causato la “scusa della libertà di espressione e degli eccessi delle feste” che ha permesso a TVE di deridere il simbolo del Cuore così caro a tutti i cattolici.
“La cosa più triste è che i responsabili non sono consapevoli di ciò che fanno. Ancora una volta la banalità ci circonda”, ha aggiunto.
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L’Arcivescovo di Siviglia, Mons. José Ángel Saiz Meneses, ha anche rifiutato la derisione e si è chiesto “fino a quando si approfitteranno della nostra pazienza”.
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L’Arcivescovo di Oviedo, Mons. Jesús Sanz Montes, ha sottolineato che “se provassero a farlo con Maometto, non avrebbe nessuna grazia e forse sarebbe più ‘divertente’ e rivoluzionario”.
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Da parte sua, il Vescovo di Vitoria, Mons. Juan Carlos Elizalde, ha rivendicato che “i cattolici non sono cittadini di seconda classe e meno ancora in un paese dove la stragrande maggioranza dei cittadini è battezzata o è figlia di cattolici”.
Ha aggiunto che “di fronte all’attacco di un ente pubblico alla vasta comunità cristiana, la nostra risposta è ferma e senza crepe: rispettate la fede in Cristo”.
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Mons. Fernando Prado, Vescovo di Bilbao, ha invitato a protestare contro questi fatti scegliendo altri canali televisivi il prossimo anno.
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Durante la recita del Rosario di Ferraz il 1º gennaio, un sacerdote ha recitato una preghiera in riparazione “per le blasfemie pronunciate” da Lalachús.
Con il passare delle ore, e di fronte all’indignazione che hanno causato i fatti in molti cattolici, il presidente della CEE ha chiesto di non rispondere con insulti ai protagonisti dell’offesa, ai quali “anche il Cuore di Gesù ama e perdona”.
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Denuncia della Fundación de Abogados Cristianos
La Fundación Española de Abogados Cristianos (Fondazione Spagnola degli Avvocati Cristiani) ha presentato una denuncia contro il presidente di Radio Televisión Española, José Pablo López, e la presentatrice per un possibile reato d’odio contemplato nell’articolo 510 del Codice Penale spagnolo e un altro contro i sentimenti religiosi, raccolto nell’articolo 525 dello stesso codice.
Inoltre, sottolinea che il presidente dell’ente pubblico ha diffuso sui suoi social network l’immagine della presentatrice con l’immaginetta, insieme ad altre del programma, mostrandosi “felice di lavorare con persone che rischiano”.
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Per gli avvocati, “quel messaggio sui social network mostra che la derisione contro i cristiani contava, almeno, con il suo beneplacito o, addirittura, è stata orchestrata da lui”.
L’organizzazione denuncia inoltre “l’uso dell’attacco ai cristiani per generare polemiche e così aumentare l’audience, cosa che è già accaduta con la cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici” e considera che “l’utilizzo dell’immagine del Sacro Cuore di Gesù come la mucca del ‘Gran Prix’, denota un chiaro disprezzo e derisione verso i riti e i simboli del cattolicesimo e costituisce un’ingiuria, un’offesa e un oltraggio ai sentimenti religiosi e alle credenze cattoliche”.
Per Abogados Cristianos, “il rifiuto della televisione pubblica verso i cristiani è sempre più evidente e si è già reso evidente con l’assunzione di ‘Mr Jagger’, uno youtuber famoso per le sue continue offese ai cattolici”.
La sua presidente, Polonia Castellanos, insiste sul fatto che “se continuiamo a vedere questo tipo di attacchi è perché sembra che contro i cristiani tutto sia lecito. Questi comportamenti non possono restare impuniti se vogliamo fermare la cristianofobia, sempre più presente nel nostro paese”.
Depenalizzazione del reato contro i sentimenti religiosi
Lo scorso mese di luglio, il Governo ha annunciato che avrebbe affrontato l’eliminazione del reato contro i sentimenti religiosi dal Codice Penale, cosa che è stata criticata da diverse entità e personalità, tra cui il presidente della CEE.
L’annuncio ha preso corpo lo scorso mese di settembre quando la misura è stata inclusa nel cosiddetto Piano d’Azione per la Democrazia.
Mons. Luis Argüello ha espresso attraverso il social network X che “i sentimenti sono stati elevati a categoria giuridica, ad esempio, per poter cambiare sesso; sempre più espressioni sono considerate reati d’odio. In questo ambiente di elogio legale delle emozioni, i sentimenti religiosi cessano di essere un bene giuridico protetto”.
L’intenzione del Governo è stata respinta anche da altre confessioni cristiane diverse dalla cattolica, così come dalle comunità ebraiche e musulmane.
In un recente comunicato congiunto, sottolineano che “come cittadini e credenti, rivendichiamo anche il diritto dei nostri fedeli a vivere la fede in un clima di rispetto per i sentimenti religiosi, protetti da altri diritti anche costituzionalmente garantiti, come il diritto alla libertà religiosa, alla libertà di coscienza e il diritto alla dignità e integrità morale”.
Questa misura esclude la Spagna dalla maggior parte dei paesi dell’Unione Europea che proteggono la libertà religiosa, poiché 21 dei 27 prevedono sanzioni per azioni contro i sentimenti religiosi.
Il Ministro della Presidenza, Giustizia e Relazioni con le Cortes, Félix Bolaños, ha reagito alla denuncia di Abogados Cristianos con un messaggio su X affermando che la loro denuncia rappresenta un “tentativo degli ultras di intimidire” e ha ribadito l’intenzione del Governo di abrogare il reato di offesa contro i sentimenti religiosi.
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Nel 2025 spingeremo per la riforma del reato di offesa religiosa per garantire la libertà di espressione e di pensiero, una misura del Piano d’azione per la democrazia.
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Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale può essere trovato al seguente link.