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No, il “Gesù AI” in Svizzera non ascolta confessioni: facciamo chiarezza

Credito: Immagine creata utilizzando DALL·E di OpenAI tramite ChatGPT
Credito: Immagine creata utilizzando DALL·E di OpenAI tramite ChatGPT

Negli ultimi giorni, diverse testate hanno riportato la notizia che un’intelligenza artificiale chiamata “AI Gesù” sarebbe stata creata per ascoltare le confessioni in una chiesa cattolica in Svizzera. Ma cosa c’è di vero?

La rivendicazione:

Un avatar olografico di Gesù basato sull’intelligenza artificiale sarebbe stato installato in una cappella di Lucerna per ascoltare le confessioni.

La verità:

Il progetto esiste, ma non è stato creato per ascoltare confessioni sacramentali. L’installazione, denominata Deus in Machina, è un’iniziativa artistica sviluppata in collaborazione con il laboratorio di Immersive Realities Research Lab dell’Università di Lucerna. Secondo quanto dichiarato, l’obiettivo del progetto è esplorare i limiti della tecnologia nel contesto religioso e stimolare riflessioni sull’interazione tra fede e intelligenza artificiale.

Cosa fa realmente il progetto?

L’avatar, descritto erroneamente da alcune fonti come un ologramma, è un volto digitale mostrato su uno schermo curvo posizionato all’interno di un confessionale. Addestrato con contenuti del Nuovo Testamento, l’AI è programmata per rispondere in 100 lingue a domande bibliche poste dai visitatori.

Un progetto artistico, non un sacramento

La cappella di San Pietro a Lucerna, che ospita il progetto, ha chiarito che Deus in Machina non è pensato per sostituire i sacerdoti né per celebrare il sacramento della confessione. La confessione, infatti, è uno dei sette sacramenti della Chiesa cattolica e può essere celebrata solo da un sacerdote o un vescovo in persona.

Un annuncio ufficiale del laboratorio sottolinea che il progetto vuole indagare “i limiti della tecnologia nel contesto religioso” e “dimostrare le capacità dell’intelligenza artificiale nel rispondere a domande bibliche.”

Un’opinione cauta sull’AI nella religione

Un teologo coinvolto nel progetto ha sottolineato che l’iniziativa potrebbe aiutare le persone religiose a familiarizzare con l’intelligenza artificiale e ha suggerito che l’AI potrebbe essere un supporto per il lavoro pastorale, essendo disponibile 24 ore su 24.

Tuttavia, Peter Kirchschläger, esperto di etica teologica, ha avvertito: “Dobbiamo essere cauti quando si tratta di fede, cura pastorale e ricerca di significato nella religione. In questo campo, gli esseri umani sono superiori alle macchine e dovremmo occuparcene noi stessi.”

AI e fede cattolica: un rapporto complesso

Questo progetto non è il primo tentativo di utilizzare l’AI in ambito religioso. La tecnologia è stata accolta anche dal Vaticano, con progetti come CatéGPT, un chatbot che risponde a domande sull’insegnamento cattolico basandosi su documenti ufficiali. Tuttavia, non tutte le iniziative hanno avuto successo.

Ad esempio, un progetto di AI “sacerdotale” lanciato negli Stati Uniti da Catholic Answers è stato ritirato dopo critiche per la sua rappresentazione grafica e un uso improprio che ha portato a “confessioni” simulate.

Conclusione:

Il progetto Deus in Machina non sostituisce i sacerdoti né offre confessioni reali. Si tratta di un’installazione artistica che intende stimolare domande sull’uso dell’intelligenza artificiale in contesti religiosi e dimostrare la capacità dell’AI di rispondere a domande bibliche.

Valutazione finale:

La rivendicazione secondo cui “AI Gesù” ascolta confessioni è fuorviante.

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