Con la nomina del vicesegretario e dell’addetto stampa, si completa il tema della Segreteria del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa.
Dopo la nomina di don Antonio Ammirati come segretario, il Consiglio delle Conferenze Episcopale d’Europa completa i ranghi della segreteria con la nomina di un vice-segretario e di un addetto stampa. Si completa così la squadra della segreteria del Consiglio, che unisce i presidenti di 33 conferenze episcopali del continente europeo più gli Arcivescovi del Lussemburgo e del Principato di Monaco,l’Arcivescovo di Cipro dei Maroniti, il Vescovo di Chişinău (Moldavia), il Vescovo dell’Eparchia di Mukachevo e il vescovo di Tallinn (Estonia) e che dallo scorso giugno ha sede a Roma.
Le nomine sono state annunciate da Creta, dove ci sono stati la scorsa settimana due eventi: il comitato congiunto tra CCEE e Consiglio Ecumenico delle Chiese e il seminario cattolico ortodosso europeo.
Il nuovo vice-segretario del CCEE è padre Charbel Bteich. Laureato in informatica nel 2004, sacerdote dal 2014, è di origine libanese ed è incardinato nell’arcidiocesi di Cipro dei Maroniti. Sta conseguendo il dottorato in Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana, ed è membro del Pontificio Istituto di Santa Maria dell’Anima, il collegio dei sacerdoti di lingua tedesca a Roma.
Il nuovo addetto stampa è invece Monika Klimentova, Proveniente dalla Repubblica Ceca, licenziata in Comunicazione Sociale Istituzionale alla Pontificia Università della Santa Croce, Klimentova ha lavorato come portavoce dell’arcivescovado di Olomuc prima di entrare a far parte dal 2010 dell’ufficio stampa della Conferenza Episcopale Ceca. Dal 2018 è portavoce e responsabile dell’ufficio stampa della Conferenza episcopale ceca a Praga.
Il “battesimo” dei due nuovi membri della segreteria del CCEE ha avuto luogo a Creta. Lì, il 5 e 6 novembre, si è tenuta la riunione annuale del Comitato congiunto CCEE / CEC, che ha discusso dell’evangelizzazione in una Europea sempre più secolarizzata, e che ha avuto anche un incontro sulla revisione della Charta Œcumenica, il documento che contiene le linee guida per la cooperazione tra le Chiese cristiane firmato ormai nel 2001 all’incontro ecumenico di Strasburgo. La revisione della Charta, che è curata per il CCEE da un comitato guidato dal cardinale Ryś, sarà aperta fino a fine anno, mentre la Charta revisionata sarà firmata a Vilnius il 27 aprile 2025.
All’incontro ha partecipato l’arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, presidente del CCEE, e l’arcivescovo Nikitas di Thateira e Gran Bretagna, presidente del CEC, che hanno anche aggiornato riguardo i lavori delle organizzazioni da loro presiedute.
Tra le relazioni, anche una di don Manuel Barros Prieto, segretario generale della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE), il quale ha parlato del documento Together Towards Life.
Dal 3 al 5 novembre si è tenuto invece il seminario cattolico-ortodosso europeo sul tema “Migrazione e traffico di esseri umani come conseguenza della guerra”.
Nel suo discorso di apertura, l’arcivescovo Gintaras Grušas ha espresso la speranza che il seminario rafforzi il dialogo tra Cattolici e Ortodossi, sottolineando che “il tema di questo nostro seminario a Creta si concentra sulla migrazione e sui modi con cui rendere testimonianza della misericordia di Cristo al nostro prossimo. Dobbiamo camminare insieme come cristiani in questo mondo colpito dalle guerre”.
Tetiana Stawnychy, vicepresidente di Caritas Europa e presidente di Caritas Ucraina, ha presentato l’opera della Caritas e le sue esperienze in Ucraina in materia di migrazione e traffico di esseri umani durante la guerra. Dall’inizio della guerra in Ucraina nel febbraio del 2022 ad oggi, ci sono 7 centri Caritas locali impegnati in attività di prevenzione e anti-tratta. Forniscono assistenza a circa 150 persone ogni anno.
Il terzo panel è stato sul tema “Il vescovo come pastore e guida: dare assistenza a chi è colpito dalla guerra”, presentato da S. Em. Metr. Athenagoras di Ilion, seguito dalla quarta sessione di lavoro.
Miriam Cakebread del Gruppo Santa Marta ha presentato le attività di Santa Marta Group, un’alleanza di capi di polizia e di vescovi di tutto il mondo che cooperano nella società civile per sradicare la tratta di esseri umani e la schiavitù moderna. Il Santa Marta Group lavora per incoraggiare i governi e le imprese ad agire in modo proattivo nella prevenzione della tratta di esseri umani e della schiavitù moderna nelle loro operazioni che comportano acquisti, vendite, appalti, e sotto tutti i profili delle loro attività commerciali e finanziarie.
Il seminario è stato concluso il 5 novembre con una quinta tavola rotonda, aperta dal Rev. Dr. Augustinos Bairactaris, Professore Associato di Studi Ecumenici e Teologia Ortodossa, con la sua presentazione sul “Credo niceno: sfida alle Chiese cristiane verso la pace e la riconciliazione”. In risposta alla domanda “Che cosa significa per noi Nicea oggi?”.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato su ACI Stampa.