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Solennità di Cristo Re: le tre chiavi del Papa per far sì che i giovani affrontino le sfide con coraggio

Papa Francesco saluta una bambina, accompagnata dai genitori, nella Messa per la Solennità di Cristo Re, il 24 novembre 2024

Questa domenica, nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, Papa Francesco ha offerto tre chiavi affinché i giovani affrontino con speranza e coraggio le sfide e le difficoltà della vita.

L’incontro ha incluso la celebrazione diocesana annuale della Giornata Mondiale della Gioventù e ha visto la consegna dei simboli dei pellegrini (la Croce della GMG e l’icona di Maria, nota come Salus Populi Romani) dai giovani portoghesi ai loro omologhi coreani, che saranno gli ospiti della GMG a Seul nel 2027.

Nella sua omelia, il Santo Padre ha invitato le nuove generazioni a tenere in considerazione tre aspetti chiave: superare le accuse, non cercare consensi vuoti e rimanere sempre nella verità.

1. Non avere paura delle accuse né delle condanne del mondo

Papa Francesco ha iniziato la sua riflessione evocando il processo di Gesù davanti a Pilato, “che lo interroga come rappresentante dell’Impero Romano”. Cristo, ha spiegato il Santo Padre, ha affrontato le accuse con fermezza e serenità, rimanendo fedele alla verità “che ha annunciato, fino a sacrificare la propria vita”.

Rivolgendosi direttamente ai giovani, Francesco ha affermato che “forse a volte anche voi potreste essere messi ‘sotto accusa’ per il fatto di seguire Gesù”. In ambienti come la scuola o il lavoro, ci possono essere persone che cercano di scoraggiarli o “farli sentire falliti perché rimangono fedeli al Vangelo e ai suoi valori”. Di fronte a queste situazioni, il Papa ha incoraggiato: “Non abbiate paura delle ‘condanne’ del mondo. Continuate ad amare!”.

Il Santo Padre ha assicurato che, sebbene le critiche e le accuse false possano essere dolorose, con il tempo “cadono, e i valori superficiali che le sostengono si rivelano per quello che sono: illusioni”. Ciò che realmente rimane, ha insistito, “sono le opere dell’amore. Questo è ciò che rimane e ciò che rende bella la vita”.

2. Liberarsi dalla voglia di consensi

Papa Francesco ha sottolineato come Gesù ha affermato: “Il mio regno non è di questo mondo” (Gv 18,36), chiarendo che la sua missione non cercava sostegno politico o riconoscimento superficiale. “Gesù rifiuta ogni logica di potere. È libero da tutto questo!”, ha evidenziato il Pontefice, invitando i giovani a seguire il suo esempio e a non soccombere alla “voglia – oggi così diffusa – di ottenere riconoscimento, approvazione e lode”.

Il Papa è stato chiaro nel segnalare i rischi di cercare consensi vuoti: “Chi si lascia trascinare da queste fissazioni, finisce per vivere nell’angoscia”. Invece, li ha incoraggiati a non accontentarsi di essere “stelle per un giorno”, sia sui social media che in qualsiasi ambito pubblico.

“Il cielo in cui siete chiamati a brillare è più grande: è il cielo di Dio, dove l’amore infinito del Padre si riflette nelle nostre innumerevoli e piccole luci: nell’affetto fedele degli sposi, nella gioia innocente dei bambini, nell’entusiasmo dei giovani, nella cura degli anziani, nella generosità dei consacrati, nella carità verso i poveri, nell’onestà del lavoro”, ha spiegato.

Francesco ha inoltre messo in guardia contro le false promesse: “Non lasciatevi ingannare da chi, lusingandovi con vane promesse, in realtà vuole manipolarvi”. Per il Santo Padre, ciò che salva e dà senso alla vita non sono i consensi, ma “la gratuità dell’amore”.

3. Dare testimonianza della verità

Il Papa ha chiuso il suo messaggio con un invito chiaro: testimoniare la verità nell’amore. “Cristo è venuto nel mondo ‘per dare testimonianza della verità’ (Gv 18,37), e lo ha fatto insegnandoci ad amare Dio e i fratelli”, ha ricordato. Secondo Francesco, nell’amore “è dove trova luce e senso la nostra esistenza”.

Riprendendo le parole del Beato Pier Giorgio Frassati, ha ricordato che “non si vive più, ma si ‘sopravvive’” quando non si ha una missione di verità e amore nella vita. Invece, la testimonianza cristiana, radicata nel sacrificio di Cristo, ci insegna che “solo nell’amore possiamo anche noi vivere, crescere e fiorire nella nostra piena dignità”.

Il Papa ha assicurato che, sebbene il mondo possa sembrare sopraffatto dal male, “non è vero che gli avvenimenti del mondo sono ‘sfuggiti di mano’ a Dio”. Cristo, Re dell’Universo, ci accompagna e “correggendoci quando cadiamo, non smette mai di amarci e, se glielo permettiamo, non smette di rialzarci”.

Un messaggio di speranza

Il Papa ha concluso ricordando il tema di questa Giornata Mondiale della Gioventù: “Quelli che sperano nel Signore camminano senza stancarsi” (cf. Is 40,31), e ha invitato i giovani a mantenere lo sguardo fisso su Gesù e sulla Vergine Maria. “Anche nelle difficoltà, troveremo la forza di andare avanti, senza temere le accuse, senza bisogno di consensi, felici di essere testimoni della verità, nell’amore”.

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Questo articolo è stato tradotto e adattato da aciprensa.com

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