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Conclusa la fase diocesana per la causa di canonizzazione di P. Pedro Arrupe, leader dei Gesuiti

Atto di chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione del P. Arrupe | Credito: Daniel Ibáñez/EWTN News

Il 14 novembre, presso il Palazzo del Laterano a Roma, si è ufficialmente conclusa la fase diocesana della causa di beatificazione di P. Pedro Arrupe, gesuita spagnolo e 28º Preposito Generale della Compagnia di Gesù. La cerimonia ha segnato la fine di oltre cinque anni di approfondite indagini sulla vita, le virtù e la fama di santità di questa figura straordinaria, considerata mentore e “padre spirituale” di Papa Francesco.

Immagine di P. Arrupe accanto agli archivi della fase diocesana. Credito: Daniel Ibáñez/EWTN News

Il Servo di Dio P. Pedro Arrupe SJ ha guidato i Gesuiti dal 1965 al 1983, ponendo la giustizia sociale al centro del lavoro apostolico dell’ordine. Sopravvissuto alla bomba atomica di Hiroshima nel 1945, dedicò la sua vita a servire i feriti, trasformando il noviziato in un ospedale da campo. Dal febbraio 2019, più di 70 testimoni provenienti da Spagna, Roma e Giappone, dove visse 27 anni come missionario, sono stati interrogati dal Tribunale del Vicariato di Roma.

Un passo cruciale verso la beatificazione

I documenti raccolti dalla Commissione Storica saranno ora consegnati al Dicastero per le Cause dei Santi, che dovrà valutare un miracolo attribuito all’intercessione di P. Arrupe. Questo è un passo fondamentale per il processo di beatificazione. La cerimonia, coincisa con il 117° anniversario della nascita di P. Arrupe, è stata presieduta dal cardinale eletto Mons. Baldassare Reina, vicario generale della Diocesi di Roma.

Presenti all’evento membri della Compagnia di Gesù, tra cui il Preposito Generale Arturo Sosa Abascal e il postulatore della causa, P. Pascual Cebollada. Quest’ultimo ha sottolineato la dedizione di Arrupe alla preghiera e il suo impegno per i poveri e la giustizia, frutto di una profonda spiritualità. Mons. Reina ha elogiato l’opera di Arrupe nell’attuare il Concilio Vaticano II, la sua fedeltà alla Chiesa e ai Papi, e la sua “opzione preferenziale” per i poveri, concretizzata nella fondazione del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati nel 1980.

P. Arturo Sosa Abascal accanto ai documenti della causa che saranno consegnati al Vaticano. Credito: Daniel Ibáñez/EWTN News

Dopo la revisione della documentazione, il Dicastero per le Cause dei Santi valuterà se dichiarare P. Pedro Arrupe “venerabile”. Questo titolo, che attesta la santità e le virtù eroiche di una persona, è concesso dal Papa. Una volta venerabile, per procedere con la beatificazione sarà necessario accertare un miracolo attribuito alla sua intercessione.

Come ricordato da Papa Francesco durante un incontro privato con i gesuiti a Singapore lo scorso settembre, il Santo Padre ha espresso il desiderio che il P. Arrupe venga proclamato santo. Per la canonizzazione, servirà un secondo miracolo, che confermerebbe la sua santità agli occhi della Chiesa universale.

Un modello di preghiera e carità

Il P. Arturo Sosa ha sottolineato il profondo legame di Arrupe con la preghiera, rivelando che dedicava lunghe ore quotidiane a questo momento spirituale. Quando gli veniva chiesto come trovasse il tempo, rispondeva semplicemente: “È una questione di priorità.”

Mons. Baldassare Reina durante il suo intervento nell’evento celebrato presso il Palazzo del Laterano. Credito: Daniel Ibáñez/EWTN News

La cerimonia ha inoltre messo in evidenza il carisma di Arrupe, il suo spirito di accoglienza e la capacità di coinvolgere i laici in ruoli di responsabilità all’interno della Chiesa. Un modello di santità che continua a ispirare fedeli e religiosi in tutto il mondo.

Tradotto e adattato dal team di EWTN Italia. Pubblicato originariamente su ACI Prensa.

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