Dopo oltre cinque anni dall’incendio che devastò la struttura iconica di Notre-Dame, le porte della cattedrale sono state ufficialmente riaperte durante una cerimonia solenne sabato sera, il 7 dicembre. La celebrazione ha segnato una nuova era per uno dei simboli più amati di Parigi.
Un evento memorabile e carico di simbolismo
La cerimonia di riapertura, iniziata alle 19:20, ha visto la partecipazione di circa 1.500 persone, tra cui 40 capi di stato, tra cui il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy. Presenti anche 170 vescovi provenienti dalla Francia e da tutto il mondo, tra cui il Cardinale Timothy Dolan di New York e il Patriarca maronita Bechara al-Rahi. Papa Francesco, pur non presente, ha inviato un messaggio letto dal nunzio apostolico in Francia, Monsignor Celestino Migliore.
Il Presidente francese Emmanuel Macron, originariamente previsto per parlare all’esterno, ha tenuto il suo discorso all’interno della cattedrale a causa delle condizioni meteorologiche avverse. Macron ha espresso la “gratitudine della nazione francese” a tutti coloro che hanno contribuito alla ricostruzione, sottolineando come Notre-Dame rappresenti “il significato e la trascendenza che aiutano a vivere in questo mondo.”
Un ritorno alla luce e al suono
L’evento è iniziato con il suono del bourdon, la grande campana di Notre-Dame, dopo anni di silenzio. L’Arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich, ha inaugurato la riapertura bussando tre volte al Portale del Giudizio Universale. La cerimonia, accompagnata dal brano polifonico Totus Tuus di Henryk Górecki, eseguito da 150 giovani del coro Maîtrise di Notre-Dame, ha rappresentato un momento di grande emozione.
Nel suo messaggio, Papa Francesco ha auspicato che la rinascita della cattedrale sia “un segno profetico del rinnovamento della Chiesa in Francia” e ha invitato i fedeli a riscoprire il loro patrimonio di fede.
La celebrazione ha incluso la benedizione del grande organo, rimasto silenzioso per cinque anni, e una breve omelia dell’arcivescovo Ulrich, che ha sottolineato come la Chiesa sia “aperta a tutti”, inclusi stranieri e non credenti.
La cerimonia
La cerimonia si è conclusa con il canto del Magnificat, il Padre Nostro e il Te Deum. Successivamente, un concerto trasmesso da France Télévisions e Radio France ha visto esibirsi artisti di fama internazionale come il pianista cinese Lang Lang e il soprano sudafricano Pretty Yende.
Domenica, la cattedrale ha ospitato la Messa di consacrazione del nuovo altare maggiore, presieduta dall’Arcivescovo Ulrich alla presenza di leader religiosi e del Presidente Macron.
Le celebrazioni continueranno fino al 16 dicembre, con giornate dedicate a diverse comunità, inclusi i vigili del fuoco che salvarono la cattedrale dalle fiamme nel 2019.
Il restauro
Il restauro, costato quasi 700 milioni di euro, ha coinvolto 250 aziende e centinaia di artigiani. Gran parte delle donazioni internazionali, pari al 90%, è arrivata dagli Stati Uniti, sottolineando il significato globale di Notre-Dame.
Con una struttura ricostruita seguendo il design originale dell’architetto del XIX secolo Eugène Viollet-le-Duc, la cattedrale si prepara ad accogliere 15 milioni di visitatori all’anno, superando i 12 milioni pre-incendio. Le visite, prenotabili gratuitamente online, saranno estese fino alla Pentecoste per far fronte all’enorme afflusso previsto.
Monsignor Olivier Ribadeau Dumas, rettore della cattedrale, ha dichiarato: “Ora è il momento di tornare a Notre-Dame!”