La cattedrale della città barocca bavarese è stata chiusa oltre 4 anni
C’era ancora una chiesa in Germania che, dai tempi del lockdown dovuto alla pandemia mondiale di Corona virus, non era ancora stata riaperta. Si tratta del duomo di Eichstätt. Chiuso dalla Quaresima del 2020, il tempio è stato riaperto poche settimane fa con una Messa celebrata dal vescovo Gregor Maria Hanke OSB e oltre mille fedeli ad assistervi. Il caso ha voluto che l’edificio di culto venisse chiuso per restauro poco prima della serrata generale dovuta alle restrizioni per il contenimento del Corona virus. La cattedrale, che conserva le spoglie del primo vescovo della città, San Villibaldo, è una struttura gotica completata in età barocca. Finalmente, un’intera comunità di fede si è riappropriata della sua „casa“ di preghiera. Di questa gioia e di tutti i dettagli connessi alla riapertura del duomo, ci racconta Anselm Blumberg, diacono presso la Diocesi di Eichstätt.
Diacono Blumberg, lo scorso 20 ottobre, durante la Messa di riapertura della cattedrale di Eichstätt, lei ha potuto riaccendere la luce eterna. Cosa ha provato nel restituire ai fedeli la loro cattedrale dopo oltre quattro anni di lavori di ristrutturazione?
«È stata una sensazione felice e liberatoria! La chiusura della Cattedrale di Eichstätt la prima domenica di Quaresima del 2020 è avvenuta poche settimane prima che le funzioni pubbliche in chiesa fossero vietate a causa della pandemia di Corona virus. Ciò significa che la parrocchia della Cattedrale di Eichstätt ha vissuto un doppio esilio nella primavera del 2020: prima ha dovuto abbandonare il suo luogo di culto e, „trasferendosi“ nella chiesa degli Angeli Custodi di Eichstätt, ha dovuto ripiegare su un luogo di culto molto bello, ma in qualche modo estraneo, e poi ha dovuto addirittura rinunciare a tutte le funzioni religiose. Anche se la crisi del coronavirus è passata negli anni, ha lasciato il segno».
In che senso?
«Be‘, molti fedeli – qui come altrove – non venivano più in chiesa e si erano abituati a celebrare la messa davanti alla televisione. A peggiorare la situazione a Eichstätt, però, c’era il fatto che molti abitanti di Eichstätt e fedeli che abitano dei dintorni sentivano la mancanza della “loro” cattedrale e quindi non partecipavano alle funzioni religiose. Finalmente ora, la riapertura della cattedrale ha arrestato questo significativo declino, almeno nelle prime settimane dalla riapertura. Il 20 ottobre la cattedrale era piena di gente. Anche io avevo la sensazione di essere finalmente tornato a casa dopo un lunghissimo viaggio. La “casa madre spirituale”, come il nostro vescovo Gregor Maria Hanke OSB ha definito la cattedrale durante la sua omelia, era diventata molto più bella durante questo lungo viaggio».
Può spiegare brevemente in cosa sono consistiti i lavori di ristrutturazione?
«Intanto il fonte battesimale non è più nella navata laterale, ma al centro della cattedrale. Ha dovuto essere spostato perché al suo posto è stato installato un ascensore per rendere la cattedrale ancora più accessibile ai disabili. Inoltre, la cattedrale appare ora molto più luminosa. Ciò è dovuto in parte alla pulizia e alla ristrutturazione della sala, ma anche all’ingegnoso nuovo concetto di illuminazione del famoso ingegnere illuminotecnico Walter Bamberger. È stato anche necessario installare un moderno sistema di protezione antincendio, in conformità ai nuovi standard antincendio in vigore dopo il devastante incendio di Notre-Dame a Parigi».
Come hanno reagito i fedeli ai risultati della ristrutturazione?
«Dall’apertura della cattedrale a oggi, ho sentito solo commenti unanimemente positivi da parte dei fedeli. La gente viene ogni giorno a vedere se la cattedrale è stata davvero ristrutturata in modo così bello come è stato detto dai media e raccontato dai conoscenti. Durante la visita, poi, trovano conferma di tutto ciò che è stato detto loro».
Cosa porterà nel cuore di questa Messa di riapertura?
«Ci sono stati molti momenti edificanti per me durante questa funzione: All’inizio, la lunga processione come simbolo del passaggio del popolo di Dio nel tempo, il rinnovo del battesimo al fonte battesimale, che ora si trova al centro della chiesa dopo la ristrutturazione, e la benedizione dell’ambone, che ora appare davvero radioso nella sua nuova collocazione, prima della proclamazione delle letture. Mi è stato inoltre permesso di portare il Santissimo Sacramento nella Cappella del Santissimo Sacramento dopo la distribuzione della Comunione e di collocare il ciborio con il pane eucaristico nel tabernacolo per la prima volta dopo quattro anni e mezzo e di accendere la Luce Eterna. Per me quello è stato il sigillo della riapertura della cattedrale. Ho pensato: „Ora il Signore vive di nuovo nella sua casa“».
Questo restauro sarà importante soprattutto per le nuove generazioni di fedeli…
«Infatti ho trovato molto profetica una scena alla fine della funzione. Il vescovo Hanke ha chiamato a sé i numerosi bambini presenti e ha detto loro: “Abbiamo ristrutturato la cattedrale per voi”. In quel momento ho sentito che abbiamo la missione di mantenere accesa la fiaccola della fede e trasmettere il suo fuoco alle generazioni future».
Questo articolo è stato originariamente pubblicato su ACI Stampa.