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Come è arrivata la Santa Casa di Maria da Nazareth a Loreto, in Italia?

La Santa Casa all'interno del Santuario della Madonna di Loreto
La Santa Casa all'interno del Santuario della Madonna di Loreto. Credit: Canva

Che cosa accomuna Galileo, Mozart, Descartes, Cervantes e Santa Teresa di Lisieux? Tutti hanno viaggiato per centinaia di chilometri per visitare la Santa Casa di Loreto, conservata all’interno di una basilica nella piccola cittadina italiana delle Marche.

Dal XIV secolo, milioni di pellegrini hanno raggiunto questo santuario per stare dentro le mura dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque, crebbe e ricevette l’annuncio dell’angelo Gabriele.

Se la Santa Casa proviene davvero dall’antica Nazareth, le sue mura hanno visto il momento in cui “il Verbo si fece carne” durante l’Annunciazione, un punto cruciale nella storia dell’umanità. Papa Francesco, nel 2019, ha elevato la festa della Madonna di Loreto a memoria facoltativa nel calendario liturgico, celebrata ogni anno il 10 dicembre.

Come è Arrivata la Santa Casa a Loreto?

Secondo la tradizione, la Santa Casa arrivò a Loreto il 10 dicembre 1294, miracolosamente salvata dalla Terra Santa mentre i crociati venivano espulsi dalla Palestina alla fine del XIII secolo.

Una leggenda ripetuta nei secoli narra che gli angeli trasportarono la casa dalla Palestina all’Italia. Anche se questa versione può sembrare improbabile agli ascoltatori moderni, documenti storici del Vaticano hanno confermato l’autenticità del trasporto della casa — con una sorprendente svolta ironica.

Nel 1900, il medico del papa, Giuseppe Lapponi, scoprì negli archivi vaticani documenti che attribuivano il salvataggio della Santa Casa a una nobile famiglia bizantina, gli Angelos, il cui nome in greco e in latino significa “angeli”. Questa famiglia trasportò i “materiali” della casa della Vergine in Italia per costruire un santuario.

Ulteriori corrispondenze diplomatiche, pubblicate solo nel 1985, confermarono che le “pietre sacre” furono incluse nella dote di Ithamar Angelos per il suo matrimonio con Filippo II d’Angiò, figlio del re Carlo II di Napoli.

Prove Archeologiche e Storicità

Scavi effettuati a Nazareth e Loreto hanno rivelato materiali simili in entrambi i siti. Le pietre della Santa Casa di Loreto sono lavorate con tecniche tipiche dei Nabatei, diffuse in Palestina.

Sulle mura sono state trovate iscrizioni in greco sincopato con lettere ebraiche che recitano: “O Gesù Cristo, Figlio di Dio”. Queste iscrizioni corrispondono allo stile di quelle trovate nella grotta dell’Annunciazione a Nazareth.

Gli archeologi hanno inoltre confermato che i cristiani del III secolo trasformarono la casa di Maria a Nazareth in un luogo di culto, costruendovi attorno una sinagoga-chiesa. Un vescovo del VII secolo, in visita a Nazareth, descrisse una chiesa costruita nel luogo dell’Annunciazione.

Un Santuario di Importanza Universale

Da San Francesco di Sales a San Luigi de Montfort, molti santi hanno visitato la Santa Casa di Loreto nel corso dei secoli. San Carlo Borromeo vi si recò quattro volte tra il 1566 e il 1583.

Nel 1993, San Giovanni Paolo II definì la Santa Casa “il principale santuario di portata internazionale dedicato alla Beata Vergine Maria.”

Dopo la vittoria dei cristiani contro i turchi a Lepanto, attribuita alla Madonna di Loreto, generali come Marcantonio Colonna e Giovanni d’Austria compirono pellegrinaggi al santuario in segno di ringraziamento. Anche Cristoforo Colombo fece voto alla Madonna di Loreto durante una tempesta nel 1493, inviando un marinaio in pellegrinaggio per conto dell’intero equipaggio.

Un Santuario Sopravvissuto ai Secoli

Nonostante Napoleone saccheggiò il santuario nel 1797, portando via gioielli e doni preziosi, la Santa Casa rimase intatta, continuando ad attirare milioni di pellegrini.

Nel 1995, Giovanni Paolo II definì Loreto “la casa di tutti i figli adottivi di Dio” e disse: “I fili della storia dell’umanità si intrecciano di nuovo in questa casa, dove ciascun uomo è chiamato alla dignità di figlio di Dio.”

Questo articolo è stat pubblicato sulla Catholic News Agency e tradotto e adattato dal team di EWTN Italia.

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