L’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha annunciato martedì le sue dimissioni, assumendosi la “responsabilità personale e istituzionale” per la cattiva gestione di numerosi casi di abusi nella Chiesa anglicana dal 2013, anno in cui ha assunto l’incarico. “Spero che questa decisione mostri quanto la Chiesa d’Inghilterra comprenda la necessità di un cambiamento e il nostro profondo impegno a creare una Chiesa più sicura. Mi dimetto con dolore e solidarietà verso tutte le vittime e i sopravvissuti agli abusi,” ha dichiarato Welby in un comunicato ufficiale.
Nonostante non sia stato personalmente accusato di abusi, Welby è stato oggetto di critiche per la gestione di alcuni casi rilevanti. La pressione sulle sue dimissioni è aumentata negli ultimi giorni, soprattutto da parte delle vittime dell’abusatore seriale anglicano John Smyth, noto per aver compiuto abusi fisici, sessuali e coercitivi su oltre 100 ragazzi e giovani uomini negli anni ‘70 e ‘80.
Rapporto Makin: una gestione insufficiente e tardiva
Un rapporto di 253 pagine, redatto dall’esperto indipendente Keith Makin e pubblicato il 7 novembre, ha puntato il dito contro la gestione del caso Smyth da parte di Welby. Nel documento si evidenzia come Smyth e Welby si siano incrociati in passato, con scambi di biglietti di auguri natalizi e donazioni di modesta entità da parte di Welby alle missioni di Smyth in Zimbabwe. Nel 2013, quando Welby divenne arcivescovo, venne informato verbalmente degli abusi, ma secondo il rapporto credette erroneamente che le autorità fossero già state coinvolte, decidendo di non agire ulteriormente. “L’evidenza contenuta in questa revisione suggerisce che fossero già disponibili elementi sufficienti per sollevare preoccupazioni nel 2013,” afferma il rapporto, secondo cui Welby avrebbe dovuto perseguire la questione con maggiore determinazione.
Il rapporto accusa anche la Chiesa d’Inghilterra di non aver dato priorità alla salvaguardia, pur avendo politiche di tutela in vigore, ma spesso in modo incoerente e inadeguato.
Un passo doloroso per la Chiesa anglicana e un appello alla preghiera
A seguito di un documentario del 2017 che portò alla luce gli abusi di Smyth, Welby aveva rilasciato dichiarazioni e interviste esprimendo la sua preoccupazione per le vittime, che però hanno lamentato una risposta tardiva e insufficiente. Nel 2021 Welby ha incontrato alcune vittime, porgendo pubbliche scuse a nome della Chiesa.
Nel suo discorso di dimissioni, Welby ha dichiarato che le pressioni degli ultimi giorni hanno “rinnovato il mio profondo senso di vergogna per i fallimenti storici nella salvaguardia della Chiesa d’Inghilterra.” Ha inoltre chiesto preghiere per sua moglie Caroline e per i suoi sei figli. “Credo che dimettermi sia nell’interesse della Chiesa d’Inghilterra, che amo profondamente e che ho avuto l’onore di servire,” ha aggiunto. “Prego che questa decisione ci riporti all’amore che Gesù Cristo ha per ognuno di noi.”
Le dimissioni di Welby si inseriscono in un contesto più ampio di riflessione sugli abusi in Gran Bretagna. Un’inchiesta indipendente del 2022 ha evidenziato gravi mancanze in diverse istituzioni, inclusa la Chiesa d’Inghilterra, accusata di privilegiare la propria reputazione rispetto alla protezione dei bambini.
Frattura nella comunione anglicana
Durante il suo mandato, Welby ha affrontato molteplici sfide, tra cui una crescente spaccatura nella comunione anglicana sulla benedizione delle coppie omosessuali. Nel 2023, il sinodo della Chiesa d’Inghilterra ha votato a favore della benedizione delle unioni tra persone dello stesso sesso, una decisione che ha suscitato critiche dai leader anglicani conservatori. La Global South Fellowship of Anglican Churches (GSFA), che rappresenta circa il 75% degli anglicani nel mondo, ha accusato la Chiesa d’Inghilterra di aver rotto la comunione con le province rimaste fedeli a una visione biblica del matrimonio come unione tra uomo e donna.
Durante il suo mandato, Welby ha inoltre partecipato a incontri ecumenici di grande rilevanza, tra cui viaggi con Papa Francesco e il moderatore della Chiesa di Scozia, Iain Greenshields, in Sud Sudan nel 2023 per un “pellegrinaggio di pace.”
In occasione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, Welby ha celebrato una liturgia anglicana nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola a Roma e i secondi vespri ecumenici con Papa Francesco per la festa della Conversione di San Paolo.
Le dimissioni di Welby segnano una svolta significativa per la Chiesa anglicana, chiamata ora a proseguire un difficile cammino di riconciliazione e riforma.