Il 26 dicembre 2024, Papa Francesco aprirà la Porta Santa del carcere di Rebibbia, un gesto straordinario che rappresenta non solo questa struttura penitenziaria romana, ma tutte le carceri del mondo.
La porta, realizzata in bronzo, è un simbolo di rinascita spirituale, un segno di speranza per chi vive nelle difficili condizioni della reclusione. L’evento è parte del Giubileo della Speranza 2025, come sottolineato dal Papa nella Bolla di Indizione “Spes non Confundit”, in cui invita i fedeli a essere segni tangibili di speranza per i più bisognosi.
Un segno di speranza per i detenuti
La notizia dell’arrivo del Papa ha scosso positivamente l’intera comunità carceraria. Teresa Mascolo, responsabile del carcere di Rebibbia, ha dichiarato:
“Quando abbiamo avuto la notizia, tutti – dai responsabili agli operatori, ai volontari e ai detenuti – abbiamo vissuto un grande senso di attesa e trepidazione”.
Anche Sarah Brunetti, comandante della polizia penitenziaria, ha evidenziato il valore simbolico di questo momento:
“Il motto della polizia penitenziaria è proprio legato alla speranza, quindi questo è sicuramente un momento di speranza qui dentro”.
Un nuovo domani per i detenuti
La speranza evocata dall’apertura della Porta Santa si estende non solo ai detenuti ma anche a chi lavora all’interno del carcere. Don Lucio Boldrin, cappellano del carcere, racconta la realtà quotidiana che affrontano i detenuti:
“In celle per sei persone, con spazi ristretti e letti a castello, i detenuti spesso si spengono dentro. Questa Porta Santa deve aprire anche i loro cuori, per non farli rassegnare”.
La rassegnazione è una delle sfide più grandi. Don Lucio aggiunge:
“Abbiamo continue situazioni di autolesionismo. È un modo per gridare: ‘Io ci sono, sono una persona. Ascoltatemi, datemi una possibilità’”.
Iniziative come il call center, dove i detenuti lavorano per il Bambino Gesù, e il laboratorio artistico “Metamorfosi” stanno offrendo nuovi orizzonti. Qui, i detenuti trasformano legname dai barconi dei migranti in opere d’arte, come rosari e un presepe in legno, che sarà esposto durante la visita papale.
Preparativi per un evento straordinario
Il carcere di Rebibbia si prepara con attenzione all’arrivo di Papa Francesco. La chiesa interna è stata restaurata e la piattaforma per la sedia a rotelle del Papa è pronta. La facciata, con la Porta Santa in bronzo che raffigura la vita di Gesù, è in attesa di essere aperta.
Teresa Mascolo sottolinea l’impatto positivo di questo evento:
“Quando i nostri detenuti hanno saputo che il Papa sarebbe venuto, si sono immediatamente attivati per creare un dono speciale per lui, con una spontaneità disarmante”.
L’apertura della Porta Santa nel carcere di Rebibbia rappresenta molto più di un atto fisico: è un invito a lasciare il passato alle spalle e a guardare verso un futuro di rinascita e riconciliazione. L’evento segnerà ufficialmente l’inizio del Giubileo della Speranza 2025, ricordando a tutti che, anche nelle situazioni più oscure, la luce di Cristo porta speranza e redenzione.